Il Silurus Glanis
Il Siluro è originario dell’europa orientale, anche se da ormai diversi anni è stato immesso in tutto il resto dei paesi, tra cui l’Italia. Dal momento che la sua pesca si sta diffondendo sempre di più, vedremo di parlarne insieme. Si adatta ai climi più disparati, possiamo trovarlo infatti dalla Finlandia alla Grecia. In Italia è stato immesso dapprima nel Po e nell’Adige, successivamente nel Tevere e nell’Arno, e in quasi tutto il resto dei corsi d’acqua. E’ una specie bentonica, il che significa che per la maggior parte della giornata staziona sul fondo, e con il calare del buio inizia la caccia portandosi in superficie. Il siluro si nutre prevalentemente di pesci vivi o morti, vermi, larve e animali quali piccoli volatili! Un esemplare adulto consuma circa il 3% del suo peso corporeo al giorno, il che significa che un siluro di 100 kg ha un fabbisogno di 3 kg di pesce al giorno, e questo a nostro modesto parere, è più che sufficiente per scagionarlo dalla nomina di “mostro” che molti gli hanno attribuito. La pesca può essere fatta usando diverse tecniche, le quattro principali sono: la breack line, lo spinning, la pesca in verticale, la pesca a clonk, e le altre sono varianti di queste.
Faremo alcuni articoli per vederle insieme, iniziando con la breack line.
BREACK LINE
La Break-Line è l’unica tecnica che si svolge da terra, a differenza delle altre, ed è definibile come la più statica. Prende il nome dallo spezzone di nylon che collega il nostro moschettone ad un punto fisso dove sarà fissato, come un ramo di un albero una boa o una roccia, spezzone che si romperà (sbrekkerà) in seguito all’attacco del pesce.
Si tratta di un sistema di pesca che prevede le canne posizionate a riva messe in estrema tensione, a tal punto da farle restare piegate, e dunque è un sistema di auto-ferraggio in quanto la canna, che come detto si trova in estrema tensione, al momento della rottura della break si raddrizzerà, permettendo cosi un’ autoferrata.
Ha molta più efficacia di notte e dovremo andare a calare le nostre breack nei punti di caccia del siluro, come legnaie, i “limiti” delle correnti, i piloni dei ponti e quant’altro. E’ necessario l’utilizzio di un natante per posizionare i nostri calamenti, preferibilmente con motore elettrico per non disturbare troppo i pesci!
La montatura è fatta mettendo, in ordine, sulla nostra lenza , un galleggiante di un peso variabile dai 100 ai 300 gr , e una girella con moschettone con tenuta elevata. Il galleggiante ha una duplice funzione, ossia quella di farci vedere lo stato della nostra esca sottostante, e quello di evitare di affondare la lenza una volta sbrekkata, e quindi di impigliarsi in qualche ostacolo. Alla girella con moschettone attaccheremo il nostro terminale, con un amo di generose dimensioni, e a seconda della taglia del pesce, andremo ad inserire un piombo direttamente proporzionale alla succitata taglia dell’innesco. E’ buona norma sapere che il siluro di notte caccia più in superfice, di giorno più sul fondo..quindi in base a questo modificheremo i terminali. Le breack andranno piazzate dove secondo noi possa cacciare il siluro, e le canne a riva andranno riposte su degli appositi picchetti che devono avere come caratteristica principale la robustezza..data la voracità e la potenza con cui avviene la sbrekkata! Le esche variano in base alle zone (esempio vicino alle foci potremo utilizzare calamari, mentre verso le sorgenti andranno meglio delle trote) ma in linea di massima le esche principi sono nell’ordine: Carassio, Anguilla, Breame..ma va bene qualsiasi pesce, meglio se reperito in loco. Fatto tutto, posizioniamo gli avvisatori acustici sulle canne, e aspettiamo la magia!
Un saluto, al prossimo articolo.