Light drifting invernale – Pt. 1: l’importanza del filo elastico
Parlare di inverno quest’anno non è appropriato: temperature più che miti ci accompagnano infatti ormai dai mesi autunnali e sembrano a questo punto non lasciare più spazio al tanto atteso freddo.
Se per alcuni può essere stato un bene, per molti, pescatori sportivi in primis, non lo è stato: le temperature elevate infatti stanno ritardando non di poco i classici “momenti” e i periodi migliori per numerose tecniche di pesca, sia dalla barca che da riva…mantenendo invece molto presenti le specie “disturbatrici” : per quanto riguarda la pesca dalla barca, la famosa mangianza ( menole, boghe, zerri…) che impedisce una efficace azione di pesca, e che di questi tempi doveva essere di molto calata, lasciando spazio, tanto per fare un esempio, ai saraghi.
Ebbene, in queste condizioni “critiche” una possibile e valida soluzione si è rivelata il filo elastico: personalmente non amo l’uso del filo elastico sulla sardina quando pesco a light drifting, perché “indurisce” e rende meno naturale il boccone, ma di questi tempi, almeno nelle mie zone, lo ritengo fondamentale.
Infatti un’esca più solida e resistente riesce a superare il “muro” di mangianza che staziona a mezz’acqua, e arrivare più integra di un normale boccone di sarda, privo di filo elastico, verso il fondo, nella zona dove staziona il pesce bianco.
O quantomeno, se in presenza di forte mangianza sul fondo, l’esca legata resiste di più agli attacchi del pesce foraggio, permettendo ai nostri amici pesci bianchi, più lenti e meno numerosi, magari quantomeno di assaggiarla e non arrivare a banchetto finito!
Un consiglio nella scelta del filo elastico e nella modalità di impiego: impiegare i fili elastici più sottili, per non rendere il nostro boccone troppo rigido e innaturale, e legare solo la prima parte del tocchetto di sarda, lasciando la punta dell’amo rigorosamente scoperta.
