Light drifting invernale – Pt. 2 – la pasturazione

Una volta lasciati alle spalle ottobre, novembre e dicembre…i mesi dei bei “pesci” e dei montoni delle orate, qui dalle mie parti inizia una fase “critica” della pesca a light drifting e bollentino, in qui difficilmente troveremo grandi branchi di pesci – come si dice in gergo appallati sul fondo – e perciò anche la nostra pasturazione dovrà adeguarsi alle nuove condizioni.

Per esempio durante il montone delle orate, come pastura usiamo solitamente sarda tritata, da gettare in quantità sia in corrente che col pasturatore a fondo; se tuttavia adottassimo la medesima tecnica di pasturazione, e soprattutto le stesse quantità di sarde, in questo periodo otterremo quasi sicuramente risultati non soddisfacenti o peggio, controproducenti.

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Il pesce, non più in frenesia alimentare come durante i mesi di riproduzione e più rado e sparso sul fondale, verrebbe certamente sfamato anche da poche sardine se gettate come pastura sul fondo, compromettendo l’intera sessione di pesca.

Una valida alternativa in tal caso può essere la pastura a bocce, da gettare sul fondo dall’alto dell’imbarcazione: da costituirsi con sfarinati (trovate ottime pasture un po’ di tutte le marche) e una modesta quantità di fini pezzetti di sarda tritati, essa riuscirà senz’altro a stimolare anche i pesci più apatici e sospettosi, senza però tuttavia riuscire a saziarli. Una volta arrivata nei pressi del fondo infatti la boccia (o palla di pastura) si disgregherà e stimolerà i pesci, che non vengono saziati in tal caso, a cercare e assaggiare le nostre esche.

(Marco Vicidomini)

boccia appena calata in mare

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esempio di palla di pastura

 

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