Piove..ma il lago Borghese regala tanto pesce
……..Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove su i pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani……
Forse avrò un po’ esagerato nello scomodare Gabriele D’Annunzio e questa strofa della sua “Pioggia nel pineto” come introduzione per un report di pesca, ma qui piove. Sono già due giorni che piove incessantemente e di andare a pesca non se ne parla nemmeno.
In tutti i corsi d’acqua, dal più grande al più piccolo, scorre solo del fango liquido e perfino quei laghetti che frequento quando non ho alternative, sono torbidi per l’acqua melmosa che scende e dai fossi che li alimentano e dalle grinze dei campi.
In queste condizioni, l’unica ragionevole possibilità di pesca che mi sovviene è quella del Lago Borghese: un invaso alimentato da vene proprie e dallo stillicidio del Padule di Fucecchio; dove, pioggia o non pioggia, posso comunque pescare e per di più, l’idea di farlo mentre piove non mi dispiace per niente, anzi, quello che per molti è un fastidio, per me è un’essenza della pesca che mi fa sentire ancor più in sintonia con ciò che mi circonda, permettendomi di assaporare il gusto la mia passione a tutto tondo, pioggia compresa, e quindi non ci sono più scuse, domattina vado a pesca anche se per farlo dovessi mettermi la tuta da palombaro.
Sveglia suona alle sei e la partenza è (quasi) immediata; la colazione è d’obbligo colazione a Petrazzi, da quella barrista molto carina e gentile (meritevole di qualche minuto in più di sosta); l’arrivo al Borghese è in perfetto orario e lì trovo ad aspettarmi l’amico Giancarlo Ricci, venuto a provare per la gara delle Fisheries di domani.
Piove a dirotto, ma con il giusto abbigliamento, un paio di stivali, un buon completo impermeabile e un’ombrellone come Dio comanda, gli unici che avranno qualcosa da temere non saremo noi, ma i pesci, ai quali abbiamo deciso di non concedere tregua……sempre che questi siano disposti a collaborare.
Approfitterò di questa giornata di pesca per provare un prodotto nuovo, ancora poco conosciuto come l’SBP Umido di Colmic: uno sminuzzato di mais cotto, pre-impregnato e aromatizzato; che sono sicuro farà molto parlare di se, sia per le sue caratteristiche organolettiche, sia per la meccanica d’impiego che, grazie alle tante particles di cui è composto, intrattiene a lungo il pesce, muso a terra, intento a “spigolare” i frammenti dell’SBP Umido sparsi nell’area pasturata.
Quando anche Giancarlo è pronto, iniziamo a pescare e mentre lui parte con il method feeder, io preferisco affidare la mia sorte a un classico pasturatore a rete, proprio per avere un rilascio veloce del suo contenuto a base di SBP Umido (per l’occasione, Mais e Canapa), bigattini stirati, particolarmente graditi dai pesci del Borghese, e qualche bigattino vivo, utile più che altro per rompere i due tappi di pastura composta da una parte di Feeder Mix Premium Halubut e due parti di Feeder Mix Betaine: una miscela tutta Colmic, contenete un potente messaggio alimentare e dotata di una meccanica perfettamente adeguata agli oltre quattro metri di colonna d’acqua presente al Borghese.
La madre-lenza clippata a 55 m. e un Hayabusa 157 del n° 14, legato a 50 cm. di Stream da 0,148 mm., sono il giusto compromesso invernale per insidiare in contemporanea carpe e carassi in un lago come questo, soggetto a una forte pressione di pesca.
L’ideale sarebbe stato fare prima un po’ di lanci di richiamo, ma la voglia di pescare è troppa e quindi parto subito senza nessuna pre-pasturazione, anche perché il Ricci ha già in canna un carassio da oltre mezzo chilo e non mi posso permettere di dargli troppo vantaggio…..C’è di mezzo l’orgoglio dell’agonista e scusate se è poco.
Il menù offerto a base di SBP Umido e bigattini stirati, chiusi fra due tappi di pastura (Feeeder Mix Halibut-Betaina), con l’innesco fatto di tre bigattini allungati, appare subito gradito ai carassi del Borghese i quali, anche se mangiano in punta di forchetta, facendo appena flettere il vettino da un’oncia della mia Next Adventure 90 gr., hanno risposto molto bene al brumeggio e per di più, tanto per aggiungere un po’ di pepe alla giornata, vanno ferrati sull’accenno, pena delle clamorose sequenze di colossali padelle.
Tutto molto tecnico e divertente, ma per la verità, dato che non sono in gara, mi piacerebbe molto mettere alla prova il mio impianto di lenza (setup, per gli inglesofili), con qualche “carpotta” adeguata alle esigenze, visto che per il momento ho preso solo diversi carassi, tra i quali uno mezzo bianco e mezzo rosso, ma di carpe ancora niente, mentre il Ricci ne ha già due al suo attivo, non grosse, ma sempre due contro nessuna e questo non è bello.
Molto probabilmente tutto dipende dalla pasturazione più abbondante e sparsa, approntata con il pasturatore a rete, ben diversa da quella circoscritta di un method, che ha richiamato sulle esche i tanti carassi presenti, i quali disturbano le carpe, non ancora in piena attività…..Urge una soluzione adeguata alle necessità del momento.
La pioggia continua incessante, ma la cosa non mi tange, anzi, mi sento proprio bene, in pace con me stesso e con il resto del mondo.
Tolgo in fretta l’impianto scorrevole del pasturatore a rete e infilo nella madre lenza un method feeder, corredato con un finale da 8 cm., sempre un Colmic Stream da 0,148 e un amo Colmic WN 501, un amo molto tenace e senza ardiglione, proprio quello che ci vuole per bucare meglio il pesce, senza danneggiare l’esca.
Ovviamente, visto l’indice di gradimento dell’SBP Umido, protagonista della giornata, voglio metterlo anche sul method, ma per farlo come si deve, devo lavorare sulla pastura che ho già a disposizione (figuriamoci se mi metto a impastarne un’altra), bagnandola a dovere fino a dargli la consistenza necessaria per rimanere sul method e tenere bene anche l’SPB Umido che voglio aggiungere di volta in volta.
Tutto è pronto di nuovo, non resta che provare. Per primo stendo una modesta quantità di SBP Umido sul fondo dello stampino (mould), poi aggiungo in sequenza uno strato di pastura, l’amo innescato (che voglio rimanga dentro e non in superficie) e dopo ancora il resto dell’impasto, fino a riempire lo stampino dove poi andrò a pressare il method.
Così facendo, con l’esca all’interno dell’impasto, l’eventuale pesce di disturbo, non avrà subito a disposizione l’esca e questo è un vantaggio, quando quello che si vuole è cercare di selezionare il pesce di taglia.
Al secondo lancio ho già in canna una bella carpetta; l’impasto tiene alla perfezione, compreso l’SBP Umido aggiunto in pastura e tutto procede come si deve.
In termini pratici, questo significa che ho buone possibilità di recuperare terreno sul Ricci che, tutto rinvolto nell’impermeabile, come fosse un fegatello, mi sta rinfacciando le sue carpe di vantaggio.
Dopo la prima carpa ne seguono altre, mischiate con qualche bel carassio, la taglia non è delle migliori, ma ne ho all’attivo un paio davvero belle, con dei colori che fanno pensare a una frega precoce, forse troppo anticipo sulla tabella di marcia.
Probabilmente un inverno così anomalo come quello che stiamo vivendo, sta influenzando anche l’orologio biologico dei pesci.
Ormai la giornata di pesca volge al termine. Il Ricci deve andare a lavoro, mentre io devo rientrare in perfetto orario dalla mia signora, per non mettere a repentaglio la serenità familiare e con essa il bonus per altre uscite di pesca……. perché da quando ho avuto la certezza di non essere solubile in acqua, anche se piove, vado ugualmente a pesca.
Un saluto agli amici di Match Fishing da
Marcello Corbelli