ANCORA BRACCONAGGIO A MANTOVA!
Un chilometro di reti nel Mincio in zona Vallazza e 500 chilogrammi di pesce imprigionato: i predoni d’acqua sono tornati in azione!
Già nei giorni scorsi c’erano state segnalazioni di alcune persone che avevano allertato il Servizio di Vigilanza del Parco del Mincio, gli agenti ittico-venatori della Provincia, le guardie Fipsas e la Polizia di Stato per strani movimenti a Mantova, Governolo e lungo il Po a Sermide.
Da quel momento sono scattati appostamenti mirati dal pomeriggio a tarda notte, con il risultato di mettere in fuga i predoni che hanno abbandonato in fretta e furia auto e furgoni fuggendo a bordo di imbarcazioni. Un’operazione antibracconaggio che ha colto nel segno la sera dopo, mercoledì 2 marzo, tra le 19 e le 23, quando gli agenti del Servizio Ittico Venatorio della Provincia hanno scoperto circa mille metri di reti nel Mincio, in zona Vallazza alle porte della città: all’interno vi erano 38 grosse carpe, 16 abramidi, 6 siluri e 2 lucioperca per un totale di circa 500 chilogrammi di pesce che è stato posto subito sotto sequestro.
All’intervento hanno partecipato anche due guardie della Fipsas e un collega del Parco del Mincio. Sull’episodio sono in corso indagini da parte delle Forze dell’ordine ma si sospetta che le reti siano state posate illecitamente da pescatori di origine romena già segnalati in precedenza per pesca di frodo nel mantovano. Il pesce ancora vivo è stato liberato e rimesso in acqua.
«E’ ricominciato l’assalto alle acque del mantovane – ricorda il Presidente dell’ente di Palazzo di Bagno Alessandro Pastacci – e la Provincia, attraverso gli agenti ittico-venatori, è pronta a garantire la difesa e il presidio di fiumi e canali con l’obiettivo di salvaguardarne le risorse.»
L’ultimo blitz risale a metà novembre, quando gli agenti della polizia locale e provinciale e gli operatori del Servizio Igiene degli Alimenti di origine animale dell’ Asl con un’incursione a Squarzanella avevano messo in fuga un gruppo di bracconieri, costringendoli ad abbandonare un’ingente cattura. Ora, con le temperature più miti, è ripartita la pesca di frodo lungo i fiumi, Mincio e Po in particolare, ma anche nei canali.
«Questo – spiega una nota del Parco – fa scattare l’allerta e induce gli enti, il Parco e la Provincia in particolare, a richiedere la riattivazione dei presidi interforze concordati gli scorsi anni con la Prefettura allo scopo di prevenire il fenomeno e disincentivarlo. Ma anche con l’obiettivo di poter operare con mezzi e strumenti adeguati all’individuazione e al fermo dei responsabili».
«Il patrimonio ittico del Mincio e dei laghi è una cassaforte di tesori per i bracconieri che agiscono prelevandone quantità inaccettabili e allarmanti – è il commento del Presidente del Parco, Maurizio Pellizzer – contrastare il depauperamento di questa risorsa diventa una necessità se non si vuole correre il rischio di assistere a un progressivo peggioramento della vitalità degli habitat».
Gli fa eco l’Assessore provinciale Maurizio Castelli. «È stata richiesta alla Prefettura, sempre sensibile a questo tema ambientale, la riattivazione delle iniziative di coordinamento e di intervento per garantire la sicurezza e il rispetto del patrimonio ambientale mantovano, pesce compreso»
Angelo Borgatti – Enzo Loreti