1° Trofeo Colmic Fisheries: Al Borghese si scaldano i motori

Superfluo dirlo, ma per chi non lo avesse ancora capito, la carovana del Feeder Fishing non vede l’ora che sui quattro semafori posti alla griglia di partenza della stagione agonistica 2016, scatti la luce verde.

Ormai però ci siamo; i motori già rombano e i giri di ricognizione sono iniziati un po’ ovunque e anche in Toscana, grazie all’iniziativa dell’Oltrarno Colmic, le canne da feeder hanno potuto scaldare i propri mulinelli sul circuito del Lago Borghese, in un impianto molto conosciuto che ben si presta a placare un po’ quella fame di gara che ci stiamo portando dietro dall’inizio dell’inverno appena trascorso.

Ecco quindi che alle sette di sabato 26 marzo (vigilia di Pasqua), ben cinquantasei concorrenti, suddivisi in quattordici squadre, si sono presentati sulle sponde del Borghese per partecipare al 1° Trofeo Colmic Fisheries: un appuntamento ricreativo promosso da Colmic, utile soprattutto per provare quel campo gara che sarà la sede delle finali della Coppa Italia Fisheries 2016.

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L’intera organizzazione dell’evento è stata gestita egregiamente della squadra Campione d’Italia di Pesca a Feeder 2015 e più precisamente nelle persone di Andrea Canaccini, Sauro Morelli e Stefano Pacciani.

Il sorteggio, tanto semplice quanto geniale, è stato caratterizzato dall’estrazione di un unico “pacchetto” sigillato per ogni squadra partecipante, già contenente quattro picchietti diversi, uno dei quali favorito dalle statistiche di gara.

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Solo dopo aver pescato il proprio “picchetto” e visti i numeri ricevuti in sorte, il capitano ha potuto smistare i suoi, in base alle proprie strategie di squadra…… Non solo una formula equa e simpatica, ma anche una maggior peso per strategia di squadra.

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Purtroppo però “non c’è rosa senza spine” e anche in occasione di una gara organizzata più a titolo di raduno che altro, la malasorte ha voluto metterci lo zampino, tanto che già con le le prove antecedenti la gara, è stato possibile registrare un deciso calo nell’attività del pesce rispetto ai normali canoni del Borghese.

Un calo dovuto senz’altro a una serie di concause, la prima delle quali addebitabile alla frega precoce delle carpe e alle acque del lago, intorbidite dalle forti raffiche di vento che per giorni e giorni hanno flagellato la vallata del Padule di Fucecchio.

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Com’è facilmente intuibile, in casi del genere, il pesce è portato a radunarsi in determinate zone dell’invaso e l’isola centrale del Borghese è un habitat perfetto per simili circostanze e pertanto, i picchetti prospicienti o adiacenti ai pennelli dell’isola stessa sono stati quelli assegnati con il criterio anzidetto, del “picchetto buono”.

Ma veniamo al sodo.

Al segnale d’inizio gara, quasi tutte le lenze sono volate ai 40 mt. della massima distanza consentita, ma la pesca, fatta eccezione per quei picchetti noti, ha stentato molto a partire un po’ ovunque, ma soprattutto nella sponda nord-est (dal n° 29 al n° 42) dove le prime, rare, catture si sono verificate solo dopo oltre un’ora di pesca, tranne nel caso del concorrente al picchetto 29 (esterno di zona) che ha infilato due carpe nella prima mezz’ora, mentre gli altri stavano a girarsi i pollici, con l’astio di chi sa di non poter svolgere altro ruolo che quello di spettatore, almeno fino a quando il pesce non si avvicina, staccandosi un po’ dall’isola centrale; sempre a patto che decida di farlo.

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Per il resto, già dopo poche decine di minuti, circolava voce di un certo Pacciani che, dalla postazione n° 50, stava macinando carpe a ritrecine, così come anche Modesto Niccolai (al n° 5 della sponda sud-ovest) il quale, con una pesca non indirizzata alla carpa, stava infilando un carassio dopo l’altro.

Sorte analoga per Ferrini e Costantini che, dai picchetti 22 e 28 del settore “Macchinine” giostravano la loro gara con diverse carpe all’attivo, mentre dalla parte opposta (sponda nord-ovest), al picchetto 49, un incontrastato Guerrieri stava già correndo tutto solo verso una vittoria certa.

Quindi, stando alle notizie di “radio picchetto”, la gara si stava chiaramente delineando in favore delle postazioni migliori, ed è qui che entra in gioco l’oculata scelta organizzativa di assegnare picchetti di diverso valore, rivelatasi quanto mai azzeccata per equilibrare l’insieme di squadra, azzerando così la prepotenza del fattore “C”.

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Ovviamente, essendo consentita la pesca a method, tutti o quasi abbiamo affidato le nostre sorti al perfido telaietto, anche se la maggior parte di noi, data la carenza di mangiate, ha avuto tutto il tempo di spaziare fra le varie tecniche di gara, nel tentativo di trovare quell’improbabile cambio di marcia da imprimere a un andazzo terribilmente lento.

Per quanto mi riguarda, invece, ho impostato la mia gara convinto che il pesce, prima o poi, sarebbe comunque venuto sulla pastura e per questo motivo ho iniziato a fare il fondo a 40 mt., scaricando una decina di cage feeder di generose dimensioni, contenenti una miscela al 50 % di Colmic Special “G” Green e Colmic Premier, integrata a ogni lancio con una presa di canapa, una di bigattini e qualche chicco di mais. Stessa cosa l’ho fatta più corto, sulla linea dei 13 mt. e poi sono partito sulla linea dei 40 mt. con un method da 35 gr., alternando l’innesco dei bigattini stirati a quello del mais e talvolta a quello con mini boiles di colori diversi.

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Ogni mezzora di gara, oltre a testare entrambe le linee di pesca, ho rinzillato le due distanze con un paio di ulteriori, abbondanti, scarichi di pastura, bigattini e granaglie, sempre nella speranza che qualche pesce si decidesse a onorare il mio desco.

Solo dopo un paio d’ore di gara trascorse in cappotto, ho agganciato un carassio, che si è slamato a metà strada, durante il recupero e già lì, data la biblica carestia di pesce, mi sono un po’ lasciato andare a qualche imprecazione.

Ma è stato circa mezz’ora dopo, che la mia fede di buon cristiano ha vacillato paurosamente e più precisamente quando la vetta della mia Next Adventure da 45 gr. si è piegata fino all’inverosimile, come se dall’altra parte ci fosse un treno, il tutto però è durato solo il tempo di un amen…..

Il finale non ha retto e con esso, ahimè, non hanno retto nemmeno le briglie della mia educazione quasi monastica, lasciandomi andare a una lunga sfilza di eresie che ha fatto da punteggiatura a tutto il mio sdegno, fino a quando, girandomi di spalle, mi sono accorto che il concorrente accanto a me era venuto sul picchetto con un furgone dove, tra le altre cose, cera scritto: “Parrocchia di …..”. ……..Che figura di merda; mi sono vergognato come un ladro.

Chiusa questa parentesi così poco edificante, dopo terza ora di gara ero ancora in cappotto, mentre nel mio settore, nonostante la scarsità del pescato, quasi tutti avevano chi un pesce e chi due, presi perlopiù alla massima distanza.

Io però non volevo rinunciare all’idea che sulla linea corta, tenuta costantemente pasturata, qualche pezzo da novanta prima o poi sarebbe dovuto comunque entrare. In prova avevamo visto che il pesce, quello più grosso, con il tempo tendeva ad avvicinarsi alla sponda e quindi ho puntato tutto su quest’ultima opzione, abbandonando definitivamente la linea infruttifera dei 40 mt..

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Finalmente, intorno alla quarta ora di gara, il vettino flette e una bella carpa sui quattro kg., già dipinta con quei vivaci colori nuziali che ne confermano l’avanzato stato di frega, viene al guadino. Una bella boccata d’aria per me che stavo annaspando nelle retrovie, in attesa dell’esito delle mie convinzioni su quella che avevo interpretato e curato come una snervante gara d’attesa. Una tesi avvalorata poi da una seconda cattura di peso, fatta sempre sulla corta distanza, grazie alla quale ho quasi rischiato di vincere, facendo sentire il fiato sul collo del grossetano Sforzi (n° 29) il quale, seppur pienamente meritevole della sua vittoria, mi ha scavalcato per soli 180 gr., su gli oltre otto kg. di pescato.

Davvero bella invece la prova di un bravissimo, ma sfortunato Gianni Nardi il quale, fortemente penalizzato da una taglia davvero inconsueta per il lago Borghese, si è dovuto accontentare di un terzo di settore, riequilibrato però da un bel colpo di “coda” del suo compagno di squadra, Dario Panfili che, nel primo settore, ha strappato dalle mani di un vecchio “lupo di fiume” come Modesto Niccolai un podio ormai certo, cavando dall’acqua una carpa di quasi 12 kg..

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Alle ore 14 in punto, viene decretato il fine gara e con la pesa si conclude la parte agonistica di questa una giornata che proseguirà poi comodamente seduti davanti a un buon piatto di pastasciutta, in un contesto reso decisamente piacevole dal clima primaverile e dalla partecipazione spensierata e goliardica dei concorrenti.

Lo stesso piacevole contesto goliardico che caratterizzato la premiazione delle squadre vincitrici che sono:
1^) Nuova Montecatinese Colmic (Niccolai-Paolini-Corbelli-Bartolozzi), con 11 penalità (2-2-2-5);

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2^) Lenza Medicinese Tubertini (Benini-Zini-Bevilacqua-Martignani), con12 penalità (1-7-2-2);

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3^) Lenza Senese Colmic ( Nardi-Massi-Panfili-Gabricci), con 12 penalità (1-6-3-2)

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La classifica individuale invece è così composta:
1° Stefano Pacciani, con 33.100 punti;
2° Marco Costantini, con 32.580 punti;
3° ——— Guerrieri, con 22.340 punti.

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Un saluto agli amici di Match Fishing da

Marcello Corbelli

Picchetti Lago Borghese

classifica settori 1 – 2 – 3

classifica settori 4 – 5 – 6

classifica settori 7 -8

classifica finale

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