Per una goccia di…

Più o meno complicati, più o meno resistenti, o più o meno adatti a congiungere differenti tipologie di materiale: c’erano una volta i nodi, unico ed indiscutibile trait d’union attraverso il quale dare geometria a lenze e terminali…

accessori per lenze da natante (FILEminimizer)

Testo e foto di Rino Scalzo

Adornanti le lenze di tutti gli appassionati, anche le legature maggiormente performanti non hanno in realtà saputo resistere all’avvento tecnologico e prepotente di una semplicissima “goccia” di colla in grado di ratificarne quasi definitivamente il declino. Inizialmente diffuso nell’esclusivo ambiente agonistico della canna da natante, l’impiego dei collanti cianoacrilici ha di fatto rivoluzionato il nostro modo di pescare liberando le lenze da tutti quei fastidiosi nodini che inevitabilmente ne minavano la tenuta. Benché dopo più di un ventennio l’impiego della colla debba oramai far parte del bagaglio tecnico di qualsiasi angler di pesca dal natante, può succedere che per un neofita o per qualche ostinato “aficionado” dei vecchi sistemi, questa semplice operazione risulti ancora difficile da digerire se non addirittura alchemica e nebulosa. Allo scopo di colmare questo ingiustificabile gap e fare piena luce su vantaggi derivanti dal suo impiego, approfondiremo i passaggi essenziali che portano dalla scelta del collante fino alle metodiche di incollaggio vero e proprio.

Vantaggi della colla

Una delle perplessità iniziali che possono tormentare un “neofita della colla”, deriva dall’incertezza circa la tenuta effettiva di una lenza “attaccata”. Laddove in precedenza ci si affidava a nodi di risaputa, quanto in realtà effimera tenuta, adesso la certezza di una cattura sembra essere demandata ad un’infinitesimale porzione di colla in grado, si presume, di fare miracoli. Ebbene è proprio così, i cianoacrilati i miracoli li possono fare davvero, nessuna delusione potrà mai divenire dall’uso dei collanti cianoacrilici, materiali che conosciuti meglio e soprattutto ben impiegati possono davvero fare la differenza.

conservazione delal colla (FILEminimizer)

L’impiego di terminali puliti totalmente scevri da debilitanti nodi di congiunzione ha permesso, infatti, di sfruttare al massimo la resistenza dei filati ottenendo lenze dalla maggiore resistenza strutturale. Per fare un esempio pratico, laddove prima per sopperire alla perdita di tenuta determinata da un nodo si impiegavano diametri più sostenuti, con i cianoacrilati si otterranno le stesse capacità di resistenza con nylon o fluorocarbon proporzionalmente ben più sottili. Tale prerogativa, andrà ovviamente a tutto vantaggio anche della presentazione dell’esca e, di conseguenza, di una certa facilità di cattura.

Offerta di mercato

Premettendo che tutti i principali cianoacrilati presenti sul mercato sono caratterizzati da formulazioni chimiche abbastanza simili ma mai uguali fra loro, per tenere saldamente insieme le nostre lenze ci orienteremo verso prodotti specifici concepiti per l’incollaggio di plastiche dure e particolarmente refrattarie, come possono essere il teflon e le varie poliolefine come il polipropilene o il polietilene.

Loctite 406 (FILEminimizer)

Tra i più affidabili e conosciuti troviamo certamente il famosissimo collante della Henkel come la Loctite 406, eccellente su qualsiasi tipo fluorocarbon, nylon, fluorine o fluorocoated del caso. A latere di questo universalmente conosciuto ed apprezzato cianoacrilato è possibile comunque rintracciare ulteriori prodotti dalle ottime caratteristiche, come ad esempio la Sichel 8300 sempre della Henkel o la Zap a Gap massicciamente impiegata dagli angler d’oltreoceano e dagli amanti dell’aeromodellismo nostrano. Di formulazione chimica differente, invece, può andare bene anche la nota colla commercializzata da P-Line, eccellente per il confezionamento delle asole o per saldare definitivamente due o più filati fra loro.

Zap (FILEminimizer)Sichel 8300 (FILEminimizer)

Accessori appropriati

Dopo la scelta del collante più adatto, il secondo ma non meno importante elemento per ottenere saldature a prova di bomba è dato dall’impiego delle perline giuste. A questo scopo, infatti, sia montando dei blocchi su una lenza madre che realizzando le asole di un terminale, andranno scelte preferibilmente perline in plastica, leggermente più sensibili al potere collante dei cianoacrilati rispetto alle consorelle in vetro.

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Trattando sempre di perline, inoltre, un altro importantissimo parametro da tenere presente sarà il diametro interno. Determinando che nell’operazione di incollaggio il fluido vi penetrerà all’interno per capillarità, dovremo in realtà prestare attenzione affinché quest’ultimo risulti sempre proporzionalmente più ampio rispetto al monofilo da fissare di almeno uno o due centesimi di millimetro. In questo modo, avremo la certezza che lo strato di colla introdotto all’interno sia sufficiente per ottenere una saldatura pressoché definitiva del nylon.

perline in plastica (FILEminimizer)

Sul mercato esistono perline adeguate ad incollare filati di qualsiasi diametro, nel caso in cui non dovessimo comunque trovarne di conformi alle nostre esigenze, basterà armarsi di pazienza e rettificarne la dimensione interna con una punta sottile ed il classico trapano da modellismo.

Telai di montaggio

telaietti stonfo (FILEminimizer)

Nell’operare con i cianoacrilati, l’utilizzo di supporti adeguati sui quali collocare, e soprattutto mantenere con la giusta tensione, le lenze dei terminali si rivelerà assolutamente indispensabile, per lavorare più comodamente ed ottenere sempre “saldature” di sicura tenuta. A questo proposito si renderà dunque quasi obbligatorio l’utilizzo di appositi telai, da realizzare magari artigianalmente, grazie a quali tra l’altro porre in essere decine di lenze contemporaneamente e velocizzare al massimo la costruzione di una buona scorta di finali.

operazioione di incollaggio (FILEminimizer)

Da segnalare, in questo ambito, la commercializzazione di piccoli e funzionali supporti per l’incollaggio prodotti dalla Stonfo di Firenze: perfetti per eseguire al meglio questo genere di operazione, tali sostegni sono infatti leggerissimi, di minimo ingombro e soprattutto sufficienti se utilizzati singolarmente per la realizzazione immediata di una lenza a tre ami.

Incolliamo!

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Al fine di ottenere un attecchimento di assoluta affidabilità, l’incollaggio dei terminali dovrà essere eseguito nel rispetto di una semplicissima e quasi banale metodologia di base. Per ottenere il massimo carico di tenuta, sarà, infatti, prioritario che il cianoacrilato, penetrando per bene all’interno del foro della perlina, colmi integralmente ogni minimo interstizio fra questa e lo stesso monofilo. Allo scopo, durante l’operazione potremo avvalerci allora di un semplice stecchino, o magari di uno spillo, grazie al quale stendere un primo sottile velo di collante lungo il tratto di monofilo su cui andrà fissata la perlina, di seguito vi spingeremo sopra la stessa prestando attenzione che al suo interno penetri per bene la colla. A questo punto, soddisfatto il primo importante passaggio, non ci resterà che rinsaldare il tutto inglobando definitivamente la perlina all’interno di un’ulteriore piccola goccia di collante. Per evitare di esporre l’intera confezione di colla all’umidità dell’ambiente lavorativo, durante l’operazione di incollaggio un piccolo trucco consisterà nello stoccarne una piccola parte all’interno di un contenitore usa e getta. Perfetti in questo caso gli angoli ritagliati dalle bustine di plastica contenenti ad esempio gli ami, che una volta tenuti in posizione con una semplice pinza da bucato formeranno dei piccoli ed ergonomici contenitori a forma di cono.

L’asciugatura

Benché i cianoacrilati annoverino fra le proprie caratteristiche dei tempi di asciugatura incredibilmente rapidi, sarà bene tenere presente che tali tempistiche si verificano normalmente prendendo come campione un incollaggio effettuato utilizzando due parti perfettamente combacianti, tenute insieme da un leggero velo di cianoacrilato.

telai artiginali 2 (FILEminimizer)

Nel nostro caso invece, l’essiccamento superficiale della abbondante goccia di prodotto applicato potrà avvenire anche dopo un’ora, mentre ne occorreranno almeno 24 per ottenerne la polimerizzazione definitiva, e con questa il massimo potere grippante della colla. In questo caso, comunque, ricordiamo che per velocizzare l’asciugatura dei terminali, magari per un utilizzo pressoché immediato della lenza, si potrà eventualmente fare ricorso ai comodi spray contenenti uno specifico attivatore (Loctite 7471) in grado di indurre una catalizzazione del prodotto quasi istantanea. A prima vista abbastanza comodo, l’impiego di tali prodotti, può ridurre in maniera abbastanza sensibile la capacità adesiva finale dell’incollaggio.

Piccole curiosità

telai artigianali (FILEminimizer)

La velocità di polimerizzazione dei collanti cianoacrilici, dipende proporzionalmente dall’umidità relativa presente nell’ambiente lavorativo, e dal gioco fisico che occorre tra le parti da unire. Maggiore gioco e bassa percentuale di umidità diminuiscono la velocità di polimerizzazione, altresì un gioco minore ed un’alta percentuale di umidità aumentano la velocità degli incollaggi facendone però decrescere, seppur minimamente, la capacità adesiva finale.

soggettiva attacco bolentino montato (FILEminimizer)

In ogni caso, i migliori risultati si ottengono quando l’umidità dell’aria è compresa tra il 40% e il 60% ad una temperatura ambientale di circa 22°C. Per quanto riguarda i tempi di asciugatura invece, entro un‘ora circa dall’incollaggio si avrà una polimerizzazione pari a circa 80% della capacità adesiva del collante, che invece raggiungerà i valori massimi di aderenza chimica trascorse le 24 ore.

Teniamoli al fresco

madri da bolentino pronti (2) (FILEminimizer)

I collanti cianoacrilici se correttamente conservati possono restare efficaci per un periodo di tempo abbastanza lungo, trascorso il quale cominciano a risentire dei primi sintomi dell’invecchiamento, vedi la perdita progressiva del loro fantastico potere adesivo, evidenziata di solito da una maggiore viscosità del prodotto.

incollaggio terminale canna da riva (FILEminimizer)

Per rallentare questo irreversibile decadimento strutturale ed utilizzare sempre collanti che garantiscano il massimo grado di adesione, basterà semplicemente mantenere al fresco i flaconi stoccandoli a temperature sufficientemente basse come quelle del frigo di casa (tra 2° ed 8°). Oltre che l’umidità e la temperatura ambientale, un’altra componente che può determinare il deterioramento precoce del prodotto è la luce, elemento in grado di provocare già da solo una sorta di lento regresso degli strati più esposti della colla. Per ovviare a questo problema, basterà semplicemente schermare l’intero flacone di collante, magari rivestendolo con qualche giro di nastro telato del tipo multiuso.

Come l’acciaio

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Oltre che a supporti plastici difficili e refrattari, forse non tutti sanno che la celeberrima Loctite 406 è in grado di tenere insieme in maniera praticamente indissolubile materiali estremamente diversi tra loro. A patto di pulirne e sgrassarne adeguatamente le superfici, infatti, questo noto cianoacrilato riesce ad unire inseparabilmente metalli nobili quali l’acciaio, l’alluminio e lo zinco dicromato con sostanze via via più porose come ad esempio le varie tipologie di legno o addirittura di neoprene. Per chi volesse saperne di più circa le infinite possibilità offerte da questo genere di collante potrà cercare on line la scheda tecnica messa a disposizione dalla Henkel è rifarsi gli occhi guardando i grafici sulle capacità di resistenza di questo prodotto.

scheda tecnica Loctite 406

Nel caso specifico si noterà infatti come un incollaggio effettuato tra due blocchetti di acciaio sabbiato superi in resistenza la tenuta al taglio di una classica saldatura a stagno….consultare per credere.

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Resistenza al caldo

Trattandosi di collanti che polimerizzano grazie alla presenza dell’umidità relativa sulle parti da congiungere ed in considerazione che le migliori performance si ottengono a temperature pari a circa 22° C, vediamo nella tabella riportata il decadimento strutturale di un cianoacrilato sottoposto ad un innaturale innalzamento della temperatura di esercizio. Si noterà come la cosiddetta catena del freddo contribuisce invece a preservarne se non addirittura ad aumentarne proporzionalmente le eccezionali capacità di tenuta.

conservazione delal colla (FILEminimizer)

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