MARCO VOLPI FUORI DAI GIOCHI PER SQUALIFICA
Nel cielo sereno di questa estate 2016 scoppia un fulmine dal tuono molto fragoroso: Marco Volpi é stato squalificato per un mese, dal 13 giugno al 13 luglio 2016.
La squalifica comminata per mano della procura federale è conseguente ad una intervista apparsa su alcuni portali di pesca qualche mese fa.
In quella occasione il campione della Lenza Emiliana Tubertini, al microfono di Angelo Borgatti, disse tra le altre cose quale fosse il suo pensiero critico, sicuramente senza peli sulla lingua, sul modo di governare il settore mare da parte della Federazione.
In un paese dove dovrebbe esistere la libertà di parola ci ha sorpreso non poco questa decisione anche perché per una serie di incastri la punizione inflitta al pluricampione azzurro lo costringerà a rimanere fuori dal giro per alcuni anni.
Infatti Marco Volpi (a meno di un ricorso o di una sospensione) perderà tre mondiali poiché nel periodo di squalifica non potrà partecipare al Campionato Italiano (già svolto nello scorso week end) e nemmeno al provinciale.
Così nel 2017 dovrà partecipare al provinciale, nel 2018 al Campionato Italiano individuale e solo nel 2019 potrà tornare nel Club Azzurro (sempre salvo incidenti di percorso) e quindi alla nazionale.
Nella specialità della canna da natante non vi è la possibilità di una scelta tecnica, ecco perchè l’agonista toscano rischia di non poter indossare la maglia azzurra fino al 2019.
A tal proposito abbiamo contattato (con poca fatica visto che fa parte del nostro staff) Angelo Borgatti chiedendogli se oltre all’intervista pubblicata ci fosse altro materiale in suo possesso e ovviamente (ma già lo sapevamo vista l’onestà intellettuale che da sempre riconosciamo ad Angelo) ci ha risposto che l’intervista è stata pubblicata integralmente, senza tagli né aggiunte.
Da parte nostra il grande auspicio è che le cose si possano risolvere nel migliore dei modi e se da un lato siamo dispiaciuti per quanto è successo dall’altro rivendichiamo con forza la libertà di stampa e soprattutto di espressione delle proprie opinioni, purchè non offensive o lesive della dignità altrui.
Ma per chi si fosse perso l’intervista di Volpi ecco qui il link all’articolo (clicca qui) e sotto i passaggi contestati:
Quando sei entrato in Nazionale, Marco? In questi anni é cambiato il modo di vivere la maglia Azzurra, il clima interno?
“La mia prima maglia azzurra l’ho vestita nell’ ’86 ed il primo Mondiale l’ho disputato nell’ ’88. Il clima interno, tra gli atleti, é andato migliorando negli anni, certamente. I problemi per la Nazionale sono spesso al di fuori della Squadra, con i dirigenti federali. Spesso siamo inascoltati o addirittura subiamo decisioni penalizzanti, talvolta anche banali. Ti faccio il primo esempio che mi viene in mente: perché debbo andare in trasferta per un Mondiale e cambiare due alberghi in dieci giorni, con tutta l’attrezzatura che abbiamo al seguito? E questa è solo una di tante “bischerate” che sono successe in tanti anni! “
Approfitta di questa occasione per dare un consiglio ad un ipotetico, nuovo dirigente del Settore disposto ad ascoltarti…
“E’ una delle domande a cui rispondo più volentieri! Innanzi tutto questo dirigente dovrebbe essere scelto dal Presidente federale badando alla qualità del dirigente e non ad altri fattori. Il prescelto dovrebbe fare l’interesse degli agonisti, dovrebbe ascoltare gli agonisti facendosi loro portavoce e non decidere di testa propria, magari anche contro le indicazioni degli agonisti. Il dirigente dovrebbe capire che lui é in quella posizione per essere al servizio degli agonisti e non il contrario!”
Secondo te, gli agonisti della canna da natante hanno delle mozioni comuni o sono invece divisi su molte questioni o, peggio ancora, non fanno sentire la loro voce nelle sedi preposte, come capita ad esempio in altre specialità come il colpo ecc?
“Le occasioni di far sentire la nostra voce non sono tante e quando capita spesso gli agonisti non si confrontano con i dirigenti, tacciono. Ma non tutti, alcuni parlano, e con cognizione di causa, ma anche questi pochi non sono ascoltati. Bada, parlo di persone che non lo fanno per tornaconti personali ma solo perché hanno a cuore la disciplina ed il suo futuro, hanno a cuore che i praticanti aumentino e non calino, perché quando cala anche solo un tesserato, per la Federazione é un insuccesso! I nostri sforzi e quelli della Federazione dovrebbero essere mirati a portare soddisfazione agli agonisti, affinché vi siano campi gara validi, regolamenti idonei, buone catture, tutto quanto serve affinché l’agonista, a fronte dei sacrifici che compie, abbia soddisfazione dalla pratica del suo sport. Nel momento in cui gli si complica troppo la pratica della sua disciplina, l’agonista molla la presa e se ne va. E quando perdiamo un agonista, cercare di recuperarlo diventa oltremodo difficile! Il dirigente dev’essere al servizio degli agonisti, deve sentirli e analizzarne i bisogni comuni, magari proprio quelli riportati dagli agonisti di alto livello, che sono quelli che meglio conoscono i bisogni del movimento. Oggi questo non succede!”
Conosci molto bene la tua disciplina: secondo te l’agonismo della canna da natante ha un futuro o no?
“Il futuro di questa specialità, come di tutte le altre, dipende dalla caratura della dirigenza. Se la Federazione opererà nel modo giusto, la canna da natante avrà un futuro ed il giusto ricambio, a tutti i livelli, e saremo sempre competitivi. Ma se l’azione federale continuerà in questa direzione e le persone che oggi si adoperano per organizzare molto di quello che si sta facendo mollano, il destino della canna da natante é segnato.”
Continuo a punzecchiarti perché ti sento bello “tonico”: domani mattina diventi Responsabile del Settore Mare per un giorno, cosa fai?
“Caccio via tutto lo staff del Settore e nomino dirigenti tutti ex agonisti della specialità, in modo da creare un clima ideale per lavorare per il futuro. Bada, non ho parlato del Presidente Nazionale, che stimo e al quale, con i suoi pro e contro, riconosco di lavorare molto per la Pesca Sportiva. Lui non lo toccherei! Il suo grosso problema é che si circonda di collaboratori, nel Mare, che non fanno nulla per la Pesca Sportiva!”
In questa intervista ti ho sentito piuttosto contrariato con la Nazionale e l’ambiente federale. Hai mai pensato di mollare? Almeno la maglia azzurra?
“E’ vero che sto meditando da un po’ di tempo di lasciare la Nazionale, non so quando capiterà ma so sicuramente il motivo: sono stanco di dover combattere sempre affinché tutto sia fatto nel migliore dei modi! Sono troppi anni che succede; nell’ambiente della canna da natante i garisti sono scontenti di molte cose ma ne parlano sempre dietro le quinte e mai ai dirigenti, che ascoltano poco e comunque fanno sempre come pare a loro, anche contro la volontà di quegli agonisti che, come il sottoscritto, li consigliano per il bene della specialità. E’ palesemente chiaro che alla Federazione interessa maggiormente la pesca al colpo, ci sono migliaia di esempi che potrei fare per dimostrarlo ma ne voglio citare uno soltanto, l’ultimo: proprio poche settimane fa sono stati scelti degli atleti della nostra Federazione per essere ricevuti dal Presidente della Repubblica Mattarella, tra questi 4-5 atleti mancava proprio colui che ha vinto più di tutti in tutta la storia della Federazione, il sottoscritto. Probabilmente sono poco gradito a qualcuno per il mio modo di difendere la canna da natante e dire sempre la verità, ma non capisco perche non sia mai stato, e sottolineo mai, insignito con un giusto riconoscimento Alberto Marchi, C.T. della Nazionale italiana di canna da natante dal 1990 ad oggi. Marchi è il C.T. più titolato della Federazione ma troppo spesso dimenticato. Forse perchè è della canna da natante… Se l’acqua fosse stata meno salata e più dolce, sicuramente Alberto dal Presidente Mattarella ci sarebbe stato! Non voglio dimenticare Anthony Giacomini, 21 anni, tre volte campione mondiale under 21 individuale di canna da natante, entrato nella Nazionale seniores nel 2015 con cui ha esordito con la vittoria a squadre nel Mondiale e quarto assoluto nell’individuale. Diciamo che per essere ricevuti dal Presidente Mattarella c’erano tutti i presupposti: la “leggenda” della pesca, il dirigente più titolato e il giovane più titolato oltre che futuro di questa disciplina! Evidentemente, però, c’è troppo sale nelle nostre vene ma a noi va bene così: il sale ci alza un pò la pressione ma ci rende sicuramente più buoni!”