LELE TUBERTINI E FRANCO GALLIANI CI PARLANO DEL MONDIALE PER CLUB DELLA LENZA EMILIANA TUBERTINI
Ho incontrato Lele Tubertini e Franco Galliani per parlare, a mente fredda, di quella bella avventura che é stato il Mondiale per Club recentemente disputato alle Vallette di Ostellato e nel quale la Lenza Emiliana ha onorato i colori italiani con un argento pesantissimo, nient’affatto scontato visto l’ottimo livello tecnico medio che le 28 squadre partecipanti hanno messo in campo in quest’occasione. Oltre ai fortissimi inglesi dei Daiwa Dorking, che alla fine vestiranno l’oro, hanno ben figurato i magiari, i francesi, i cechi, i bulgari, gli austriaci ed i padroni di casa di S. Marino.
La pescata di Ostellato, letteralmente rinato rispetto a solo un paio di mesi orsono, si é dimostrata si generosa ma solo per chi ha saputo ben interpretarla, al di là della semplice considerazione di un picchetto più o meno buono avuto in sorte: chi ha avuto la capacità di capire bene tempi e modi di pasturazione ha fatto bene quasi sempre, chi ha saputo mettere in campo, al bisogno, il mestiere, l’estro e spesso l’esperienza, ha fatto il risultato.
Partendo da queste considerazioni con Lele Tubertini, che di Mondiali che ne ha disputati e visti molti, e con il Capitano Franco Galliani abbiamo voluto fare il punto sul Mondiale della Lenza.
Lele, a te l’apertura sul commento al Mondiale per Club…
“Per noi é stato l’ottava partecipazione, per le acque interne, ed é l’appuntamento clou di una stagione, come puoi immaginare. Abbiamo scelto di sponsorizzare anche l’evento ed abbiamo messo in campo risorse e uomini per cercare di ottenere il massimo obiettivo. Lo avevamo disputato anche lo scorso anno, una partecipazione difficile su di un campo di gara poco congeniale a noi e funestato anche da un meteo difficile che ci complicò ulteriormente le cose; onestamente lo scorso anno eravamo fuori dai giochi per la vittoria; quest’anno la competizione era certamente alla nostra portata e il risultato finale lo dimostra.”
Sono passati 10 giorni dall’epilogo del Mondiale e sicuramente avrete ragionato al vostro interno ed analizzato i vari momenti di quel week end, molto bello sicuramente, nel quale avete vinto un bel argento; forse qualche rimpianto rimane, però…
(Galliani) “Un Mondiale in casa non si disputa tutti gli anni e pensare che siamo arrivati secondi con un punteggio che, in molte occasioni, sarebbe stato più che sufficiente per vincere, certamente lascia un po’ di amaro in bocca. Poi non dobbiamo dimenticare che abbiamo perso contro una grandissima squadra, composta da diversi nazionali.”
Dei due giorni del Mondiale, cosa vi viene alla mente subito?
(Galliani) “La prima cosa direi certamente il sorteggio non favorevolissimo nei due giorni, soprattutto per il nostro agonista che speravo potesse capitare meglio, ossia Marcello Corradi. Invece Marcello nei due giorni non é capitato mai bene, sempre in picchetti centrali, lontano dalle zone più pescose, e questo non lo ha aiutato.”
(Tubertini) “Credo di avere una certa esperienza sull’argomento e posso dirti che il nostro Mondiale si é giocato tutto in un settore, la domenica, quello di Corradi, che si é scontrato direttamente con l’inglese. Quest’ultimo é capitato bene, in un tratto con pesci importanti dove sono usciti i pesi maggiori, Marcello si é battuto in una parte del settore dove sono stati realizzati pesi scarsi. Pensa che al suo fianco, l’ungherese, che arriveranno poi terzi assoluti, ha portato alla pesa 45 grammi! Corradi é giovane, ha meno esperienza ma ha strappato un sette con 3 chili, piazzamento che vale molto di più di quello che sembra.”
Certamente, se le cose fossero andate un po’ diversamente sarebbe stato utile a Marcello anche per l’umore e la sua crescita in personalità agonistica…
(Galliani) “Certamente, anche se queste doti a Marcello non mancano perché ha una grinta ed una maturità spiccate, che noi ormai conosciamo già bene. Sono molto dispiaciuto per le due gare di Corradi, non tanto per il fatto che qualche punto in meno avrebbero portato un altro risultato, la pesca é anche questo, ma soprattutto perché Marcello é un ragazzo dalle qualità ottime ed un pizzico di fortuna in più lo avrebbe premiato come merita.”
(Tubertini) “In Lenza Emiliana abbiamo due talenti, Marcello ed Andrea Giambrone, di meno di 25 anni, in cui noi crediamo molto, sui quali abbiamo puntato anche in chiave futura, sia per la loro caratura tecnica che per le qualità umane e caratteriali. Lo scorso anno in Slovacchia ha pescato Andrea e quest’anno abbiamo voluto premiare Marcello, per un giusto discorso di equità perché per noi sono alla pari. Nel Mondiale forse con un po’ di esperienza in più, in quei picchetti, Marcello poteva fare un punto in meno ma non avremmo vinto comunque, bisogna essere onesti. Il campo gara, per come era dislocato, aveva diversi terminali e Macello é sempre capitato su picchetti interni in settori di questo tipo, e la differenza si é vista.”
Ora vorrei fare un approfondimento su quello che é stato per voi questo Mondiale e come lo avete interpretato tecnicamente. Avevo parlato con Ferruccio nei giorni precedenti, cercando di capire che Mondiale si aspettava e anche lui pensava ad una competizione complessa per vari motivi. Seguendo il corso delle prove e poi le due gare, credo di poter dire che non è stato un Mondiale facile, anche se sono uscite delle pescate molto cospicue, a fianco, casomai, di nasse molto povere. Insomma, i pesci alla Vallette c’erano ma solo per chi ha saputo fare le cose giuste nel momento giusto, altrimenti si restava a guardare. Ora che é finito vogliamo parlarne anche a favore dei nostri lettori?
(Tubertini) “La nostra impostazione é stata un po’ differente da quella degli inglesi ma non si può dire che fosse peggiore perché i nostri hanno fatto sempre molto bene, se escludiamo Corradi per i motivi che abbiamo detto. Loro sanno pescare comunque molto bene queste grosse breme. La loro forza é che hanno già alcuni giovani molto forti che fanno però già parte della Nazionale maggiore, quindi con molta esperienza internazionale.”
(Galliani) “Oggi ti posso dire che, come impostazione di gara, noi eravamo più a punto degli inglesi! Eravamo più in pesca noi di loro. Poi qualche episodio può modificare l’andamento complessivo delle gare ma in linea generale noi eravamo in ottime condizioni di preparazione; dove c’é stato da fare la gara noi eravamo in corsa appieno, ne sono convinto.”
Ho avuto l’opportunità di intervistare Jean Desquè, il CT della squadra francese la mattina prima della seconda gara e la prima cosa che m ha detto é che queste breme di Ostellato sono perfette per gli inglesi, sono sostanzialmente breme anglosassoni come comportamento…
(Galliani) “Jean é una autorità nella pesca di questi pesci, ed anche stavolta ha avuto ragione. La cosa che noi paghiamo agli inglesi é la nostra relativa dimestichezza a pescare le breme grosse, cosa che loro sanno fare perfettamente perché la fanno da sempre, mentre per noi é una cosa relativamente nuova. E la gara era da fare sulle breme grosse, quelle che potevano fare la differenza. Loro hanno anche saputo volgere a loro favore situazioni difficili, in apparenza compromesse, grazie alla loro esperienza nella ricerca di qualche breme grossa. E’ quello che é successo, ad esempio, all’inglese che pescava nel settore di Moreno, la domenica, che era al numero due del campo gara. Tutti lo davano in difficoltà per oltre metà gara, alle prese con pesci medio piccoli mentre Moreno era in lotta per vincere da subito. Alla fine Callum ha cambiato qualcosa nella sua pasturazione, probabilmente ha incollato del fouillis, giocando il tutto per tutto nell’alimentazione finale, rendendola molto ricca, ed ha trovato quei pesci fondamentali per recuperare il distacco su Moreno e batterlo per pochi etti su oltre 11 chili. E questa cosa l’hanno saputa fare in altre situazioni nei due giorni, vedi Raison che é andato a vincere il sabato dopo un inizio gara molto difficile.”
(Tubertini) “Dobbiamo anche ricordare che il fattore casa, spesso determinante in altre competizioni, vedi il Mondiale Club dello scorso anno, quest’anno per noi é stato relativo, perché se escludiamo le prove di Club Azzurro di un mese fa, noi ad Ostellato non ci andiamo da un paio di stagioni. E la pesca é cambiata non poco da allora. Quindi abbiamo pescato in un campo in parte nuovo anche per noi.”
Bisogna dire che anche i nostri, in alcuni casi, hanno saputo tirare fuori gli attribuiti ed il mestiere, vedi la non facile gara iniziale di Umberto il sabato, sorteggiato esterno all’entrata del campo gara, un esterno non sempre smaccatamente favorevole ma spesso funestato da pesci piccoli; o le grandi gare di Ferruccio, capitato su due picchetti bruttissimi, che ha sfoderato due prove maiuscole all’inglese, unico forse in tutto il campo gara nei due giorni…
(Galliani) “Certamente! Pensa, se su quei due picchetti, nei due giorni, ci fosse capitato un inglese probabilmente non ci avrebbe fatto nulla, anche per il fatto che la domenica loro le canne con il mulinello non le hanno neppure aperte! Loro hanno puntato tutto sulla roubaisienne e la ricerca delle breme grosse, perché sono specialisti in questo, sono i numeri uno.”
Ma cos’hanno di diverso da noi in questo caso? E come si è evoluto Ostellato in questi anni per arrivare a dire che le sue breme sono particolarmente congeniali agli inglesi?
(Tubertini) “Ostellato di oggi non é certamente come quello del Mondiale 2011, ad esempio. Io ho visto un acqua molto bella, come non avevo mai visto nei tantissimi anni da cui lo frequento. E questo é un dato. Loro sono abituati a pescare breme grosse in acque di questa qualità. Loro hanno anche l’esperienza di sapere che questi pesci, prima o poi entrano; loro aspettano, canna in barra, anche per tempi lunghi, che i pesci arrivino sulla zona pasturata; per noi italiani, abituati ad una pesca più dinamica, a ricercare sempre la modifica della lenza per trovare l’assetto giusto, questa mentalità é in fase di realizzazione e risulta ancora dura da digerire perchè le breme di taglia grossa ed in un certo numero ad Ostellato cominciano ad esserci ora e quindi ci stiamo abituando adesso a pescarle. Per gli inglesi, e non solo, é cosa normale.”
Una domanda sulla tipologia di esche e pasture avete scelto e se, avendo a disposizione anche mezzo litro di ver de vase, lo avete usato…
(Galliani) “Come pastura noi abbiamo scelto la classica Turbo di Van den Eynde, nella versione brown, e come terra la Argille umide, la somma in definitiva. Per il ver de vase posso dirti che lo abbiamo testato nelle prove ma alla fine abbiamo scelto di non aggiungerlo alla pastura preferendo il fouillis perché non ci ha dato particolari riscontri positivi.”
E come tipologia di lenza? Gli appoggi?
(Galliani) “Essendo importante cercare pesci di taglia, abbiamo usato prevalentemente lenze non leggerissime, sul grammo e mezzo/due e con un discreto appoggio dell’esca sul fondo, visto che questi pesci amano grufolare.”
Seguendo i due giorni di gare, abbiamo visto i nostri tagliare ed aggiungere alla pastura tanti vermi, gli inglesi forse no…
(Galliani) “E’ vero ma anche gli inglesi li hanno usati ma con una differenza: noi li aggiungevamo di mano in mano, loro li hanno presentati già tagliati, e quindi ne hanno usati in peso anche di più, e li hanno aggiunti tutti all’inizio alla loro pasturazione. I vermi però li abbiamo innescati pochissimo, solo in qualche momento come alternativa al ver de vase.”
Come vogliamo finire questo commento al Mondiale per Club?
(Galliani) “Credo sia doveroso ringraziare l’azienda Tubertini per lo sforzo economico e logistico che ha messo in campo in questa occasione, che è stato davvero enorme. Voglio ringraziare anche tutti coloro che in Lenza Emiliana e non solo si sono messi a disposizione, facendo tutti i tipi di lavoro necessari affinché tutto filasse al meglio nei mesi precedenti e nella settimana di prove e gare. Abbiamo creato un bel gruppo ed una organizzazione perfetta. Voglio anche complimentarmi con la Federazione di San Marino e quella italiana per l’organizzazione ottima del campo di gara. Per ultimi voglio tenere i miei ragazzi, Marcello, Ferruccio, Umberto, Moreno, Giuliano ma anche Polesi e Giambrone, che hanno disputato un grandissimo Mondiale, hanno dato il 110% e sui quali non ho veramente nulla da recriminare perché hanno fatto veramente il massimo, facendo un punteggio, e mi voglio ripetere, che in molte occasioni farebbe vincere alla grande. Abbiamo incontrato una corazzata e quindi onore agli inglesi per la vittoria.”
(Tubertini) “Voglio ancora complimentarmi con gli inglesi perché si sono dimostrati fortissimi, molto professionali e preparati. Sono stati ad Ostellato praticamente due settimane e ne hanno capito le sfumature. Credo che loro saranno sempre la squadra da battere nelle manifestazioni per club. E’ la loro organizzazione agonistica che fa si che al Mondiale per club arrivi una formazione composta da Nazionali; da loro non esiste la mentalità della società tipica italiana, la loro selezione avviene in un week end tra formazioni di 10 elementi allestite apposta per quell’evento, formazioni in cui si concentrano tutti gli agonisti migliori messi assieme per il campionato nazionale. E fra i dieci vincenti vengono scelti i 5 migliori, solitamente tutti nazionali. Tutto il resto della loro attività agonistica é sostanzialmente individuale. Comunque ora archiviamo il Mondiale di Ostellato e pensiamo a quello in Spagna, di canna da natante, dove mi aspetto belle cose dalla Lenza Emiliana!”
E con l’arrivederci e l’auspicio del Biancone per i colori della Lenza salutiamo gli sportivi italiani e i fans giallo/neri per un prossimo appuntamento di grandissimo agonismo!
Angelo Borgatti