MATCHFISHING CUP FEEDER 2016: IN FIUMA MANDRIA VINCE ALESSANDRO SCARPONI
La 5° edizione del Match Fishing Cup Feeder si è disputata sul cavo Fiuma nella giornata di domenica 21 agosto 2016 grazie alla collaborazione della società Val D’Enza alla presenza di una sessantina di agonisti arrivati per l’occasione da diverse regioni d’Italia.
Lo scopo di molti era quello di testare il canale in previsione della prima prova del campionato italiano individuale che si disputerà proprio la domenica successiva.
Il canale nelle ultime settimane si era dimostrato davvero generoso con pescate di carassi e carpe davvero importanti per cui le aspettative erano molto positive.
Nel pomeriggio del sabato però sulla zona si è abbattuto un violento temporale con acqua e grandine che probabilmente ha alterato l’umore del pesce e i carassi nella parte alta del cavo Fiuma in Mandria Nuova hanno mostrato un comportamento decisamente abulico e inaspettato.
Infatti ci si aspettava il festival delle catture e invece ne è uscita una gara difficile dove i carassi hanno latitato per parecchio tempo e qualcuno per prenderne uno ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie.
La pesca è stata la solita con tutti a preferire la linea poco oltre la metà del canale vista tra i 18 e i 20 metri per poi posizionarsi da metà gara in poi verso l’altra sponda.
Come mi ricorda spesso un amico, che la Fiuma la conosce come le sue tasche, questo canale non è mai lo stesso. Fai bene un giorno e poi quello successivo occorre partire con un altro approccio per vedere le mangiate.
Oggi però è stata davvero dura, la cima non voleva rilasciare la tanto sospirata vibrazione e in molti hanno iniziato ad interrogarsi su cosa fare.
La prima modifica ovviamente è stata quella di affinarsi sia con l’amo che con il filo per vincere la diffidenza del pesce.
Qualcuno ha azzardato perfino terminali dello 0.8 e ami del 22 ma forse si è un tantino esagerato visto che si devono catturare carassi e non cavedani.
E allora si cambia tipo di esche, si passa dalla pastura ai soli cagnotti, si taglia qualche verme e si passa al verme come innesco che nelle prove qualche successo lo aveva assicurato.
Niente! nemmeno la pesca sotto canna è stata fruttuosa, e allora che fare?
Domanda difficile, risposta assente per venirne fuori.
Io posso raccontare la mia pescata eseguita sul picchetto D 10.
L’ho impostata dopo avere studiato il posto e non avendo trovato canna sotto ho deciso di fare un buon fondo sotto le canne dall’altra parte, staccato circa mezzo metro dal canneto tant’è che un paio di volte mi sono perfino attaccato.
Scarico subito quattro pasturatori extra large con dentro “poco di tutto” e poi lascio riposare iniziando la classica pesca a metà canale.
A metà gara ero alla canna del gas, dopo due ore avevo una decina di pesci, decisamente scarsi per stare nei tre del settore.
Decido di fare un giro anche sotto canna dove avevo scaricato quattro pasturatori con “di tutto un pò” ad inizio gara ma nemmeno li vedo segni di vita.
D’altra parte senza canna sotto è difficile sperare in un jolly.
Ad un’ora dalla fine, dopo avere raccattato qualche altro pesciolino a tre quarti di canale, decido di giocarmi tutte le mie carte sulla sponda opposta per vedere se per caso sulla zona pasturata potesse pascolare un qualche pesce di taglia.
Ci vado con una canna decisa, la Extreme Diamond della Maver da 14 piedi, sul mulinello ho del filo in nylon dello 0,26 e per terminale dello 0,22 con amo del 12 caricato con il classico fiocco di cagnotti.
Nessun segno, non parte, maledico la Fiuma, un canale tra i più belli d’Italia, ma quando non è giornata è dura.
Recupero, carico e rilancio e mi fisso delle pause da 10 minuti per vedere se si muove qualcosa.
Un altro amico mi ha sempre detto..” guarda che se c’è un pesce nelle vicinanze dovrebbe mangiare subito”.
Tra me e me penso che i pesci probabilmente sono migrati da altre parti.
Ma quando meno l’aspetti la canna senza nessun preavviso parte decisa, la mia ferrata è repentina e capisco che la sotto c’è un peso massimo.
Sono armato bene e allora gli faccio capire subito chi detta le regole del gioco.
Forzo duramente per evirare che mi prenda la direzione delle canne e ho la fortuna che mi prende il largo del canale.
E’ fatta, la lotta dura una decina di minuti per poi finire adagiata dentro la sacca del guadino.
E’ una carpa regina bellissima dalla livrea spettacolare che alla bilancia farà fermare l’ago sui cinque chilozzi.
E’ fatta. Ho raddrizzato la mia gara ma certi jolly ci vorrebbero nelle gare che contano.
Certo mai avrei immaginato di fare l’assoluto di gara e iscrivere così il mio nome nell’albo d’oro della match Fishing Cup feeder, insieme ai nomi di Angelo Pizzi, Nicola Bernasconi, Gregorio Giovannoni e Giancarlo Ricci.
La carpa l’avevo dichiarata e così prendendoci gusto ne dichiaro un’altra che puntualmente arriva dopo un quarto d’ora ma questa volta a far tremare il cimino è una bella breme da due chili.
Finisce la gara, la Fiuma che tanto avevo maledetto a metà gara alla fine la saluto con una rinnovata adorazione perchè al di la del risultato personale questo canale è davvero spettacolare e da quello che si è visto nelle ultime settimane è difficile trovarne uno al suo pari.
Speriamo che tutti coloro che hanno nelle mani le sorti di questo canale facciano il possibile per preservarlo da un deterioramento per mani ignote.
Sul podio oltre ad Alessandro Scarponi della società Gambero Milords Maver, finiscono anche il fortissimo Stefano Fantesini del Gatto Azzurro Colmic e Carlo Calcagnile della lenza Mantovana team Feeder.
Le premiazioni si sono svolte presso il lago di Sant’Antonio e a tutti i partecipanti un rinnovato ringraziamento, unitamente ai volontari della Croce Bianca di Sant’Ilario d’Enza che hanno ospitato il raduno mattutino.
Saluti a tutti.