GABRIELE TUBERTINI SUL BRACCONAGGIO: IN ROMANIA TI SBATTONO IN GALERA E BUTTANO VIA LA CHIAVE E IN ITALIA?
E’ chiaro ormai a tutti che questo è uno dei problemi del momento al quale bisogna porre la parola FINE.
Ai bracconieri del mare, tutta brava gente di casa nostra ai quali si stanno aggiungendo gruppi criminali, una vera e propria rete organizzata con gerarchie ben definite che stanno depredando i ns. fiumi, canali e laghi. Questi ultimi sono per la maggioranza rumeni.
Parlando con un mio magazziniere di questa nazionalità, perfettamente integrato nel contesto pesca sportiva ed iscritto alla mia società, alla domanda: “ma in Romania succede la stessa cosa?”
Risposta: “ma solo che non scherzi, non ci provano neanche. Se li beccano e là i controlli ci sono li sbattono in galera e buttano via la chiave.”
Pensando che esagerasse mi sono fatto inviare e tradurre alcuni articoli della loro legislazione in materia di pesca.
ART.61 – Pesca con strumenti elettrici, esplosivi, sostanze chimiche o narcotici, reti da posta, sciabiche nasse, trasporto e vendita di pescato illegale. Tutti reati punibili con la reclusione da 6 mesi a 4 anni oltre ad un’ammenda di 1500€ (che sono 6 mesi di un loro stipendio
medio).
ART.62 – Gli atti riferiti all’art.61 se commessi da una o più persone, tra le quali anche uno solo armato, la reclusione per tutti va dai 2 ai 6 anni. La pena è ulteriormente maggiorata se vengono beccati durante il trasporto perché il pesce è già morto quindi irrecuperabile.
ART.64 – Ogni sentenza conclusa con condanna implica la sospensione del permesso di pesca.
ART.67 – Confisca degli attrezzi, barche, automezzi anche se intestati a terzi, armi bianche o da fuoco e altri beni utilizzati per commettere il reato.
Io non so se in questo paese si esagera ma una cose è certa, in casa loro prima di bracconare ci pensano non una ma mille volte, al contrario che da noi dove fanno quello che vogliono al massimo rischiano una piccola sanzione che non pagheranno mai.
Purtroppo noi pescatori ci lamentiamo delle cose che non vanno tra di noi, così non si ottiene nulla, dobbiamo organizzarci.
Sapete cosa si sente rispondere la FIPSAS nelle riunioni quando presenta le varie problematiche: voi rappresentate solo l’8% dei pescatori, tutti gli altri non si lamentano.
Per aumentare questa percentuale sembra che finalmente qualcosa si stia muovendo; attendiamo di saperne di più però, se la cosa è seria, è indispensabile una mobilitazione di massa, negozianti, pescatori di tutte le discipline e categorie.
Tubertini Gabriele