LE “SENATRICI” AZZURRE CI PARLANO DEL MONDIALE 2016

MARCHIODI TURRINI ridotta

 

Innanzitutto spero non me ne vogliano troppo Claudia, Silvina e Simona per l’appellativo “senatrici” che ho loro attribuito, appellativo che non vuole far riferimento alle loro caratteristiche anagrafiche ma vuole essere un segno di rispetto per la loro esperienza e per i risultati conseguiti a livello nazionale ed internazionale nel nostro sport. Essere senatori o “senatrici” non é di tutti, lo si diventa per merito e tra i loro compiti quello di “crescere” le “nuove leve, in questo caso le giovani Valentina Borsari, Anna Sgobbo e Federica Brilli, le altre Azzurre che hanno completato la forte squadra delle nostre donne. E visti i risultati credo proprio che siano sulla strada buona!

Fatta questa doverosa premessa, che spero mi salvi dalle loro ire la prossima volta che le vedrò, passo alle loro dichiarazioni fornitemi al loro rientro in Italia dopo il bel bronzo a squadre e al fantastico oro individuale della Turrini conseguiti nel Mondiale donne 2016 disputato in Spagna lo scorso week end.

 

Come giusto iniziamo dalla neo Campionessa del Mondo individuale donne 2016, Silvina Turrini:

SILVINA TURRINI

Silvina, siete appena tornate dalla Spagna e al tuo collo penzolano due medaglie: una rossiccia ed una altra di un colore che identifica la migliore del mondo per il 2016!

“Non riesco ancora a capacitarmi di questo risultato, credimi! E’ il realizzarsi di un sogno, una sensazione indescrivibile…”

 

Vincere un campionato del mondo dall’alto di oltre 35 chili di pescato in due gare é un risultato storico, stratosferico, che non lascia dubbi su chi sia stata la migliore…

“Si, credo non sia mai successo ed é stato il frutto di una enorme mole di lavoro perché realizzati con pesciolini da 30/40 grammi.”

 

Da quanti anni sei nel giro della Nazionale?

“Mi sembra 14 o 15. Ho fatto la mia gavetta e da diversi anni ci sono sempre. Dai tempi di Giampiero (Barbetta).”

 

Questa pesca ai carassietti e alle carpette era quella che vi aspettavate di dover fare?

“Non proprio. Sapevamo che all’inizio delle prove ci sarebbe stata l’alborella ed abbiamo iniziato le prove così; poi abbiamo provato l’inglese ma i pesci stentavano ad entrare in modo stabile e costante. Dal giovedì abbiamo iniziato a valutare seriamente la peschetta e venerdì abbiamo fatto due ore di peschina e due ore ai pesci a roubaisienne per valutare le differenze ed infine abbiamo scelto di preferire le carpette ed i carassietti con un occhio all’eventualità di uscire a pesci se le cose giravano diversamente.”

 

35 chili di pesciolini sono un bottino che non si improvvisa ma richiedono preparazione, concentrazione, conoscenze… insomma questa é una tipologia di pesca che ti deve piacere in modo particolare!

“Bhe si, la pesca con le canne fisse corte mi piace in modo particolare, é la prima che ho fatto, con mio marito che mi ha insegnato dalle prime pescate in Mincio. Ancora oggi, quando troviamo un posto idoneo, andiamo a farla. In Spagna si poteva fare anche con la roubaisienne ma a me é più congeniale questa tipologia di canna. E credo di averlo dimostrato!”

 

Diamo qualche indicazione tecnica sulle tue lenze e pasture…

“Come pastura abbiamo usato una classica da carassi, che perdesse poco e lavorasse sul fondo, dove li abbiamo cercati con le lenze. Se era troppo bagnata entravano le alborelle a dar fastidio quindi bisognava trovare il giusto grado di bagnatura per farli stare nel punto giusto. Abbiamo aggiunto molti vermi tagliati perché erano pesci molto famelici.”

 

Chiudiamo con un commento, Silvina…

“Sono ancora incredula! Mi sembra di aver fatto due gare in Lama, dove ci sono pescetti simili a quelli, e non il Campionato del Mondo. Ho raggiunto l’apice ma non me ne rendo conto, davvero!”

 

Complimenti Silvina, da parte di tutti i lettori di Match Fishing!

 

 

Claudia Marchiodi

MARCHIODI ridotta

 

Claudia, anche per te non é il primo Mondiale e quindi puoi dare un parere autorevole su questa esperienza a Merida…

“E’ stato un bel Mondiale, con un campo di gara bellissimo. Eravamo orientati, all’inizio, su di una pesca a roubaisienne o all’inglese alla ricerca di carpe e ibridi. Durante le prove, però, questi pesci hanno un po’ latitato e ci siamo resi conto che c’era una presenza importante di questi pescetti da 30/40 grammi, di cui ci avevano parlato ma non pensavamo che fossero la prima possibiltà in gara. C’erano anche delle alborelle ma non influenti per la pescata, anzi da evitare per il disturbo che davano.”

 

Tu hai pescato la domenica e comunque sei riuscita ad entrare appieno in questa pesca…

“Si devo dire che mi piace questa tecnica, divertante ma che richiede molta concentrazione ed un sincronismo perfetto per tutte le quattro ore. Ho terminato la mia gara di domenica con oltre 13 chili e sono molto soddisfatta!”

 

Vorrei farti una domanda sul clima della Squadra durante quella settimana…

“Buono, certamente. Abbiamo trovato una buona sinergia tra di noi, abbiamo fatto un po’ le mamme con le ragazze più giovani ed il clima é stato molto costruttivo, anche con i Capitani. I risultati sono certamente il frutto anche di questo buon feeling interno.”

 

 

TURRINI MARCHIODI ridotta

 

Concludiamo la nostra lunga chiacchierata con la veterana di questa Nazionale, un’atleta alla 23^ presenza alle rassegne iridate femminili di pesca al colpo, ossia da quando questo evento esiste, con un palmares da brivido che neppure lei ormai ricorda tutto: Simona Pollastri!

 

pollastri

 

Simona, il tuo parere su questo bronzo molto bello…

“Questo bronzo é un risultato molto positivo, indubbiamente. Il sabato avevamo 6 lunghezze di distanza dalla capolista ma nella pesca ai carassi noi italiani possiamo certamente dire la nostra, quindi abbiamo stretto i denti, sistemato alcune cose e la domenica abbiamo dimostrato cosa valiamo.”

 

Silvina e Claudia ci hanno detto la loro su questa pescata un po’ particolare ai carassietti; il tuo parere?

“Per molti aspetti a Merida abbiamo trovato una situazione che conoscevamo dalle nostre gare in Lama. Silvina lo scorso anno ne fece oltre 1000 in Lama, con le fisse corte. Lei é veramente fortissima in questa pesca. Io preferisco farla con la punta della roubaisienne, mi é molto più congeniale che la fissa anche se é un po’ più complessa come gestualità ma la sento più mia. E domenica penso di averlo dimostrato vincendo il settore con 16.000 punti. Sono oltremodo contenta per l’oro di Silvina perché se lo merita completamente, ha dato tanto alla Nazionale, diverse volte ci é andata vicino e quest’anno, finalmente, é arrivato l’oro anche per lei.”

 

Tu comunque ci sei andata vicino…

“Si. Faccio tre il primo giorno, con una condotta anche difensiva per la squadra perché sentivo che una di noi era in difficoltà e quindi si é cercato di non forzare ma di restare sulla pescata più congeniale per limitare i danni. Io ho avuto la sfortuna di avere di fianco la portoghese che, non essendo competitiva sulla peschina, é uscita subito a pesci e li ha trovati. E ti assicuro che vedere con una certa costanza il suo elastico verde allungarsi non mi aiutava certo a restare concentrata!”

 

Tu però hai tentato anche la carta dei pesci, sabato…

“Avevamo concordato di fare tre ore la peschina e poi, nel caso, uscire a roubaisienne. La visione di questo elastico verde che periodicamente usciva certamente mi ha un po’ deconcentrata e temevo di essere in ritardo pesante e quindi l’ultima ora, in accordo con i Capitani, abbiamo tentato quella carta. Per tutta la settimana, a pesci, non ne ho mai perso uno, sabato su sette tre li ho slamati. La pesca é anche questa. Voglio approfittare di questa occasione per ringraziare Stefano Defendi che é stata praticamente la mia sponda e mi ha aiutato veramente tanto, anche nei momenti di fare delle scelte tecniche. La domenica ho montato quattro punte per la pesca fuori ma non ci ho mai pensato un attimo di uscire e sono rimasta concentrata sui miei carassietti. Pensa che avevo in settore Valerie, una francese molto brava, prima di gara, e dopo un po’ ho cominciato a sentire gli applausi del pubblico ad ogni pesce di taglia che guadinava. E ad ogni applauso mi incazzavo di più e rimanevo lì a stringere i denti e a far volare la mia roubaisienne avanti e indietro. Alla fine le ho dato 6.000 punti di distacco…”

 

Abbiamo parlato delle gare. E le prove come le avete affrontate?

“Come ti hanno detto Silvina e Claudia, eravamo nell’ordine di idee di pescare a roubasienne o all’inglese a scorrere, tecnica non facile a Merida tra l’altro; grosse differenze non ne avevamo viste. Il martedi io ho provato a fare l’alborella a sei/sette pezzi di canna ed avevamo visto che rispondeva bene ma abbiamo visto che sotto c’erano questi carassietti molto interessanti. Ci avevano detto che se i pesci non fossero entrati sull’inglese entro il giovedì non sarebbero più entrati quindi a metà settimana abbiamo deciso di accantonare questa tecnica per concentrarci sulla roubaisienne, con la quale si trovavano carpe, grossi carassi ed ibridi anche da 1 o 2 chili ma non c’era molta continuità. Il giovedì abbiamo capito quale fosse la scelta migliore e quindi ci siamo concentrate su questi. Ed é stata una scelta giusta.”

 

Raccontami la vostra impostazione…

“A canna fissa si usavano dalla 3 metri alla 4.50 a seconda della conformazione della sponda, a roubaisienne si usavano 3-4 pezzi di canna, per arrivare al limitare della sassaia, dove potevano entrare anche pesci importanti come barbi, carpe ecc. Io ho preso, in gara, un black bass che ha fatto un salto fuori, quando l’ho illamato, che mi ha lasciato di stucco!

La pescata si sviluppava a filo fondo, con galleggianti da 1 a 2 grammi per entrare in pesca velocemente, come taratura delle coroncine piuttosto raccolte e dei finali da 15 cm di Tatanka da 0.125 mm per legare degli ami della serie 21 del 14 per i carassietti e della serie 26, sempre del 14, per i pesci sulla roubaisienne. Come pastura una gialla classica da carassi con l’aggiunta di tortue. Fondo iniziale a cupping con alcune palle poi alimentazione con noci di pastura piuttosto soda per non perdere tanto lungo la discesa. Come galleggianti ho montato dei PRO 105 per la pesca ai pesci di taglia mentre per i carassietti ho predisposto dei PRO 117.”

 

Una pescata così, a pesci piccoli, in velocità, magari a canna fissa, ha un po’ un sapore d’altri tempi… Magari avete dovuto fare un po’ di scuola alle ragazze più giovani…

“Guarda, Anna, Valentina e Federica sono ragazze di talento, veloci ad imparare e quando gli si spiega una cosa fanno presto a diventare delle macchine da guerra!”

 

Adesso ti aspetta il Campionato Italiano, manifestazione dove sei messa piuttosto bene, visto che ti porti in dote quattro vittorie di settore…

“Si, ora c’é la pratica Campionato Italiano ma ho ancora qualche giorno di tempo per riprendermi e gustarmi questo bronzo e l’oro di Silvina. Dalla prossima settimana penserò a Spinadesco. E ti assicuro che ci andrò bella carica!”

 

Il prossimo anno dove andrete per il Mondiale?

“Il Mondiale si svolgerà in Ungheria, dove sono già stata nel ’98 e vinsi il titolo individuale. Mi ricordo che in quell’occasione ebbi un ragazzino biondo, rompiscatole e con gli occhi azzurri, alle calcagna per tutta la settimana di prove e gare. Quel ragazzino era Walter Tamas, che ha detto di aspettarmi a Szolnoc, il prossimo anno. Cercherò di esserci anche per lui.”

 

Angelo Borgatti

 

 

 

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