MARCO GENOVESI CI PARLA DI SPINADESCO

 

genovesi marco ridotta

 

Come teatro delle ultime due prove del Campionato Italiano individuale Seniore, il Navigabile di Spinadesco ha ribadito la buona conoscenza che gli uomini della Lenza Emiliana Tubertini hanno di queste acque e di come insidiare i difficili pesci cremonesi.

Andrea Giambrone, Marco Genovesi e Giuliano Prandi, rispettivamente secondo, terzo e quarto assoluti ma, ancora, Moreno Ravaglia, settimo, Gionata Ferrarini, diciannovesimo ed Andrea Polesi, praticamente tutti i rappresentanti della Lenza Emiliana rimasti in lizza, sono arrivati bene in classifica, a dimostrazione che i ragazzi di Tubertini sembrano aver inquadrato bene la pescata da fare su questo canale.

Non sono da dimenticare le due bellissime gare del CIS 2015 disputate qui, che segnarono l’inizio della cavalcata vincente della Lenza Emiliana dello scorso anno. Alla luce di questi dati, con Marco Genovesi ho voluto fare un po’ il punto tecnico sulla pescata in gara da fare in queste acque.

 

Marco, hai appena sfilato la medaglia di bronzo dell’Italiano individuale 2016 e io sono già qua a chiederti un commento tecnico sulle vostre gare…

“Devo dire che siamo molto contenti di questo risultato, non solo individualmente perché é il mio piazzamento migliore in questa competizione, ma soprattutto come gruppo perché abbiamo lavorato molto assieme, abbiamo condiviso quanto rilevato nelle prove e il lavoro di gruppo, se fatto bene, paga sempre.

A me il Navigabile piace molto e al mio primo anno in Lenza Emiliana non posso che essere soddisfatto. Peccato per Andrea Polesi che il sabato é capitato in una zona oltremodo avara, in cui giravano dei siluri; la domenica però ha vinto, a dimostrazione che anche lui era in pesca bene. La nostra impostazione, basata tutta sulla regolarità, ha pagato qualcosa in quelle situazioni in cui é uscito qualche pesce di taglia, evento che nello Spinadesco di oggi diventa quasi irrecuperabile. Peccato per Giambro che ancora una volta ha sfiorato il colpaccio ma é giovane ed avrà il tempo di rifarsi, grazie anche alla fiducia che ha maturato nei suoi mezzi.”

Dicevamo del tuo piazzamento migliore nell’Italiano individuale…

“Di finali ne ho disputate diverse ma mai ero arrivato sul podio; nella finale di Montemolino, diversi anni fa, ero in lotta per vincere, ancora in un campo di gara avaro, ma alla fine terminai al sesto posto. In una competizione come questa occorre anche un pizzico di fortuna, ti deve girare tutto bene. Certamente devi comunque vincere e, proprio per questo, voglio fare i miei complimenti a Marco Solfanelli che ha totalizzato tre vittorie ed il maggior peso complessivo, quindi onore al migliore!”

Andrea Giambrone: già molte vittorie e diversi successi sfiorati per il giovane talento milanese…

“Andrea é un talento naturale di altissimo livello. Ho la fortuna di pescarci assieme in squadra e lui, come Marcello Corradi, hanno potenzialità altissime ed una grande maturità. Sono contento di questo risultato di Andrea soprattutto per il morale e la consapevolezza. Il prossimo anno torneremo assieme in Club Azzurro, che era il nostro obiettivo individuale primario di quest’anno, e continueremo assieme le nostre esperienze per affrontare al meglio le competizioni ad alto livello con la Lenza Emiliana Tubertini.”

Vogliamo vedere, Marco, quali sono i materiali che la gli uomini della Lenza Emiliana si portano al seguito quando vanno a Spinadesco?

“Il campo di gara é, ma lo é sempre stato, difficile, oggi come nel passato, con qualche differenza di specie presenti ma il denominatore comune é comunque sempre la difficoltà. In campo di gara é in evoluzione continua, entrano dei pesci poi spariscono, i siluri dicono la loro ecc. E’ difficile analizzare il campo gara a distanza, occorre viverlo direttamente nelle giornate precedenti e, nonostante questo, resta sempre una bella quota di imprevedibilità. Nelle prove dell’Italiano abbiamo vissuto due giorni di pescosità veramente molto misera e quindi era oltremodo difficile stabilire cose fare o meno. Nelle gare precedenti avevamo avuto la percezione che in gara il pesce rispondesse leggermente  meglio che non in prova.

pasture spinadesco tubertini ridotta

 

Sull’analisi di questo abbiamo scelto un tipo di pastura spiccatamente rivolto alle plaquette, miscelando la Turbo Classic con la Gold Pro Breme Classic , entrambe di Van den Eynde. La Turbo é sicuramente molto nota, un po’ meno forse la Gold Pro, una formulazione molto usata in Belgio, in acque ferme; é uno sfarinato che lavora molto, soffice, veloce nello sfaldamento, anche se non esageratamente fine. Abbinata alla Turbo, la Gold Pro Breme arriva bene sul fondo anche in presenza di buone profondità come a Spinadesco ma lavora velocemente e con una meccanica molto interessante. A questo mix abbiamo aggiunto un 30% di terra di Somma.

Per portare il fouillis sul fondo abbiamo mescolato Terra di Fondo e Terra di Somma aggiungendo un po’ di Grey Leam per dare un po’ di tenacità al tutto.”

E le vostre lenze?

“Abbiamo preparato lenze per le plaquette e lenze per gli orologi. Nel primo caso abbiamo scelto i PRO 116, una forma a goccia molto raccolta ma con un collarino allungato, rastremato perfettamente con l’antenna in vetro. La deriva é in acciaio per una migliore stabilità.

PRO 116 ridotta

Per i persici sole del sottosponda, da fare dove c’é l’habitat, é meglio usare un modello corto come la PRO 93, con collarino per evidenziare la starata e la deriva in acciaio per una entrata in pesca rapida.

PRO 93 TUBERTINI ridotta

 

Come ami abbiamo usato le due versioni della serie 1M, la Rossa e la Special. La 1M Special ha il gambo più corto, é molto leggero ma ha una resistenza maggiore, ed é indicato quando si pensa di trovare magari un pesce un po’ più grande.

serie 1M special ridotta

 

La 1M rossa, invece, ha il gambo più lungo, il filo sottile, ed é espressamente indicato per innescare il ver de vase nella pesca alle plaquette.

serie 1M rosso ridotta

Come misure ho usato sia il 20 che il 22 legate con monofilo Hercules da 0.06/0.07 mm, un nylon tradizionale molto morbido per una presentazione ottimale dell’esca. La lunghezza del terminale, con acqua ferma, per me é di 20 cm.”

filo HERCULES ridotta

 

Vuoi raccontarmi come si imposta una pescata agli orologi a Spinadesco?

“Innanzitutto occorre un posto giusto, perché questi pesci non sono ovunque ma prediligono posti con vegetazione, che si sviluppa dove ci sono le giunture delle piastre di cemento o fessurazioni in cui si deposita un po’ di limo che fa germogliare alghe o fili d’erba. La fortuna di avere una buona trasparenza dell’acqua ci permette di vedere il comportamento di questi pesci e pescarli quasi a vista. Si possono attirare con piccole palline di terra e fouillis o fouillis quasi puro e si insidiano con uno/due fili di ver de vase, che deve essere innescato perfettamente e restare molto mobile; se il vdv é fermo, svuotato, quasi mai avremo una mangiata del persico sole, che lo rifiuta. La distanza quasi sempre é il limite della illuminazione che ci consente di vedere il fondo, anche se i persici preferiscono restare un po’ in ombra, magari della nassa o della vegetazione. Sabato avevo un posto molto bello per questa pesca e le rosette mi hanno aiutato molto a conseguire il risultato.”

 

Un tuo giudizio su questo Spinadesco?

“Come ti ho detto all’inizio, a me il Navigabile piace molto, anche nella sua tecnicità estrema e nella scarsità di pesc, mi ha sempre affascinato, sin dagli esordi della mia carriera agonistica. In questo momento mi spiace vederlo ridotto così al lumicino ma non é la prima volta che succede. Sarebbe molto bello se potesse rendere un po’ di più, lo sarebbe anche per il movimento della pesca lombarda, che non vanta praticamente campi gara di una certa capienza e regolarità. Purtroppo i campi gara andrebbero più tutelati, sotto molti aspetti…”

 

Angelo Borgatti

 

 

 

 

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