IL SERCHIO DI MONTE SAN QUIRICO : QUANDO IL FEEDER INCONTRA LA PESCA A PASSATA
Ciao amici Pescatori, grazie all’amico Giuseppe Trani mi trovo a scrivere questo mio primo articolo. Ci ho pensato un bel po’ prima di trovare, fra i nostri itinerari, quello che raccoglie meglio lo spirito di Itinerari di Pesca. Alla fine sono giunto alla conclusione che il Serchio sia il modo e lo spot giusto per cominciare e per farci conoscere. Ricordo a chi leggerà questo articolo che non siamo garisti ma semplici appassionati di pesca, quindi cercate di essere di manica larga, soprattutto quando parleremo di lenze e montature.
AMBIENTI DI PESCA
Il fiume che prenderemo in esame è il Serchio. Questo splendido fiume è il terzo, per lunghezza, della regione Toscana dopo il ben conosciuto Arno e l’Ombrone. C’è comunque da ricordare che è il secondo in quanto a portata. Quest’ultima varia molto in base alla stagione ed alle conseguenti precipitazioni. Questo rende il fiume Serchio un rivale di tutto rispetto per ogni pescatore, che si troverà di volta in volta, ad affrontare un corso d’acqua sempre nuovo. Il suo maggior affluente è il Lima che ne regola molto la portata annua. In questo articolo vi parlerò di uno spot molto conosciuto dai pescatori locali e Toscani, Monte San Quirico. Non ci avventureremo, però, nei luoghi più spesso frequentati di questo spot, ma in un punto particolare e meno conosciuto.
Si, perché il fiume Serchio è fatto di piccoli spot specifici all’interno dei quali “scovare” letteralmente i nostri amici pinnuti. Capita spesso di doversi spostare da un albero che si affaccia sull’acqua verso un grottone, per poi tornare dopo un paio d’ore nello spot di partenza. Quindi una pesca molto dinamica, ma che sa dare molte soddisfazioni a chi ha la pazienza di cercarle.
Lo spot che affronteremo quindi è rappresentato da un intreccio di canne palustri ed un albero che si affacciano sull’acqua, nascondigli naturali per i pesci che andremo ad insidiare. Scendendo a valle dello spot classico di Monte San Quirico lo vedrete bene, preceduto da un ampio rasaio a monte e da un altro rasaio a valle.
SPECIE ITTICHE e TECNICA
I pesci che andremo ad insidiare saranno principalmente Barbi e Carpe dato che il Cavedano tende a rimanere più a monte ed a valle di questo punto. Vorrei darvi una tecnica specifica per questo spot ma ci siamo accorti, dopo numerose pescate, che in molti casi rende bene la classica pesca a passata; mentre in molti altri casi il feeder la fa da padrone. Non ci resta che essere pronti al cambio in ogni momento.
Per la pesca a passata consigliamo di utilizzare una montatura sul grammo, che può aumentare in base alle condizioni di corrente. Un bulk nella parte bassa, preceduto da una piccola scalata di quattro pallini allargati a salire, è risultata vincente. L’azione di pesca ci vedrà impegnati in una pasturazione a monte piuttosto abbondante di bigatto sfuso (l’incollato non sortisce risultati migliori), accompagnata dal passaggio del nostro galleggiante in trattenuta subito accanto all’intrico di rami. Lasceremo poi il galleggiante procedere a valle anche per molti metri. Il motivo è semplice: in momenti di acqua limpida, abbiamo visto i percorsi di pascolo dei Barbi e delle Carpe del luogo che spesso si spingono ben oltre la zona pasturata lasciandosi trasportare dalla corrente, per poi risalire quasi passandoci sotto i piedi.
Se invece decidiamo di pescare a feeder, è il momento di mettere alla prova la vostra resistenza. L’ampiezza e la conformazione di quel tratto del fiume, infatti, non rendono facile pescare da riva. Saremmo obbligati ad utilizzare pasturatori molto pesanti per rimanere in pesca. Ma noi di Itinerari di Pesca, avvezzi alle raffazzonate ed alle soluzioni in corso d’opera, abbiamo trovato la soluzione ideale. Noi affettuosamente la chiamiamo “Tecnica Feeder Bolo” e l’abbiamo sviluppata in Serchio un po’ grazie alle mie reminiscenze di bambino che guardava i video del grande Molinari, un po’ grazie alla profonda conoscenza del fiume di Mick (un nostro grande collaboratore e conoscitore del Serchio).
Si tratta di una vera e propria fusione fra la passata ed il feeder fishing. Ci troveremo infatti gambe in acqua con la nostra fedele feeder rod in mano e sentiremo in diretta le vibrazioni del pesce in fase di abboccata. Pescando in questo modo potremo avvicinarci allo spot, sconfiggere facilmente la corrente, diminuire sensibilmente il peso della nostra montatura, ed addirittura appoggiare il pasturatore quasi sotto l’intrico di rami senza il rischio di facili agganci (naturalmente se sei un cecchino quando lanci non è il tuo problema). L’emozione che si prova nel sentire la vibrazione dell’abboccata in diretta è qualcosa di unico. Se poi vogliamo faticare meno, possiamo comunque piantare un picchetto direttamente in acqua. La montatura migliore in questo caso è una semplice montatura in-line così composta: pellet feeder del tipo “In-Line Sticky Feeders” della Preston montato su un tratto di lenza doppiata a mezzo di brillatura per una maggiore resistenza; sgancio rapido; finale corto intorno ai 15/20 cm; amo. All’interno del pellet feeder, naturalmente, andremo ad inserire del bigatto incollato. Anche un classico running-rig con un maggot feeder funziona benissimo ma il rischio di aggancio agli intrichi di rami è più elevato.
In entrambe le tecniche la dimensione di ami e monofili è piuttosto elevata data la stazza delle prede (carpe di fiume oltre i 6kg) ed alla conformazione del fiume Serchio che spessissimo ci porta a dover letteralmente staccare, in fase iniziale, le nostre catture da grotte, intrichi di vegetazione o ostacoli sommersi. Eh si, in Serchio ogni cattura va sudata e le lenze lavorano al massimo della loro potenza. Quindi pescando a passata potremo spingerci fino ad una madre del 18 ed un finale del 14 ai quali abbineremo un amo del 16 dal filo robusto. Con il feeder potremo spingerci fino ad un finale del 16 ed un amo del 14. Si lo so, per molti di voi potranno sembrare monofili ed ami di spessore esagerato, soprattutto per la passata, ma una volta affrontato lo spot vi assicuro che converrete con me.
Questo è il Serchio di Monte San Quirico. Un posto dove feeder e passata si fondono, dove i barbi e le carpe non si faranno aspettare se pescati nel modo giusto e dove le acque cristalline ed una natura incontaminata la fanno da padrone.
Termina qui questo mio primo articolo. Spero che possa esservi piaciuto e che vi abbia dato spunti per le vostre future pescate. Naturalmente quando vorrete venire in Serchio contattateci e saremo lieti di condividere qualche piacevole ora di pesca in compagnia. Saluti da quelli di IDP e, come sempre, Catch & Release.
Per Match Fishing Nicola Petrucci