Una pescata a bolognese invernale in mare
Si sa, soprattutto durante l’inverno mare mosso e cielo minaccioso riescono a scoraggiare facilmente anche i pescatori più assidui e temerari. Quindi una valida alternativa per dare sfogo alla nostra irrefrenabile passione per la pesca e alla incontenibile voglia di tenere una canna (da pesca) in mano, può essere senza dubbio la pesca a bolognese da terra.
Per chi viene dalla pesca dalla barca è senza dubbio una tecnica più semplice: basta poca (ma valida) attrezzatura, con una buona dotazione di ami, fili e galleggianti in tasca e uno scoglio, un’ansa, un moletto o una diga dove poter arrivare abbastanza agilmente… e il gioco è fatto. Ah, dimenticavo, anche una bella tracolla con una buona quantità di bigattini, un must per ogni pescatore a bolognese che si rispetti.
Tuttavia, se la disciplina “pesca da riva” in se per sé è più semplice in termini di quantità di attrezzatura e accessibilità, non lo è di pari passo l’azione di pesca vera e propria: in effetti chiunque è in grado di sedersi su un moletto di un porto, tenere una canna in mano e passare il tempo, ma solo in pochi sono in grado di divertirsi veramente e tirar fuori “pesci importanti” da spot sfruttati e frequentati come lo sono quelli tipici della pesca da riva.
Correnti, condizioni di maree, colore dell’acqua, orario, scogli vicini, anfratti, ostacoli sommersi… tutte queste particolarità/difficoltà “generali” della pesca, da riva vengono automaticamente incrementate dalle caratteristiche spesso sfavorevoli dell’ambiente circostante e elevate all’ennesima potenza.
I pesci sono solitamente in numero più ridotto, sono più smaliziati, abboccano meno facilmente e tendono sempre a cercare la via di fuga più agevole (per loro) ma più difficile da contrastare (per noi).
Per questo le soddisfazioni che si provano nella pesca da riva sono impareggiabili: si dice che “un pesce pescato da terra ne vale 10 dalla barca”… io credo sia proprio così, provateci anche voi!
(Marco Vicidomini)