SALVIAMO CORBARA

“ORVIETO – Pescano di frodo, calano le reti di notte e fanno quintali di bottino in spregio alle regole e alla tutela dell’ambiente. Sanno già dove piazzare il pescato, c’è un mercato nero che ingoia di tutto, un sommerso che alimenta l’attività di bracconaggio. Cinque i quintali di pesce, tra carpe, carassi e lucioperca che, a seguito dell’attività di indagine del gruppo Carabinieri Forestali del comprensorio Orvietano-Amerino, sono stati rilasciati nell’invaso di Corbara.

Stavano imprigionati in circa duemila metri lineari di rete da pesca, alta 4 metri, posizionata di notte per non farsi beccare. Dieci le persone, prevalentemente di nazionalità rumena, identificate dalle forze dell’ordine.

Un bacino artificiale ostaggio incontrollato dei predoni che, in barba alle regole, danno sfogo a pratiche illegali rischiando di compromettere irrimediabilmente non solo la fisionomia dell’invaso ma anche il suo stesso ecosistema.

Basti pensare che le specie finite nella rete avevano il ventre rigonfio di uova e prossimi alla deposizione…………”(Da Orvietosi)

Alla luce di queste notizie, comparse nei giorni 12 e 13 aprile 2017 sulla stampa locale e sulle edizioni del Tg3 Umbria, la ASD Lenza Orvietana Colmic Stonfo, sempre sensibile alla salvaguardia del territorio, è consapevole che va sostenuta la Cooperativa locale di pescatori di mestiere “Valle dell’Oro”, per i motivi che diremo, ed in generale avverte la necessità di fare chiarezza sulle vicende che hanno portato agli avvenimenti dei giorni scorsi.

A Corbara fino a qualche tempo fa esercitavano l’attività di “pescatori di mestiere” i soli Soci della Cooperativa locale “Valle dell’Oro” che per molti anni hanno teso scrupolosamente a salvaguardarne l’habitat e la fauna acquatica prelevando i pesci in modo oculato e nei tempi ne con i metodi consentiti dalla leggi vigenti, ovviamente anche per tutelare i loro interessi.

Grazie a questi accorgimenti attuati in sinergia con i gestori del bacino idroelettrico, prima La E-on e poi la Erg, il lago si era sempre mantenuto molto pescoso, specie nei tratti dove si realizza l’attività agonistica.

Con le nuove disposizioni Europee e Regionali sono stati autorizzati ad esercitare la pesca, oltre ai Soci della suddetta Cooperativa, tutti coloro che fossero forniti di regolare licenza professionale.

Questa norma ha consentito ad alcune persone estranee al territorio di gettare le reti nel lago, pescatori forestieri che non sono animati dallo stesso spirito di conservazione del patrimonio ittico dei facenti parte della Cooperativa, ma tendono a sfruttarlo in modo illegale, contravvenendo alle regole che vigono sulla lunghezza delle reti, sulla sezione delle maglie e, soprattutto senza rispettare i periodi di divieto che tutelano i pesci ed in particolare il Lucioperca, la specie più pregiata presente nelle acque di Corbara le cui femmine in questo periodo sono prossime alla deposizione.

Un bacino come Corbara, che negli ultimi anni è stato annoverato tra i migliori campi dove esercitare l’attività agonistica ad altissimi livelli, sottoposto ad un eccessivo ed incontrollato prelievo di pesci da parte di individui che esercitano non la pesca, ancorché di mestiere, ma il bracconaggio, è destinato ad una fine ingloriosa prima del tempo, visto che, fisiologicamente, i bacini artificiali hanno una vita breve per il loro inarrestabile interramento con conseguente progressiva riduzione del volume idrico; questa fine per così dire “accelerata”della pesca per i troppi prelievi irregolari costituirebbe un danno non solo nei confronti di quella agonistica, ma per i settori dell’accoglienza e della ristorazione che negli ultimi tempi si sono giovati dei un considerevole flusso di garisti e dei loro accompagnatori, attratti da questo importante campo di gara. I gestori delle strutture ricettive che beneficiano di un importante numero di presenze ovviamente appaiono preoccupati e vorrebbero sapere come stanno esattamente le cose.

La Lenza Orvietana quindi ritiene che occorra rivedere un po’ il tutto, comprese le norme che regolamentano le licenze dei pescatori di professione magari inserendo, a maggior tutela del Patrimonio ittico, anche dei periodi di fermo pesca, visto che sono i soli a sottrarre il pesce, non certo gli agonisti che lo rilasciano, vivo, al termine delle prove.

La questione Corbara ha avuto una vasta eco anche presso la FIPSAS nazionale, la Federazione italiana di pescatori sportivi che nelle persone del Presidente Ugo Claudio Matteoli e del Vice Presidente Antonio Gigli hanno preso contatti con la Lenza Orvietana, hanno chiesto delucidazioni e hanno assicurato di seguire la vicenda auspicando che si risolva positivamente negli interessi del bacino, pronti ad offrire il contributo della Federazione che rappresentano.

La Società Orvietana , visto quanto è avvenuto, confida quindi in una revisione del Regolamento Regionale e si sente in dovere di rivolgere un ringraziamento a quanti si prodigano per il bene del lago, in particolare alle Forze dell’Ordine ed al Sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani che si è subito attivato presso la Regione dell’Umbria e presso gli Organi preposti per ricercare la migliore soluzione della vicenda.

Renato Rosciarelli

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