FERRUCCIO GABBA E LENZA EMILIANA TUBERTINI ASSI PIGLIATUTTO AL WALTERLAND MASTERS 2017

 

Avevamo già scritto, per la tastiera di Luca Caslini, in tempo reale, del successo dei campioni della Lenza Emiliana Tubertini in terra ungherese della scorsa settimana al WalterLand Masters 2017, ma un recente incontro con il Ferro nazionale mi ha dato l’occasione di avere dettagli e particolarità di una vittoria così prestigiosa per i colori Giallo/Neri.

Innanzitutto va detto della comprensibile soddisfazione di Gabba per questo risultato, ottenuto in una competizione paragonabile, come qualità dei partecipanti, ad un campionato del mondo e dell’importanza, anche come morale, agli inizi di una stagione impegnativa come quella che attende i campioni di Lele e Glauco Tubertini.

Ma prima di parlare dei particolari di questa vittoria, ho voluto capire meglio da Ferruccio Gabba della qualità e delle caratteristiche di questa competizione internazionale:

 

 

Ferruccio, alla vostra prima partecipazione a questo torneo vi siete presi il lusso di vincerlo! Come avete deciso di andare in Ungheria?

“Il WalterLand Master é un torneo internazionale ad invito, ideato dal grande campione ungherese Walter Tamas. Si compone di un torneo in due prove di pesca al colpo a squadre di 5 componenti, disputate il venerdì ed il sabato, e di una manifestazione individuale di pesca a feeder disputata la domenica. Tre giorni di gare, quindi, per chi pratica entrambe le tecniche, con un montepremi molto importante costituito essenzialmente fa materiale tecnico di alta qualità.

E’ sponsorizzata da due grandi brand della pesca sportiva europea come Tubertini e Daiwa.

E’ arrivato alla settima edizione e riscuote un grande prestigio a livello internazionale perché vi sono invitate formazioni di club da tutta Europa, mentre molte altre restano escluse per la capienza limitata del campo di gara. A questo torneo partecipano tanti Nazionali di formazioni titolate di vari Paesi, quindi c’é anche un livello tecnico molto elevato, sia per la pesca al colpo che il feeder. Anche per quest’ultima specialità si é registrato il tutto esaurito: 185 agonisti di tutta Europa! A me sarebbe piaciuto partecipare anche nelle passate edizioni, purtroppo gli impegni della prima prova del CIS ci avevano sempre impedito la partecipazione; quest’anno iniziamo più tardi e quindi ci siamo iscritti subito.”

 

 

Quante formazioni erano in gara e quale era il campo gara?

“Il campo gara é disegnato sul bacino di canottaggio di Szeged, in Ungheria appunto, location che ha già ospitato manifestazioni internazionali tra i quali un Mondiale Seniores degli anni ’90 ai quali partecipò anche mio padre. La sua capienza massima é di 185 persone, ossia 37 formazioni da 5 elementi. Ma le richieste di partecipazione da parte di tanti club sono molte di più. Quest’anno erano rappresentate ben 17 nazioni.

Il posto é splendido, un vero e proprio stadio della pesca, perfettamente organizzato per l’occasione, con alloggi, ristorante, servizi. Per cercare di farti capire, pensa che durante i giorni di prova sono allestiti i classici box come ad un mondiale, nei quali si pesca dalle 11 alle 15. Al termine si può mangiare ai buffet allestiti appositamente alle spalle degli agonisti e, volendo, tornare a pescare fino a sera, senza bisogno di organizzare o smontare nulla. Una logistica perfetta.”

 

Una gara di questo livello avrà anche una premiazione rapportata e dei costi in proporzione…

“Anche in questo ambito la gara é particolare, poiché la premiazione é costituita essenzialmente da materiale da pesca di alta qualità, mentre per quanto riguarda i costi questa gara in Ungheria costa molto meno di quanto si possa pensare. Pensa che noi siamo andati in 6, con 3 furgoni e siamo rimasti 5 giorni; la quota d’iscrizione é di 500 € a squadra e comprende le prove, le gare e  la cena ufficiale del giovedì sera. La nostra trasferta, con pernottamenti, viaggio, esche ecc non é arrivata ad un complessivo di 3.000 €, un costo molto contenuto se si considera tutto quanto. Molto meno di altre gare internazionali.”

Parliamo della vostra gara, che definire vittoriosa mi sembra riduttivo, visto che avete dominato entrambe le prove con autorevolezza, tu hai fatto l’assoluto generale ed i tuoi compagni, Ravaglia, Bruscia e Genovesi si sono classificati rispettivamente terzo, quarto e quinto assoluti!

“A dire il vero sono andati bene anche Giuliano Prandi e Marcello Corradi, che per l’occasione  avevamo ‘prestato’ al Team Pardubice che aveva bisogno di un agonista! Si, é stata una gara che abbiamo interpretato bene, capendo la pescata giusta, e i risultati sono arrivati per tutti.”

 

 

 

Veniamo allora a capire come andavano invogliate e pescate queste carpe ungheresi…

“Noi abbiamo provato due giorni; il primo giorno abbiamo fatto una pescata generica, dove ognuno ha pescato secondo il proprio istinto. Il primo giorno avevamo visto che c’era molto pesciolame come alborelle, bremette che disturbavano molto, quindi il secondo giorno di prove abbiamo fatto dei tentativi differenti, due a due, per evitare questo disturbo.

In questo modo abbiamo notato che i due di noi che hanno fatto una pasturazione molto corta per distrarre i pesci piccoli e un fondo costituito soprattutto da esche inerti sulla linea dei 13 metri avevano catturato molto di più e quindi abbiamo optato per questa impostazione anche il primo giorno di gara. E i risultati ci hanno dato ragione alla grande.”

 

Che prodotti avete usato, Ferruccio, nei due giorni?

“Come pastura abbiamo usato un prodotto che in Ungheria è molto conosciuto ed usato, la nostra Fondo Big nella versione Black, un ottimo mix per breme e carassi che i pesci ungheresi conoscono ed apprezzano.

La abbiamo usata solo per il fondo iniziale, perché nel prosieguo di gara abbiamo dato solo terra ed esche inerti, appunto, come vermi tagliati, bigattini morti, caster, canapa e mais, senza usare assolutamente il fouillis, che era consentito ma che attirava molta minutaglia. Come lenze avevamo costruito delle madri lenze con del Tatanka da 0.14 mm su cui abbiamo montato dei galleggianti della Serie 121 da 0.75 a 2 grammi,

un modello con anellino e  filo passante, robusto ma molto sensibile grazie all’antenna di vetro che monta. L’antenna in vetro é risultata molto importante, perché quelli ungheresi erano dei pesci comunque molto diffidenti nella mangiata e se non eri perfettamente a posto con  la taratura spesso avevi un rifiuto.

 

 

Come ami abbiamo scelto le misure del 15 della serie 39 e 18 della serie 26, sottili ma affidabili anche con pesci importanti,

legati con il nostro classico NEXT dello 0.12.

Ma il nostro asso nella manica posso affermare con sicurezza che è stato l’Hybrid, il nostro nuovo elastico pieno, che abbiamo montato nelle misure da 1.4 ed 1.6 mm,

predisposti con il montaggio ‘strip” mediante le boccoline montate sui kit Match FR con fascetta di rinforzo .”

 

Spiegami meglio, Ferruccio, questa affermazione…

“Per aver ragione di pesci molto combattivi come quelli ungheresi, sarebbe stato necessario usare terminali ed ami importanti; potendo contare, però, su di un elastico così performante come l’Hybrid, abbiamo potuto scendere nei diametri dei fili e nelle misure di amo e, in questo modo, si potevano avere più mangiate perché i pesci erano meno diffidenti. Con un elastico così dinamico come l’Hybrid, che si allunga moltissimo sotto trazione ma conserva comunque un’ottima capacità di rientro, abbinato alla possibilità di recuperare il pesce tramite la trazione con lo strip, abbiamo potuto avere ragione di tanti pesci ‘pesanti’ che, alla fine, hanno fatto la differenza.”

E che differenza! Avete vinto quasi doppiando i secondi e tu hai vinto addirittura due classiche individuali, quella a punti e quella a peso!

“Ancora una particolarità di questa bella gara. E’ prevista infatti una graduatoria in base ai piazzamenti, che ho vinto facendo due primi, e una classifica in base al peso complessivo delle due giornate, e in questa ho totalizzato il maggior peso con oltre 50 chili complessivi.”

 

 

Toglimi una curiosità che, credo, sarà anche di tanti lettori: con questi risultati cosa hai vinto?

“Come ti dicevo, in questa gara si vince del materiale ed io ho vinto, oltre ai trofei, una roubaisienne di alta fascia con dei kit del valore di circa 3.000 €. Vorrei chiudere questa chiacchierata con una menzione ai miei compagni, Moreno, Marco, Giuliano e per i ragazzi, Marcello e Lorenzo, con i quali abbiamo fatto un’esperienza davvero molto bella. Voglio ringraziare anche Walter Tamas, sia per l’invito alla manifestazione che per la capacità organizzativa di un evento come questo, dai rilievi molto grandi che non esito a definire similare ad un Mondiale. Lui poi é veramente un vulcano di idee e per tutti i giorni della manifestazione ha organizzato eventi e momenti di interesse, non solo per noi agonisti ma anche per il pubblico che ha fatto da contorno all’evento. Pensa che durante le prove lui era connesso via Facebook e faceva vedere in diretta i vari preparativi, i personaggi, il contorno della manifestazione… Il pomeriggio del venerdì, dopo la prima prova del colpo, ha organizzato una sfida testa a testa tra il mitico Bob Nudd, che pescava a roubaisienne, e il campione del mondo di feeder Steve Ringer e lui, durante la sfida, passava da uno all’altro per commentare, chiedere, fare battute con i due campioni a favore del grande pubblico che assisteva all’evento a ridosso dei due inglesi, osservando come si comportavano e pescavano. Insomma un vero trascinatore ed un comunicatore mediatico di prim’ordine!”

 

Allora appuntamento al Walterland 2018, Ferro?

“Assolutamente! Anzi, siamo obbligati ad andare perché, come ad un Mondiale, vi sono due Trofei per i vincitori: uno che resta nella bacheca del Club ed uno da rimettere in palio, sul quale vengono incisi i nomi dei vincitori e che passa di mano in mano ogni anno. Quindi appuntamento alla primavera 2018 con Tamas ed il suo WalterLand Masters.”

 

Angelo Borgatti

 

 

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