CAMPIONATO ITALIANO FEEDER IN MARE: MASSIMO VEZZALINI IS THE WINNER

A pochi giorni dallo svolgimento della prima edizione del campionato italiano feeder in mare, torniamo sul tema con il protagonista di questo evento.

Massimo Vezzalini è il vincitore al termine di due prove difficili da interpretare e sopratutto da gestire.

Ha prevalso il campione veneto-emiliano grazie alla capacità di adattarsi ad un campo gara nuovo per lui e ha messo a frutto la sua lunga esperienza maturata in campo agonistico.

Ci tenevo a dare risalto a Vezzalini e alla sua impresa proprio perché non passi inosservato questo titolo italiano anche se diciamo la prima edizione è passata un po’ sottotono visto il numero dei partecipanti.

In ogni caso è pur sempre un titolo ufficiale messo in palio dalla federazione nel tentativo di dare importanza a tutto quello che è pesca in mare visto che l’Italia è un paese che a coste marittime non è secondo a nessuno e di pescatori che possono avvicinarsi a questa disciplina potenzialmente ce ne sono migliaia.

Massimo dunque tu sei il primo della storia che vince il titolo di campione italiano di pesca feeder in mare. Volevo complimentarmi con te per prima cosa e al riguardo ti chiedo un commento sul campo di gara ufficiale di Porto Corsini e sul piano tecnico.

Per prima cosa e ritengo sia la cosa più importante intendo ringraziare tutte quelle persone che erano là, aldilà del titolo, per far si che questo evento riuscisse nel modo migliore in particolare Luigi Ferrari della federazione e devo riconoscere che è stato fatto un evento in grande stile degno di un campionato italiano.

La manifestazione è stata organizzata al meglio nonostante la scarsa partecipazione.

Però devo dire che questo campo gara non è il massimo per dare impulso al feeder in mare. Lo dicco io ma anche coloro che da sempre praticano la pesca in mare canna da riva e coloro che conoscono la diga.

Tutti sono stati d’accordo nel dire che un campionato del genere andava fatto in una maniera un po’ più comoda, se vuoi attirare più
partecipazione.

Sia gli organizzatori che il giudice di gara hanno recepito in modo chiaro questo messaggio e se si vuole convincere gli agonisti del feeder dalle acque interne a partecipare non si può portarli in un campo di gara dove bisogna fare 2 km in bicicletta per andare a pescare.

Quindi di questo loro ne hanno tenuto conto e siccome mi hanno chiesto cosa ne pensavo io gli ho detto che non si può prendere pari pari il regolamento delle acque interne e trasportarlo al mare perché il mare ha quelle sue piccole varianti, nel mare ci sono tante varianti, una di queste secondo me molto importante, il fatto che sul fondo ci sono i granchi e ci vuole la possibilità, visto che è un feeder in mare, di tenere sollevata l’esca dal fondo perché sennò è un disastro.

Questo particolare l’ho verificato anch’io nelle prove di venerdì quando il mare era calmo e senza vento, mi sono messo a pescare ho fatto 7/8 orate da 20/22 cm ma poi quando gira l’acqua, cambia la marea, le orate non mangiavano più e i granchi l’hanno fatta da padrone e ti trovavi il filo sempre tagliato.

Quindi non potevi stare in pesca più di 2/3 minuti per evitare questo inconveniente.

Questi piccoli accorgimenti vanno sicuramente regolamentati se si vuol portare la gente del feeder al mare così come ai surfisti.

Abbiamo pensato e tutti lo hanno detto che un ambiente ideale potrebbe essere una spiaggia per fare questo tipo di gare e nei periodi giusti c’è un sacco di pesciolame che gira sul fondo.

Le spiagge normalmente sono abbastanza comode, ad esempio posso dire che la spiaggia di Caorle dove abito è molto comoda ma ce ne sono centinaia in Italia piene di pesce nel periodo giusto.

Non si può pensare di fare le gare con un titolo italiano in palio a casaccio, vanno programmate bene, ad esempio si può prevedere l’uso di canne da 5 m perché quelli del surf casting hanno il ledgering con canne di 4 o 5 m,.

Si possono avvicinare anche loro non dovendo andare a comprare degli attrezzi specifici non so se mi sono spiegato e queste considerazioni le sostenevano anche loro.

Ad esempio oggi parlavo con Miotto il quale mi diceva che a Marghera c’è una diga dove ci possono stare anche 300 persone con l’auto sul posto pesca tant’è che loro ci vanno domenica a fare una gara. Li è pieno di orate, cefali, pesci di fondo c’è ne finché vuoi.

Perché anche loro dicevano, se facciamo le gare nei porti il rischio è che venga fuori la pesca sotto riva al tocco pescando a candela sotto punta.

Se andiamo in spiaggia questo problema non esiste più perchè il lancio diventa necessario, perché il bello del feeder secondo me è lanciare.

Bene Massimo dopo queste valutazioni, molto importanti per dare i giusti consigli per far si che la seconda edizione possa essere organizzata nel modo migliore, passiamo agli aspetti più tecnici. Hai chiuso gara uno con un quarto e poi in gara due hai fatto un primo di settore. Raccontaci come sono andate le cose…

La gara di sabato è stato scelto di farlo al pomeriggio, c’è stato un fastidioso vento sui 30km/h di traverso quindi la pesca che avevo visto venerdì in prova, dove pescavo a 84 m, praticamente era impossibile farla.

Si lanciava ma poi il trecciato ti spanciava così tanto che più lontano di 50m non arrivavi.

I pesci il giorno prima li avevo presi a 84 m, ma in gara uno di pesci ne sono usciti veramente pochi. Pensa che io ho scapottato con un paganello lanciando a 10 m lasciando scendere il pasturatore e così ho preso un paganello.

Qualcun’altro mentre recuperava, gli si è attaccata una cheppia di 200 gr e ha fatto risultato.

Quindi l’ha fatta da padrone il vento molto forte, delle onde veramente esagerate, le condizioni erano veramente difficili, impossibile pescare in un posto del genere privo di pesci, dove c’era da fare una pesca magari più di ricerca, lanciare più lungo di 80 m ma era impossibile farlo questa è stata la gara di sabato, così i concorrenti hanno ripiegato pescando di traverso facendo un lancio di 10 m magari di traverso poi c’è stato chi ha avuto la fortuna recuperando il pasturatore di attaccare una cheppia ma poteva succedere a tutti.

Diciamo che non c’è stata praticamente gara al sabato è stata un po’ un’avventura a chi è andata meglio a chi è andata peggio sicuramente io ho visto una vibratina della vetta non c’è stata nessuna bravura da parte mia ma c’è stata molta fortuna di aver preso quel ghiozzo.

Il ragazzo che ha vinto il mio settore ha preso un ghiozzo è una cheppia. E’ stata una gara senza storia.

Poi avete deciso di spostarvi in un altro campo di gara..

La domenica avremmo dovuto ritornare in questo campo di gara verso la fine della diga purtroppo la domenica mattina il vento non era da 30 km h ma era a 40 km/h con le onde quindi impossibile da farci una gara.

Quindi hanno deciso, anche per la sicurezza dei pescatori, di spostarlo in un altra zona più tranquilla ed è stata una scelta intelligente per evitare di annullare il campionato italiano anche perché c’era della gente che era venuta da Genova o da Milano.

E’ stata trovata un’altra soluzione sempre all’interno della stessa diga dello stesso canale un tratto molto comodo credo che sia stata un ottima soluzione intanto perché pesce ne è uscito anche se piccolo e poi è venuta un sacco di gente a vedere.

E’ uscita una spigoletta da 4 hg poi una passera poi dopo chiaramente la pesca è stata impostata su delle oratine molto molto piccole che con la formula del pesce in vivo, grazie alle nasse, erano tutte valide oppure mettevamo i pesci in un secchio cambiando spesso l’acqua e quindi la formula la scelta del pesce in vivo si è rivelata ottima.

Nel mio caso, vuoi il posto vuoi la fortuna, resta il fatto che questo tipo di pesca l’avevo fatta ancora, ne ho prese almeno una trentina. Le avevo viste grazie agli occhiali spanciare lì sotto e così facevo dei lanci di circa di 10 /15 m e poi recuperavo pian piano il pasturatore molto leggero da 15 grammi che magari gli altri concorrenti non avevano neanche.

Queste oratine facevano vibrare la cima però invece di tirare le lasciavo mangiare e così si attaccavano perché erano veramente piccole, pesci da da 15-20 gr .

Comunque ci sono stati dei mondiali dove si è preso anche meno come ha detto anche Fusconi in una precedente intervista.

La gente bisogna che impari a prendere anche un pesce, io ne ho presi una trentina piccolini dopo anche gli altri ne hanno presi qualcuno ma penso se ne siano accorti tardi perché loro sono bravi a fare questa pesca qua.

Anche Fontemaggi mi ha detto, “eh Vez l’hai vista subito la pescata”

Noi siamo rimasti là fuori è poi è cambiata la marea abbassando l’acqua e il pesce si è allontanato sempre di più e mangiava sempre meno quindi quando le ultime 2 ore hanno visto che non c’era altro pesce hanno ripiegato sulla peschetta ma era già tardi per poter recuperare.

Diciamo che è andata così.

La pesca delle orate molto più grosse la faccio spesso dalle mie parti ma queste piccole avevano bisogno di mangiare lentamente e di attaccarsi.
Se tiravo alla minima vibratina non ne avrei presa una.

Ho usato un amo del 20 innescando una coda di saltarello e vedevo proprio la vibratina continua, alzavo la canna senza ferrare e si attaccavano.
Non è che voglio fare il fenomeno ma le gare sono gare, bisogna inquadrare il posto, inquadrare il tipo di acqua che hai davanti e fare di necessità virtù per poter prevalere.

Dopo una mezz’ora un concorrente aveva una spigola di 4 hg e così ho detto “ma quante ne prenderò di queste oratine?” quindi mi sono messo lì e ne ho fatti quasi 700 gr. è andata così.

Hai messo subito la tua firma sul primo campionato italiano di pesca al feeder in mare che si aggiunge ad una bacheca già molto ricca fatta di tanti successi.
Ora hai conquistato anche il titolo di campione italiano di feederfishing in mare, poi sei stato per 18 anni nel club azzurro colpo, nella nazionale di pesca al colpo, in quella del feeder fishing e anche lì sei stato campione italiano.

È più facile chiederti cosa non hai ancora vinto e quali pesche non fai. Le pesche le fai un po’ tutte ti manca solo quella nel buco nel ghiaccio…
Però quest’anno c’è il titolo dei master in palio che ci corro dietro vedremo…

Quindi in bocca al lupo Vez.

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