IL “FALCO” VOLA ALTISSIMO SUL VOLTURNO!
Cristian Cavani, collaboratore e componente lo staff tecnico Tubertini della pesca a spinning e trout area, ma innanzitutto uno dei Falchi di Canevare Tubertini, anzi il “Falco” per eccellenza essendo il Presidente del Sodalizio modenese, da domenica 18 giugno é il Campione Italiano individuale 2017 di Pesca con Esche Artificiali da riva, ossia la classica pesca a spinning allargata all’uso delle esche siliconiche.
Cristian, nello scorso week end ha partecipato alle prove di finale del Campionato Italiano individuale Seniores di Pesca con Esche Artificiali, in programma sul tratto molisano del Volturno, organizzato dalla locale Società Ripalimosani.
Cavani pratica lo spinning agonistico dal 2007, quando vinse il Provinciale di Modena ed arrivò, nel 2008, a far parte del Club Azzurro di specialità, dal quale non é più uscito sino ad oggi
E’ stato un componente per due volte, nel 2010 in Croazie e nel 2011 sul Nera, della Rappresentativa nazionale di specialità ed ha al suo attivo un Titolo iridato a squadre nell’edizione del 2011; nel 2009, assieme a Dinelli, vinse l’Italiano a coppie nella formula torrente/lago. Dal 2010, con i Falchi di Canevare, ha collezionato un bronzo, due argenti ed un oro nel CIS di questa tecnica mentre nell’individuale aveva già indossato un bronzo nel 2011, anticipo dell’oro vinto il 18 giugno a Roccaravindola.
Cristian, vorrei cominciare con te con la domanda che, solitamente, si pone alla fine di una intervista come questa: a chi vuoi dedicare quest’oro?
“Innanzitutto a mia moglie e ai miei figli, che mi accettano con tutte le rinunce che la mia passione sportiva comporta, in termini di assenza e dedizione a loro. E poi a Glauco e Lele e ai miei amici della Tubertini che mi consentono di praticare lo sport che amo di più mettendomi a disposizione una attrezzatura sempre al massimo dell’evoluzione tecnica, cosa fondamentale per gareggiare ad alti livelli, sia in Italia che all’estero. Mi trovo molto bene in questa Azienda, nella quale sono molto considerato e sono trattato veramente come un figlio. Ed infine ai mie compagni di Società con i quali sono in sintonia perfetta.”
Prima di passare alla cronaca della due giorni molisana, vorrei chiedere ad un esperto come te qual’é la situazione, in termini di adesione, dello spinning in Italia, sia dal punto di vista agonistico che amatoriale…
“Lo spinning agonistico, definiamolo così per semplicità, anche se andrebbe suddiviso nelle varianti con e senza l’uso delle esche siliconiche, é molto cambiato in questi anni e ci si stanno approcciando diversi giovani molto in gamba. Generalmente é una pesca molto dinamica, spesso di velocità e richiede anche una buona prestanza fisica perché richiede molto movimento all’interno del settore. Come specialità agonistica direi che é in espansione e si sta parlando da un po’ di ampliarne il calendario. Sarebbe molto bello se si arrivasse ad istituire un Mondiale per Club come in altre specialità.
A livello sportivo/amatoriale é una specialità estremamente semplice, facile da praticare anche nei ritagli di tempo essendo possibile tenere una piccola attrezzatura sempre in auto e dedicarvi anche solo un paio d’ore. Con poca spesa si può praticare una tecnica che sa dare tante soddisfazioni, molto pulita e di massimo rispetto per l’ambiente ed i pesci. I praticanti amatoriali sono veramente tanti, nelle varie sfacettature di questa tecnica, che si rivolge ai predatori ma anche al pesce bianco.”
A livello internazionale, siamo sempre dietro a certi Paesi dell’Est Europa?
“I paesi come la Russia sono agonisticamente molto forti ma il nostro palmares internazionale é di tutto rispetto, visto che possiamo vantare 4 Titoli a squadre e varie medaglie, anche d’oro, a livello individuale e proprio quest’anno la Squadra Azzurra ha sfoggiato una prestazione maiuscola; in certi campi gara fatichiamo di più perché magari hanno caratteristiche che noi conosciamo poco o magari non possiamo andare a provarli. Con il nuovo C.T. Marino Poloniato, uomo di grandissima esperienza a livello internazionale, credo che la nostra Selezione potrà fare un ulteriore salto di qualità.”
Veniamo alle due gare che ti hanno fatto indossare la maglia più ambita a livello individuale…
“Ho partecipato a queste finali assieme ai miei compagni Francesco Dinelli e Jonathan Turchi e siamo arrivati sul posto, a Roccaravindola in provincia di Isernia, il venerdì a mezzogiorno. Siamo andati subito a visionare il campo gara, sul quale non avevo mai pescato, ed abbiamo trovato un fiume molto bello, con un letto largo oltre 40 metri in certi punti ed una buona portata d’acqua che certamente avrebbe complicato il modo di pescare; in effetti il Volturno si é dimostrato un fiume difficile, assolutamente all’altezza di una finale di Campionato Italiano. Nel pomeriggio ho preparato la mia attrezzatura nei minimi dettagli e il sabato sono capitato in un settore centrale, piuttosto scarso di catture rispetto ad altri. Dopo una partenza con le esche rigide sono passato in fretta alle gomme, tipologia di esche più catturanti ma più difficili da usare in fiumi di questa portata e larghezza. Sabato ho vinto di misura, con 11 trote, su di un ragazzo del posto molto bravo e rapido, Dinonno. Domenica sono stato sorteggiato ancora in settore difficile e poco pescoso e la pescata si é complicata ancora di più a causa del vento forte che ostacolava l’azione di pesca, soprattutto usando le esche siliconiche; ho ripiegato sui rotanti, più facili da lanciare nei punti in cui ritenevo ci fossero le trote, alternando le varie taglie di artificiale. Ritengo di essere abbastanza preciso nel lancio e quindi sono riuscito a sondare anche punti molto lontani, vicino la sponda opposta, dove ho trovato quelle trote indispensabili per vincere. Ho chiuso la seconda gara con 19 trote e due vittorie, ossia a punteggio pieno e…sono riuscito ad indossare la maglia con lo Scudetto!”
Immagino la grande soddisfazione, Cristian! Vogliamo parlare della parte tecnica di queste due gare, dei materiali che hai usato in Molise?
“In questa occasione ho avuto l’ulteriore conferma delle grandi potenzialità delle nuove R18 Spinning, le ultime nate di casa Tubertini per la mia specialtà. Con Stefano Di Buò, il tecnico Tubertini che elabora le caratteristiche tecniche delle nuove canne, abbiamo lavorato molto in questo settore, partendo da grezzi realizzati con questo nuovo materiale e il risultato di questo lavoro é davvero pregevole. Cinque modelli che coprono tutte le esigenze dell’agonista e dell’amatore che vuole un attrezzo al top. Sul Volturno io ho usato in prevalenza la 2.40 nella versione 0/10 grammi, un attrezzo che ti consente di operare con grande range di opzioni, sia in partenza, quando si lavora con il rotante in velocità, che nel prosieguo di gara se si passa agli ondulanti o ai minnow. Le R18 Spinning sono caratterizzate da una certa rigidità nel fusto abbinata ad una buona azione di punta, in modo da avere precisione nel lancio ed una grande efficacia in ferrata. Attenzione, però, a non confondere reattività con rigidità o durezza dell’attrezzo, perché le R18 sono sì molto reattive ma anche estremamente dinamiche nella loro progressione di curvatura.
Nella mia sacca avevo anche due Kizuri da 9 ft range 0/10 g, attrezzi specifici per la pesca con esche siliconiche, che ho usato nella seconda parte di gara, quando avevo bisogno di una canna più lunga per pescare più lontano, un attrezzo che consenta di lanciare anche a buona distanza e con precisione un esca estremamente leggera come le siliconiche.”
A corredo delle tue R18 Spinning quali mulinelli hai montato?
“Avevo con me due Viral taglia 2000 riempiti con monofilo Concept Grey dello 0.16 che ho montato sulle R18 Spinning per la bagarre iniziale, mentre sulle Kizuri ho montato dei Venum 4500 caricati con del filo Sky Blue da 0.14 mm per lanciare più lontano e per una presentazione migliore sulle trote rimanenti, più sospettose.”
Questo successo ti apre la porta della Nazionale?
“No, nello Spinning non funziona come in altre specialità. Farò parte della Rosa Azzurra, composta da 18 atleti, e disputeremo sei prove di selezione in due week end, sui fiumi Brembo ed Oglio, pescando catch & release, in 6 turni tecnici per ogni gara in cui si scambieranno i posti e l’ordine di scelta del posto gara di partenza; é un meccanismo un po’ complesso ma molto selettivo che determina classifiche estremamente reali e poco condizionate dalla sorte. Dalla classifica finale delle sei prove, i primi due classificati vanno in Azzurro di diritto, gli altri 3 saranno Scelte Tecniche. E la mia speranza, come puoi ben immaginare, é quella di indossare nuovamente quella maglia con la scritta ‘ITALIA’, il massimo per ogni agonista!”
“Vorrei concludere ringraziando i ragazzi della Ravindolese per il grande lavoro svolto in occasione dell’organizzazione di questo Italiano, hanno allestito un bel campo gara e una bella manifestazione, oltre ad essere stati molto ospitali.”
Angelo Borgatti