Campionato Italiano Individuale, seconda selettiva girone Centro: Un’Arno Pisano a due velocità mette tutti alla prova

Parlare di un Arno meno generoso del solito, con dei pesi comunque superiori ai trenta chilogrammi, quando altrove ci dobbiamo talvolta accontentare di non fare cappotto, sembra una bestemmia, ma chi conosce l’Arno pisano, sa bene di cosa stiamo parlando.

Eppure Castelfranco e Calcinaia Nuovo, dove si è svolta la seconda selettiva Girone Centro del C. I. Feeder, sono i due campi gara pisani per eccellenza, sempre molto uniformi e ricchi di catture, gli stessi dove ieri abbiamo invece assistito a una gara la quale, seppur sempre molto intrigante, è stata caratterizzata da una pesca a “macchia di leopardo”, non tanto da zona a zona, poiché sapevamo tutti che Calcinaia avrebbe reso di più, quanto anche da picchetto a picchetto, in particolare nei settori di Castelfranco.

Sicuramente la tremenda siccità che sta attanagliando le Toscana influisce molto sull’attività del pesce; altrettanto sicuramente la totale assenza delle piene invernali ha lasciato sul fondo tanti residui che ora, con queste temperature, riducono il poco ossigeno disciolto nell’acqua; in ultimo c’è poi da dire che Castelfranco, a causa dell’inagibilità di un buon tratto di sponda, era stato abbandonato per molti mesi e ora che tutto è stato sistemato a dovere, il pesce deve riabituarsi pian piano alla pressione di pesca.

Comunque sia, non è proprio il caso di fare come il gatto che si lamenta con il topo in bocca, perché credo che l’Arno pisano, per strano che sia, è sempre uno dei campi di gara più ambiti di tutta Italia e anche una gara un po’ diversa, come quella di ieri, è sempre una faticaccia per i Commissari di sponda che alla fine devono pesare delle “nassate” di pesci di alcune decine di chili.

Veniamo quindi al dunque, cercando di analizzare la gara di entrambe le zone.

Dei 72 concorrenti iscritti alla prima prova, solo 65 si sono presentati ieri al raduno per essere poi suddivisi in tre settori, più il tecnico, a Castelfranco e tre settori a Calcinaia Nuovo.

La gara di Castelfranco.

Come già anticipato, a Castelfranco sono stati in molti quelli che hanno dovuto sudare le famose sette camice per strappare un risultato il quale, nella maggioranza dei casi è derivato più dalla reiterata ricerca di una linea ottimale di pesca, che non sulla velocità di un’azione notoriamente caratterizzata da una conduzione di gara muscolare e monotematica.

Per come appariva durante i giorni precedenti la gara, la linea di pesca ottimale era quella battezzata sulla distanza dei 15/20 m. da riva, che è stata poi, più o meno, la scelta comune a tutti al segnale d’inizio gara, ma già dopo un’oretta di pesca, sono stati in tanti quelli che hanno cercato una scappatoia su altre lunghezze, sia avvicinandosi a riva nella ricerca del “covo del gatto”, sia allontanandosi sul centro del fiume, alla caccia di qualche carpona, che a Castelfranco è spesso foriera di gradite sorprese.

Ovviamente la ricerca di una svolta diversa dalla “normale” pesca pisana, è stato il chiaro sintomo di una risposta insoddisfacente e di una distribuzione poco omogenea dei pesci, che non stavano reagendo allo stesso modo nei vari punti del campo gara, indipendentemente dalle esche e dalle pasture utilizzate, tant’è che, a fronte di qualche ottimo risultato ottenuto da chi ha affidato le sue sorti alla sola pastura e mais, ci sono stati altri che, con la stessa impostazione, sono affondati nelle retrovie, esattamente per come occorso a chi invece ha scelto di basare la sua gara su tutta la dose di bigattini a disposizione, a conferma della tesi per la quale, quando il pesce si comporta in modo strano, lo fa senza nessuna regola fissa e il risultato di alcuni pezzi da novanta molto ben conosciuti sulle sponde di questi campi gara è, nel bene e nel male, la controprova più eloquente ai capricci di un Castelfranco diverso dal solito.

Tuttavia, anche in circostanze del genere, non mancano elementi di raffronto che confermano la qualità di alcuni punti di riferimento nel mondo del feeder, come le belle prestazioni e conferme di ottimi agonisti del calibro di Roberto Battellini (Oltrarno Colmic), Bettalli Marco (San Giorgio Maver), Ermini Federico (Fishing Club Firenze Free Fishing) e Modesto Niccolai (Montecatinese Loncer Colmic), tutti vincitori dei loro settori di pertinenza, ma ognuno dei quali con strategie diverse, condotte su due linee di pensiero diametralmente opposte e divise fra chi, tanto per cambiare, si è affidato unicamente all’utilizzo di pastura e mais e chi invece ha vinto con l’utilizzo classico di tanti bigattini chiusi fra due tappi di sfarinato.

In tutto Castelfranco però ieri, a parer mio, fra tutti i concorrenti, ce n’è stato un certo Giuliano Montedori (APS Grosseto Colmic) che, indipendentemente dal risultato (terzo di settore), ha gareggiato volando una spanna sopra a tutti, poiché è stato uno dei pochi, se non l’unico, che è riuscito a mantenere una costanza regolare di catture per tutta la durata della gara e che, nel settore meno pescoso di tutta la zona, non ha vinto solo a causa della taglia penalizzante dei suoi pesci……. e vi posso garantire che per il Castelfranco di ieri, quella del Montedori è stata la prestazione di un garista di alto livello.

La gara di Calcinaia Nuovo.

Al contrario di Castelfranco invece, Calcinaia Nuovo si è rivelato come sempre quel bel campo gara che tutti conosciamo, molto uniforme e prodigo di catture, dove ha prevalso chi ha meglio interpretato la giusta distanza di pesca, talvolta davvero molto corta.

Purtroppo, essendo capitato nell’altra zona, non ho informazioni dirette sullo svolgimento degli eventi, ma le notizie comunque giunte sono quelle di una gara molto combattuta e svolta sulla base delle due stesse correnti di pensiero e cioè, solo pastura e mais, contro il classico pasturatore carico di bigattini e pastura, anche se nel caso di Calciania Nuovo, le due scelte sono state un po’ alterate dalla decisione organizzativa di lasciare uno stacco, quello dei “fili”, nel ragionevole intento di evitare i tanti incagli presenti in alcune zone del campo gara, che avrebbero condizionato ancor di più le sorti di gara.

Alla fine hanno avuto la meglio Francesco Guerrieri (San Giorgio Maver), Massimo Maestrini (Pellicano colmic) e Mauro Vivarelli (APS Grosseto Colmic).

Mi dispiace non poter commentare come meriterebbero la gara di questi amici, ma non sono in grado di farlo perché, come già detto, io ero a Castefranco.

Tuttavia qualcosa di meritevole c’è ugualmente da dire, in particolare sulla prestazione di una matricola del feeder come Massimo Maestrini (Pellicano Colmic), che si è concesso il lusso di “scapaccionare” come si deve il suo mentore, Pier Paolo Marini……. un moderno Ligabue costretto a chinare la testa di fronte a quel Giotto da lui stesso creato.

Ma c’è anche una bella parentesi rosa fra le righe di una storia scritta solo per uomini duri, come solo una gara nell’Arno pisano può essere e questa parentesi racchiude un nome, quello di Carla Ferranti: la lady dell’Oltrarno Comic, che dal quarto picchetto del settore terminale, ha conquistato un secondo piazzamento strabiliante, battuta dall’ultimo di zona e con uno scarto ridicolo di soli 440 gr., su una mole di pescato superiore ai trenta chili……..e tutto questo a conferma che certe volte si può essere dei campioni anche senza arrivare primi.

Dall’Arno pisano è tutto, arrivederci in quel dello Scolmatore a fine luglio.

Un saluto agli amici di Match Fisching da

Marcello Corbelli

Class.di giornata indiv

Class.progressiva Individ
settori 2

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