Selettive Italiano Feeder Centro: Marco Bettalli il migliore del Centro

È stato uno Scolmatore più pescoso e uniforme del solito quello che ha sciolto le riserve per le finali del Campionato Italiano Individuale Feeder 2017, al quale hanno acquisito il diritto di partecipare i 37 promossi del Girone Centro, per il primo esame che si terrà alla corte di Ostellato, il prossimo 10 settembre.

Immediatamente dopo il segnale d’inizio, già con il primo lancio, molti sono stati quelli che si sono trovati in canna uno di quei cavalli da tiro che nello Scolmatore vengono chiamati impropriamente pesci, delineando fin da subito una gara molto combattuta e basata su una inusuale quantità di catture che hanno permesso di portare alla bilancia tanti pesi superiori ai 10 kg., il minimo necessario per chi ambiva navigare nella metà superiore delle classifiche di settore.

Purtroppo però, molti sono stati anche quelli che, come il sottoscritto, si sono giocati la promozione a causa di una cattiva interpretazione del canale livornese, pagando lo scotto della poca conoscenza di un campo gara il quale, per le sue caratteristiche e per quelle dei suoi abitanti, è decisamente poco incline a concedere margini d’errore, tant’è che servono canne, mulinelli e fili molto particolari, quando non addirittura fuori dai concetti della pesca a feeder, come nel caso delle molte canne da surfcasting e fili trecciati da 40 libbre, utilizzati da chi sapeva bene di cosa sono capaci i pesci dello Scolmatore.

La pesca è stata perlopiù impostata su una pasturazione fatta con due metodologie diverse, con solo tanto bigattino incollato a ridosso della sponda opposta e abbondante pastura e mais, a filo della cordigliera di canne presenti davanti ai piedi.

Madri lenza da 0,40 mm. in avanti e finali da 0,35, quando non in braided, sono stati il comune denominatori per chi ha impostato la sua gara in attacco, consapevole di una buona risposta del pesce, alla luce di com’è apparso durante le prove dei giorni precedenti.

Pesci gatto, carpe e siluri sono stati il menù del giorno, con i siluri che una volta tanto hanno fatto la parte del pesce più debole, a confronto con dei gatti e delle carpe che in quel metro di fondo riescono a sprigionate una forza esplosiva e inimmaginabile per chi non ha mai pescato in queste acque.

Per il resto poi, sono mancate solo le sedie da combattimento e i mulinelli rotanti per far assomigliare lo Scolmatore più a una pesca d’altura che non a una gara di feeder.

Tuttavia, l’agonismo è anche questo ed è giusto che prevalga chi sa adattarsi meglio a ogni circostanza, per come hanno dimostrato di saper fare tutti quelli che in queste tre prove di selezione sono passati indenni fra le maglie di una rete tessuta con le lenze sottili e gli ami microscopici necessari per avere la meglio sui cavedani di Umbertide, annodata con le peripezie tecniche richieste dai pesci dell’Arno pisano e tesa con delle corde capaci di reggere i “mostri acquatici” dello Scolmatore.

Complimenti vivissimi quindi a tutti i promossi, ma in particolare complimenti a Marco Bettalli della San Giorgio (Maver), che con le sue 3 penalità può fregiarsi del titolo di Migliore delle selettive Centro; a Francesco Guerrieri sempre della San Giorgio (Maver) che sale sul secondo gradino del podio, grazie alle sue 4 penalità, e a Christian Moretti del Fishing Club Firenze (Free Fishing), medaglia di bronzo, anch’esso con sole 4 penalità (quest’ultimo l’avevo accanto di picchetto e mi ha fatto un culo come una luna piena).

A questo punto però, prima di concludere, vorrei fare una breve considerazione sullo stato dei nostri campi gara.

Ieri nello Scolmatore, in uno degli impianto di pesca sportiva più curati del centro Italia, in contrapposizione all’impeccabile organizzazione di gara del Fishing Club Firenze (Free Fishing), spiccava una grande quantità di sporcizia di ogni genere che, insieme a delle reti da pesca abbandonate e alle tante bottiglie di birra lasciate lungo tutto il canale, firmavano inconfutabilmente la presenza abusiva e predatoria di quei personaggi di note origini, privi di scrupoli e di rispetto, che da anni stanno letteralmente distruggendo tutte quelle acque delle quali noi, come pescatori sportivi, abbiamo inutilmente la massima premura.

Nel caso specifico stiamo parlando dello Scolmatore, ma anche nell’Arno pisano e in quello aretino si verificano sistematicamente problemi analoghi, così come a Umbertide e nel Tevere a Ponzano Romano, dove tutti gli spazi più ampi e fruibili sono invasi da rifiuti di ogni genere e dalle immancabili bottiglie di birra, centinaia di bottiglie di birra, lasciate sulle sponde da “colonie” di pescatori dell’Est Europa, perlopiù abusivi i quali, oltre a fare incetta di tutto quello che catturano con ogni mezzo, sono stati più volte causa di episodi violenti.


E di quanti altri casi potrei ancora parlare, se solo ce ne fosse il tempo.

Alla luce di tutto questo io mi chiedo e soprattutto, con spirito costruttivo e con tutto il rispetto dovuto, lo chiedo alle nostre Istituzioni: ma che fine hanno fatto le centinaia di G.A.V. preposte alla vigilanza ambientale (G.A.V. significa appunto Guardia Ambientale Volontaria)?

Perché la Polizia Provinciale, da sempre conosciuta e stimata come principale e prezioso organo di controllo della caccia e della pesca, ora la si trova a fare controlli di Polizia Stradale con gli autovelox e i rilevatori di assicurazioni e revisioni?

Perché la Direzione del WWF, che si è giustamente opposta al taglio delle canne su una delle sponde dello Scolmatore per favorire la nidificazione di alcune specie di uccelli acquatici, non si cura nemmeno minimamente di tutte le violenze e gli abusi perpetrati sulla pesca e sull’ambiente circostante lo Scolmatore stesso?

Io capisco che oggi non ci sono più soldi (e qui mi mordo la lingua, sennò mi arrestano) ma il personale c’è ancora, la Polizia preposta al controllo ambientale e che sa fare bene il suo mestiere c’è ancora e deve essere comunque pagata; allora perché non impiegare queste risorse umane nella tutela ambientale?

Ma poi, a quanto ammontano i soldi che i pescatori pagano con le loro licenze di pesca ? E questi soldi, che almeno in Toscana, per statuto, devono essere ricondotti ai capitoli di spesa inerenti la pesca e di conseguenza alla sua tutela, perché non vengono utilizzati per combattere la devastazione delle nostre acque?

Quante altre domande ci sarebbero ancora, ma so già che le risposte non ci saranno e nel caso che qualcuno decidesse a farlo sarebbero comunque le solite risposte demagogiche o comunque noiosamente stereotipate sulla linea delle solite promesse preelettorali ormai fritte e rifritte nello stesso olio puzzolente.

La soluzione?…..Basterebbe far sentire davvero la nostra voce, perché I pescatori che pagano la licenza e che sono molte centinaia di migliaia, con la forza dei numeri potrebbero essere un’importante stimolo propositivo e costruttivo, sia per la politica locale, che per quella nazionale, ma anche in questo caso preferisco non andare oltre perché non è mia intenzione esprimere opinioni che potrebbero cozzare con il pensiero di altri

Comunque ora può bastare, torniamo sulla retta via e facciamo i complimenti a tutti i neo promossi, sostenendoli con il nostro enorme in bocca al lupo, affinché anche per il 2017 sia uno del Girone Centro che indossa la maglia del Campione Italiano.

……A proposto, dimenticavo; in altri Paesi d’Europa, oltre che dai predoni a due gambe, le rispettive gestioni ambientali difendono la fauna ittica anche dai predatori con le ali.

In Austria, tanto per fare un esempio di pochi giorni fa, le Regioni pagano i cacciatori con un tot a capo abbattuto di cormorano.

Da noi invece il cormorano è una specie particolarmente protetta…..e anche questo significa amministrare la politica.

Un saluto agli amici di Match Fishing da

Marcello Corbelli

classifica progressiva

 

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