BARBI E CAVEDANI ESTIVI IN CARPINA ALTA

Il Tevere che scorre ad Umbertide è molto conosciuto per via del famoso campo gara che ospita spesso manifestazioni di pesca al colpo anche se questo tratto di fiume ben si presta anche per la pesca con il feeder nelle sue diverse varianti.

Il tratto più affascinante di tutto il percorso da monte a valle è sicuramente quello nel primo tratto detto “carpina alta”.

Il campo gara inizia proprio a valle dello sbocco del torrente Carpina e fino alla briglia a valle degli alberi offre diverse postazioni di pesca tutte molto favorevoli.

Ci siamo stati alcuni giorni fa con la giornata segnata da uno sbalzo climatico notevole passata dai 12 gradi della mattina agli oltre 30 gradi delle ore 14.

Lo scenario che contraddistingue il posto di Carpina Alta è fantastico con le verdi colline che avvolgono il corso del fiume che a differenza degli anni passati ha sempre avuto acque trasparenti.

Il gran caldo di questa estate ha favorito anche la riproduzione delle specie presenti come cavedani, barbi, carpe e carassi infatti milioni di avanotti girano in superficie nel sottoriva a dimostrazione delle favorevoli condizioni del fiume.

Ma veniamo alla pescata, ci si ritrova in quattro per provare ad insidiare i grossi barbi e i mega cavedani e per farlo Andrea Vagnarelli, Lorenzo Sinibaldi di Roma, Daniele Marcaccioli di Perugia e Alessandro Scarponi di Cesena hanno optato per la tecnica del feeder utilizzando pasturatori tipo Sticky maggot Feeder In Line da 25 e 30 grammi.

Terminale lungo non oltre 10 cm dello 0,22 e amo del 12 caricato con quattro bigattini o tre orsetti.

Evoluzione del Pellet feeder, lo Sticky Maggot Feeder è senz’altro il metodo più efficace, per non dire il più devastante, per la pesca del cavedano e del barbo.

La sua forma è la più adatta a contenere del bigattino incollato, trattenuto in sede da un piccolo bordo perimetrale ricavato all’interno del feeder; il corpo forato permette l’afflusso controllato dell’acqua la quale, diluendo la colla, fa letteralmente esplodere verso l’esterno i bigattini e l’innesco che, nascosto fra questi, diventa indistinguibile ai sensi del pesce.

La partenza è molto parca perchè lo scorrere lento del fume non aiuta a portare in caccia i pesci che se ne stanno nascosti sotto la vegetazione sulla sponda di fronte disturbati forse anche dal rumore delle auto.

Piano piano però i pesci iniziano a collaborare e i primi cavedani vanno a mangiare le esche del giovane Lorenzo, 16 anni e già tanti successi alle sue spalle nelle competizioni di feeder.

Il suo ultimo successo lo ha raccolto sul canale di Ostellato nell’ambito del matchfishing cup feeder classificatosi secondo assoluto al cospetto di oltre 100 pescatori.

Tra noi anche Daniele di Perugia che ha deciso di avventurarsi per la prima volta con questa tecnica.

Solitamente frequenta i torrenti di montagna per insidiare le trote ma per essere stata la prima volta ha dimostrato di saperci fare tant’è che questa tecnica lo ha molto affascinato.

Sicuramente lo rivedremo ancora in giro per laghi e fiumi anche perchè ha giurato di attrezzarsi di tutto punto per poter praticare la tecnica del feeder.

E poi tocca ai veterani, a valle si è posizionato Andrea Vagnarelli, una firma di matchfishing che ci racconta spesso l’attività agonistica che si svolge a Roma e nel lazio.

Andrea si da un gran da fare e la sua concentrazione lo porta a catturare diversi cavedani e alla fine anche un super barbo.

E poi arriva Alessandro che tutti conoscono per essere il fondatore del sito matchfishing e che su questo fiume ho avuto il suo battesimo.

A mostrargli la prima lenza anni fa fu Maurizio Maggiali che in quella occasione era accompagnato da Fiorenzo Traina, due amici del nord Italia che da anni praticano la pesca con il feeder.

Alessandro ha utilizzato un pasturatore in line modificato con del nastro gommato da elettricista come si vede nella foto e  il risultato è stato anche per lui molto soddisfacente.

La linea di pesca scelta dai quattro amici è stata quella della tre quarti di fiume dove la profondità è maggiore.

Non sono mancate la abboccate lungo tutta la mattinata che sono però diminuite via via che la calura saliva.

Sono usciti cavedani stupendi mentre i barbi, nella eterna sfida con i pescatori, in alcuni casi l’hanno fatta da padroni rompendo lenze anche del 0,22.

L’unico che ha perso la sfida lo ha portato a guadino Andrea.

Per la pescata di 6 ore sono sufficienti un chilo di bachi da incollare con colla arabica, una scatola di orsetti di colore misto, un barattolo di mais e uno di canapa.

Pochi euro per trascorrere una mattinata in pieno relax.

Un solo suggerimento ci permettiamo di darvi, non abbandonate mai la canna da pesca perchè qui i barbi grossi quando mangiano non avvisano e la canna parte a razzo verso il fiume quindi se ci tenete alla vostra attrezzatura state accorti.

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E allora buon divertimento con i barbi e i cavedani del Tevere e ricordate di avere con voi sempre la licenza governativa di pesca.

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