SMANTELLATA LA BANDA DEI PREDONI

Avevano messo in piedi un’attività imprenditoriale vera e propria: due capi che coordinavano l’intero lavoro più una decina di sottoposti. E poi un laboratorio, celle frigorifere, capannoni. Peccato fosse tutto completamente illegale.
Quella che il Gruppo Forestale di Mantova, diretto dal colonnello Alberto Ricci – insieme ai colleghi delle stazioni di Pegognaga e di Suzzara, alla Vigilanza Ittico Venatoria della Provincia di Mantova e al personale della Fipsas – hanno scoperto, è una delle più consistenti e meglio organizzate bande di predoni dei fiumi, smascherate negli ultimi tempi.

I due capobanda, padre e figlio romeni di 48 e 28 anni, sono stati denunciati; il loro laboratorio con i magazzini e tutto il materiale per la pesca sequestrato; sotto sequestro anche 16 quintali di pesce destinato ai mercati di Ungheria, Romania ma, secondo quanto accertato dalla Forestale, anche a piccole pescherie al dettaglio del Nord Italia.
L’indagine è partita mesi fa dall’osservazione e dalla segnalazione di alcuni componenti di questa banda che pescavano in Po, nel Secchia, nel Mincio.

Col tempo la Forestale è riuscita a collegare i vari fili, che portavano tutti inequivocabilmente ai due predoni romeni. Conferme sono arrivate pure dall’esame dei loro profili Facebook. Incuranti di esporsi, i due e i loro subalterni, postavano sui social network foto di grigliate a base di pesce, di “trofei” ittici pescati nei fiumi e così via. Ma non avevano alcuna licenza.

Ottenuto il via libera dalla Procura di Mantova, Forestale e colleghi sono piombati nell’abitazione dove i due vivono con il resto della famiglia, in una casa singola in strada Gonzaga a Pegognaga. Sono stati sequestrati otto gommoni di varia metratura, cinque chilometri di rete da pesca, otto bertovelli, cinque retini da pesca con manico isolato elettricamente, dodici remi, quattro batterie, due booster carica batteria, quattro pompe, sei metri di filo elettrico, tre motori fuori bordo, un furgone frigorifero.

Il personale della Ast Val Padana di Mantova inoltre ha sequestrato, per distruggere, sedici quintali di pesce (carpe, siluri, lucci perca), poiché non idoneo alla commercializzazione. I due sono stati denunciati per pesca di frodo, commercio di sostanze alimentari contraffatte, commercio di sostanze alimentari nocive e vendita di sostanze alimentari non genuine.

 

(Si ringrazia Enzo Loreti della FIPSAS di Mantova per la segnalazione della notizia)

 

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