VOCI DAL MONDIALE
Anche se sono trascorse alcune settimane dalla rassegna iridata svoltasi in Belgio, vogliamo dare voce ad uno dei protagonisti dell’avventura Azzurra
INTERVISTA AL C.T. RUDY FRIGIERI:
“…per certi aspetti é stato paragonabile ad un incontro di calcio tra il Sassuolo ed il Real Madrid…”
Prima di entrare nel dettaglio della prestazione della nostra Nazionale, Rudy, vorrei da te un’ impressione generale su questo Mondiale belga…
“Quello appena disputato é stato un Mondiale perfettamente organizzato dalla Federazione belga, su di un campo di gara molto bello e tecnico. Se proprio vogliamo fare un appunto le sponde erano un po’ alte da percorrere a piedi con le attrezzature ma é veramente un dettaglio; tutto il resto è stato impeccabile e voglio complimentarmi anche da questo Sito con i belgi per tutto quello che hanno fatto.”
Veniamo al risultato dei nostri colori, che forse non è stato all’altezza delle aspettative ma che, per onore di cronaca, mi sembra di poter dire non ha neppure suscitato delle polemiche, come magari é successo in altre occasioni. Cosa puoi dirmi al riguardo?
” Non posso dire di essere contento, oggi, per il risultato ottenuto in Belgio, perché io parto sempre per vincere e quando torno senza nessuna medaglia che possa onorare i nostri colori io non mi reputo soddisfatto. Facendo, però, una analisi oggettiva dei fatti e dopo aver constatato i valori in campo dei nostri avversari e soprattutto le loro conoscenze del campo di gara e del comportamento dei pesci che c’erano da insidiare, posso dire che il nostro sesto non é un brutto risultato. Facendo tutto perfettamente e con un pizzico di buona sorte potevano limare uno o due posti, potevamo arrivare sotto al podio facendo un dignitoso quarto ma salirvi sopra non era alla nostra portata, perché le tre Nazionali là davanti hanno avuto veramente qualcosa in più.”
Alcuni anni fa, in Polonia, si disputò un Mondiale sempre impostato ai gardon e anche lì abbiamo patito diverse pene. Ricordo, però, che al ritorno vi furono diverse polemiche, più o meno velate; oggi, dopo un altro Mondiale difficile sempre sui gardon, lo spirito sembra un altro. Siamo rassegnati, atleti e tifosi, a pagare dazio sempre quando incontriamo questi pesci?
“Sono stati due Mondiali diversi, con gardon di taglia sicuramente diversa con un comportamento sicuramente differente in campi di gara dalle caratteristiche molto differenti. In Belgio abbiamo constatato tutti, durante le prove, della superiorità netta di belgi, francesi ed inglesi, superiorità che si é poi concretizzata e confermata nei risultati di queste tre Nazionali nelle due giornate di gara. E come persona di sport non posso che prenderne atto e far loro i dovuti complimenti. Noi comunque ce l’abbiamo messa tutta, te lo assicuro, i ragazzi hanno dato fondo a tutte le loro risorse ma mai come in questo caso il divario di conoscenze su questa specie é stato tanto netto. La sensazione é stata come se il Sassuolo, la mia squadra, giocasse contro il Real Madrid. E lì di Real Madrid ce ne erano tre!”
Siamo così indietro rispetto a loro, Rudy?
“Non vorrei essere frainteso e quindi ribadisco che non sto parlando di capacità tecniche, perché i miei ragazzi tecnicamente sono perfettamente all’altezza di quei campioni e lo abbiamo dimostrato tante volte, non ultimo nell’Europeo di Adria di questa primavera. Qui si parla di conoscenze sul comportamento di quella specie specifica, capire come si comporterà dopo giorni di prove assidue, come reagisce al passaggio delle enormi chiatte da 150 metri che solcano le acque di quel canale, come preparare e in che proporzioni le pasture adatte, con la famosa Fiente de Pigeon che per noi é una cosa semi sconosciuta e di cui non abbiamo pressoché esperienza se non quello che i belgi gentilmente ci hanno detto. Sapere di queste cose é fondamentale per un buon risultato con questi pesci.”
Veniamo al Mondiale…
“Le nostre gare sono state ancora più difficili per alcune evenienze occorse nel sorteggio, assolutamente non favorevole in una delle zone, dove era ubicato uno scarico di una ferriera e i picchetti a ridosso di quello scarico erano fortemente penalizzati mentre quelli più lontani non risentivano tanto di questa situazione. Noi abbiamo avuto in sorte un ultimo di campo subito a monte ed un secondo di settore subito a valle, ossia picchetti che sulla carta dovevano essere favoriti, per noi sono diventati stregati per la loro ubicazione. Va considerato anche che durante la settimana di prove abbiamo sempre pescato in acque relativamente scure a causa del passaggio delle chiatte che muovono il sedimento del fondale mentre nel week end questo non succede, l’acqua si schiarisce ed occorre impiegare ami e fili più fini. Con qualche conoscenza in più ed un po’ di fortuna nel sorteggio potevamo fare qualcosa di meglio, ripeto, magari un quarto, ma nulla di più…”.
Parliamo dell’impostazione che avevate deciso per le due gare…
“Abbiamo fatto un fondo non troppo importante ad 11 mt, un altro fondo a 13 mt per cercare i pesci importanti come le grosse breme e abbiamo deciso di partire poi sulla linea corta a cercare quella specie di ghiozzo di fiume fino a quando tenevano. Di quelli, in prova, se ne potevano fare un 3 chili. Purtroppo in gara non hanno tenuto o addirittura non c’erano proprio in certe zone. Poi abbiamo sbagliato anche alcuni dettagli nella pasturazione, dettagli che abbiamo sistemato la domenica. Ed infatti domenica, in quattro totalizzano 10 penalità; purtroppo è uscito un 14 da un settore terribile, nel tratto vicino al canalino della ferriera. E il nostro ha fatto più del possibile con i suoi 500 grammi, in mezzo ai primi 7 concorrenti che ne fanno a malapena 50 o poco più. Non voglio accampare scuse, naturalmente, ma i fatti vanno analizzati nella loro completezza: non siamo all’altezza delle prime tre ma siamo comunque abbastanza competitivi anche sui gardon, ci é mancata la conoscenza del campo di gara e del comportamento di questo pesce in quel posto.”
Come Nazionale avete trovato dei gardon in diverse occasioni in questi anni. Cosa avevano questi del Belgio di diverso da quelli della Polonia, ad esempio?
“Innanzitutto la taglia, quelli polacchi erano molto più piccoli; poi il campo gara, perché questo canale navigabile belga é certamente un ambiente molto diverso, con molta più acqua e movimenti di corrente molto importanti dovuti al passaggio delle chiatte, in prova. In Polonia si pescavano con fili ed ami microscopici; in Francia avevamo maturato la convinzione che dopo il fondo iniziale non si dovesse alimentare più di tanto, invece i gardon francesi volevano della pastura con regolarità per cercare la taglia migliore, con pesci da 30 grammi di media; in Belgio c’erano pesci ancora diversi, importanti, anche da 200/300 grammi e andavano cercati uno per uno in un canale con l’acqua ferma, ambiente che noi non abbiamo potuto provare in settimana. Sono convinto che se avessimo avuto occasione di farlo, la partita potevamo giocarla diversamente, magari colmando parte del nostro gap, perché avremmo capito alcune cose. Ti faccio solo l’esempio di Jacopo che la domenica, con un certo Scotthorne ultimo di campo ed il belga penultimo, li ha regolati entrambi con sicurezza. Ripeto: non siamo tecnicamente meno dotati, ci manca l’esperienza di una certa tipologia di pesca.”
Dopo qualche anno avete ritrovato la famosa “fiente” o “fiende”, ossia lo sterco di piccione, che Oltralpe viene usata molto con i gardon mentre noi non sappiamo neppure cos’é o quasi…
“Noi ne abbiamo pochissima conoscenza, naturalmente. Ce ne hanno dato un litro e l’abbiamo usata seguendo le indicazioni dei Belgi, che voglio ringraziare anche da questo Sito per il supporto che ci hanno dato per tutta la settimana dimostrandosi veramente sportivi; loro ci hanno fornito il materiale e ci hanno dato delle proporzioni alle quali ci siamo attenuti. Magari le proporzioni possono variare in relazione alle condizioni ma noi non lo sappiamo. Da quello che ho capito, comunque, sembra essere veramente un ingrediente fondamentale nella pesca di questi pesci.”
Cambiano alcuni protagonisti nel Mondiale ma restano sempre sti benedetti inglesi, che sembrano avere sempre un coniglio da estrarre dal cilindro…
“Non dobbiamo tralasciare un dettaglio, innanzitutto, ossia che questi inglesi sono veramente fortissimi. In più loro i gardon li pescano sempre e da questo campo di gara non sono poi così lontani, sono venuti alcune volte a provarlo e quindi sapevano cosa attendersi. Inoltre se guardiamo i risultati anche recenti vediamo che ad Adria non hanno fatto benissimo; certo restano fortissimi ma oggi le nazioni forti sono anche altre. Ricordo che in Polonia, di cui parlavamo prima, il loro C.T. mi confidò alcuni giorni prima che loro avevano le idee chiarissime, poiché il campo gara polacco era identico ai loro canali e i gardon si comportavano in un modo che loro conoscevano molto bene.”
Finiamo dietro una Svizzera portentosa che ha fatto un Mondiale storico…
“Si, la Svizzera ha fatto veramente un grande Mondiale e faccio loro i miei complimenti. Loro questi pesci li conoscono perché li pescano spesso, ora gareggiano sicuramente molto di più ed hanno formato una squadra con alcuni elementi giovani veramente validi; li ho visti pescare ed ho visto che sono preparati. Al termine, parlando con il loro C.T., ho scoperto che loro hanno usato il doppio della fiente che abbiamo usato noi…”
E’ stato un Mondiale all’insegna dei gardon di taglia ma sono uscite anche delle breme molto grosse. Avevate capito come si potevano fare o le avete considerate solo catture occasionali?
“Intanto occorreva il coraggio di mettersi a farle con tutte le incognite del caso, perché se non entrano puoi caricare la squadra di un punteggio pesantissimo. Raison, in gara 1 le ha fatte, ne ha prese 4 ed ha stravinto il settore. La domenica non le ha trovate. E’ una pescata molto statica, con la canna in barra e, soprattutto, sapendo bene cosa dar loro da mangiare e in quali zone possono essere. Di certo non va usata la fiente, ad esempio, che a loro non piace. Per il resto non saprei dirti… Se avessimo capito qualcosa in questo senso probabilmente lo avremmo fatto; é anche una questione di mentalità, di stare ad aspettare la mangiata buona, mentre noi siamo più impostati ad una pesca di regolarità quando si può.”
Torniamo al nostro risultato e a cosa portiamo a casa dal Belgio…
“Dal Belgio io riporto la soddisfazione di aver fatto il massimo, di aver imparato alcune cose che saranno certamente utili in futuro… E con la voglia di rivincita al più presto!”
Angelo Borgatti