ATTENTI A QUEI DUE… LA SFIDA SI TINGE DI ROSSO !

La tradizione va rispettata e per il fine/inizio anno il colore rosso è un must assolutamente da rispettare.

Così la sfida dei due eterni nemici/amici Alessandro Scarponi e Luca Caslini si sposta come location in un piccolo laghetto popolato di carassi bianchi, rossi e bruni… e con un regolamento assolutamente unico:

  • obbligo di utilizzo della canna fissa di lunghezza massima 3,5 mt
  • massimo uno scatolino di bigattini per entrambi i concorrenti
  • un punto per ogni pesce di colore nero, due punti per ogni pesce bianco o giallo, tre punti per ogni pesce rosso
  • vittoria assegnata all’agonista che raggiunge per primo i 30 punti
  • obbligo di indossare le orecchie d’asino per lo sconfitto

Gran pienone e tutto esaurito nella fisheries dell’alta Valmarecchia che vede occupati tutti e due i posti a disposizione.

Il regolamento è stato studiato appositamente per sfruttare al meglio la location in quanto con una canna da 4 metri si finirebbe sulla sponda opposta ed un utilizzo eccessivo di bigattini potrebbe provocare l’esondazione del lago.

Ma andiamo a vedere come è andata ed ovviamente, come spesso accade, le due versioni sono lievemente discordanti…

LA VERSIONE DI LUCA

I due acerrimi nemici spesso paragonati a Tom e Jerry (con Alessandro nel ruolo di Tom) sembrano somigliare sempre più a Willy il Coyote e Road Runner, ovviamente con Alessandro nel ruolo del crudele quadrupede ed il povero Luca costretto continuamente ad aguzzare l’ingegno per riuscire a sfuggire alle continue trappole del vecchio avversario (vecchio non solo perché avversario da tanto tempo ma soprattutto per motivi anagrafici).

Anche quest’anno Alessandro non vuole mollare e nonostante le ormai infinite sconfitte che ha dovuto subire negli anni ripropone ancora una volta la sfida delle famigerate “orecchie d’asino”… d’altronde, come dargli torto, dopo averle indossate talmente tante volte da essere ormai “incorporate” sa benissimo di non aver nulla da perdere.

Il povero Luca invece, sommerso dagli impegni e leggermente debilitato dai malanni di stagione è costretto ancora una volta a dover dimostrare la sua superiorità alieutica, sempre che ce ne fosse ancora bisogno.

Niente roubasienne perché Alessandro ormai la utilizza solo per aiutare le piante di pomodori a crescere dritte e non riesce a ricordare altri utilizzi, quindi sfida con le canne fisse che dovrebbero avvantaggiare la vecchia volpe, poco volpe e molto….

Come disse anche il mitico Marco Volpi all’inizio i due avversari sono stati a pari punteggio, poi la gara ha preso il via ed Alessandro ha cominciato ad accusare ritardo pesce dopo pesce.

Ovviamente anche questa volta il vecchio volpone ha provato ad aggirare il regolamento, creando continue discussioni ad ogni pesce per stabilirne colore e punteggio, tanto da costringere il VAR all’intervento in più occasioni.

Il punteggio finale è davvero impietoso, tanto da non poter essere pubblicato per tutelare l’immagine del povero Scarponi (ovviamente in privato sarà comunicato a tutti quelli che ne faranno richiesta). In ogni caso strepitosa vittoria del giovane Luca che ancora una volta da vero Road Runner riesce ad aggirare i tranelli del vecchio Willy  coyote.

Luca si dimostra ancora una volta esemplare di razza, della stessa specie di Beep Beep ” Ultra-sonicus ad infinitum”…. anche Alessandro si conferma esemplare di razza, ma della specie ” Desertous-operativus Idioticus” la stessa del coyote del famoso cartone animato.

Vabbè dai Alessandro, non preoccuparti: anche quest’anno vincerai il prossimo!

LA VERSIONE DI ALESSANDRO

Come tutti gli anni mi vedo costretto ad accettare la sfida con il mio allievo Luca Caslini per confermare le gerarchie non solo all’interno di Match fishing ma anche nella bravura con la canna in mano.

Per cercare di agevolare Luca ho fatto scegliere a lui la location e la tecnica e infatti mi sono talmente fidato che mi ha consigliato di portarmi appresso una canna fissa da 2,5 metri.

“ti porto in un laghetto molto bello, incastonato tra i monti, dove i carassi la fanno da padroni. Sai mangia sotto riva a ridosso delle canne, quindi basta una cannina fissa da 2,5 metri”.

Ancora una volta mi sono fidato, di questo amico che solitamente chiamo “cuntaball” e infatti arrivato sul posto cerco di individuare questo bellissimo lago appenninico ma mi rendo presto conto di trovarmi di fronte ad un abbeveratoio per mucche e cinghiali.

Mi ha fregato ancora!!!

Mi sono fatto 70 km in andata e 70 km di ritorno per pescare dove solitamente si ritrovano animali selvatici.

Nonostante tutto la sfida ha inizio … noto subito la lunghezza maggiore della canna fissa di Luca il quale, mi sfila una canna fissa da 4 metri mentre io devo soccombere con un cannino assai più corto.

Ovviamente Luca conoscendo molto bene questo laghetto trovandosi praticamente a pochi metri da casa sua parte subito a razzo inanellando una serie di catture prendendole sotto canna nella riva opposta.

Mi sorge un altro dubbio!! Stranamente anche la scelta del posto di pesca l’ha decisa unilateralmente il giovane furbastro scegliendo la parte di sponda dove batteva il sole.

La volpe mi ripeteva continuamente “tanto c’è più pesce che acqua e tutti i posti sono uguali”.

Nonostante tutto dall’alto della mia esperienza di garista affamato quale sono inquadro subito la situazione e anch’io comincio a realizzare tante catture.

Termina la prima mezz’ora e qui nasce un accesa discussione sul fatto che la prima mezz’ora per me doveva servire da allenamento mentre per Luca era già da considerarsi competizione a tutti gli effetti.

Alla fine passa la mia tesi e si decide che la prima mezz’ora è puro allenamento come avevamo concordato e finalmente si parte da zero a zero palla al centro.

Inanello così una infinita serie di pesci di ogni varietà cromatica, con il povero Luca che stranamente si zittisce e perde la sua classica verve goliardica.

Lo finisco con il classico colpo da ko quando al termine dell’ora di gara riesco a salpare il “re dello stagno”, un carassio rosso di rara bellezza e di dimensioni incredibilmente generose.

Solo questo pesce vale la vittoria finale con un disarmante distacco dovuto all’abbandono dell’avversario per manifesta inferiorità.

Le foto di rito testimoniano la supremazia in questa pescata e dopo due anni di orecchie d’asino, indossate comunque con grande dignità, le vesto per solidarietà con Luca e cedo a lui il trofeo che comunque indossa in maniera impeccabile.

Questa storia ha una morale:

“a volte per divertirsi basta veramente poco, una pozzanghera, due pesci, una canna e un amico/nemico da sfottere e da battere “.

E per sapere realmente come è finita….. beh, direi che l’immagine sotto è abbastanza eloquente….

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *