Eccellenza Centro Sud: Agli All Blacks (Preston) la rivincita dell’Arno pisano
Ormai sono mesi e mesi che l’Arno è sballottato da ondate di piena che si susseguono una dopo l’altra, con il livello idrologico talmente altalenante da non sapere oggi come sarà domani e tutto questo, oltre a influire sull’umore e sul comportamento dei pesci, contribuisce a mantenere la temperatura dell’acqua più fredda rispetto alla media del periodo, rendendo così meno facile l’impostazione di una gara dove ogni giorno il pesce si comporta in maniera diversa.
Una gara quindi, quella di ieri, da preparare con più attenzione del solito, valutando con cura ogni possibile variante. Questo è quello che hanno saputo fare meglio di altri gli uomini di Mister Batignani, che si sono prepotentemente impossessati di questa seconda prova dell’Eccellenza Centro Sud, restituendo pan per focaccia a quell’Oltrarno (Colmic) che aveva dominato a sua volta le classifiche nella prova del Corbara.
Una gara davvero impeccabile, quella condotta dagli All Blacks (Preston), dove nessun componente dello squadrone di punta (Batignani-Battellini-Marini e Balduini) ha lasciato niente al caso nonostante le tante insidie alle quali far fronte, come i molti incagli presenti nei vari picchetti, ma anche l’improvvisa comparsa di quelle grosse carpe, poco considerate durante i giorni di prova e che invece hanno poi stravolto molti piani tattici.
Quindi alla resa dei conti è giusto dire che “quel che è fatto è reso” e anche se questa volta tocca all’Oltrarno cedere il passo agli All Blacks, il duello continua ancor più agguerrito di prima, rendendo la sfida ancor più coinvolgente.
Tuttavia, oggi più di ieri è certamente improprio parlare ancora di sfida diretta in un contesto dove invece si sta sempre più delineando un quadrangolare con un terzo e un quarto incomodo chiamati Lenza Senese (Colmic) e Pellicano (Colmic), due matricole dispettose, ma capaci di mettere in riga nomi ben più blasonati e altisonanti tanto che ieri l’allegra compagine senese, con le sue otto penalità, si è presa lo sfizio di “sculacciare” ben 23 squadre sulle 25 partecipanti, mentre il Pellicano (Colmic), con una squadra rimaneggiata il sabato notte a causa di un incidente occorso a uno dei titolari, se l’è cavata alla grande risalendo addirittura di una posizione in classifica generale.
Sarà che io sono un inguaribile sentimentale, ma quando vedo un “Davide ” superare i “Golia” mi fa sempre piacere e quindi godo un po’ nell’enfatizzare i risultati della Lenza Senese (Colmic) che si presenta alla conta con un primo di Michele Zamperini (Lupetto per gli amici), un primo di Alessandro Cambi (il Ghere), un secondo del mitico Roberto Manganelli (l’Alfiere) e un quarto, strappato con le unghie e con i denti in un picchetto impossibile, da Dario Panfili; 8 penalità buone per il secondo podio di giornata e una terza posizione in classifica generale.
Altrettanto, ma forse anche di più, merita la Pellicano (Colmic), condotta al quarto posto della classifica generale dal suo capitano Massimo Maestrini, forte di alcuni giovani neofiti del feeder come Enrico Pelosi, Michele Temellini, Devis Gabbianelli e Daniele Andreoletti, per la prima volta sulle difficili sponde dell’Arno pisano e che nonostante tutto hanno ben figurato.
Complimenti sinceri a tutti loro per la posizione in classifica che vede entrambe le squadre (Lenza Senese e Pellicani) nella rosa delle sette papabili per il C.I.S. 2018.
Riguardo invece la cronaca della gara, è ovvio che parlare dell’Arno pisano equivale a dire gatti, gatti famelici e pronti ad assalire tutto quello che cade in acqua e in effetti è quasi tutto vero, se non fosse che fra le maglie di quel “quasi tutto” passano facilmente le dieci penalità di ogni settore e quindi, come sempre accade in questo tratto dell’Arno, oltre alla costante che prevede l’utilizzo di canne forti, fili molto robusti e ami generosi, serve anche una corretta strategia mirata a una pasturazione, seppur decisamente abbondante, sempre molto accurata nei dosaggi delle quantità e nella frequenza dei lanci, che devono essere continuamente modulati durante le cinque ore di gara, adeguandosi alla risposta del pesce: più pastura e meno bigattino; solo pastura o solo bigattino; tanto mais o solo qualche chicco e tutto questo facendo sempre attenzione a non rimanere a secco prima della fine dei salmi.
Durante i giorni delle prove era chiaramente emerso che fra le due zone di Castelfranco e di Calcinaia c’erano differenze sostanziali, sia nelle distanze di pesca, molto più corta a Calcinaia che a Castelfranco, sia per la taglia dei pesci mediamente più grossi a Calcinaia rispetto a quelli di Castelfranco, forse più numerosi, ma decisamente più piccoli.
Inneschi di mais o bigattini, anche in contemporanea, sono stati per tutti una costante anche se non è stato raro vedere dei vermi penzoloni agli ami, ininfluenti per i channel, ma molto apprezzati dalle grosse carpe come quelle prese da Mirko Del Vescovo del Tevere Roma Feeder il quale, con soli quattro esemplari e un po’ di channel ha portato alla pesa oltre venti kg. di pescato.
Si, perché proprio le carpe (e grosse) sono state l’imprevisto più influente di questa gara, quelle stesse carpe solo raramente uscite durante i giorni di prova mentre ieri, soprattutto durante le ore più calde, si sono improvvisamente mosse per la buona pace di chi, magari un po’ in ritardo con la pesca ai gatti, si è visto ravvivare sensibilmente lo spirito (e la posizione in classifica) da dei bestioni di 4 – 5 e anche più kg..
È stato proprio durante le operazioni di pesatura, sempre molto laboriose (e poco edificanti) nell’Arno pisano, che mi è tornata alla mente una proposta inascoltata, che feci qualche anno addietro, parlando dell’utilizzo della doppia nassa in queste acque.
Oggi più di allora credo sia giunto il momento di prendere coscienza di quanto sia importante salvaguardare più possibile il nostro patrimonio ittico e credetemi, vedere quei bestioni sanguinanti per le ferite inferte dai terribili aculei dei channel, con delle conseguenze spesso mortali, offende profondamente l’etica e la morale della pesca sportiva….Facciamo qualcosa noi, prima che qualcun altro faccia ciò che non ci piace.
Ancora un breve inciso, prima di salutarci.
In questi giorni di caldo le sponde ripide di questo tratto dell’Arno non sono un boccone da ghiotti per nessuno, soprattutto avendo sul groppone le nostre attrezzature sempre più pesanti e ingombranti, ma anche sentire i mugugni dei molti che maledicono le scelte del campo gara, o peggio ancora prendersela con chi si spacca il culo per mantenere quel poco che c’è di pescabile in Toscana, ecco, questo mi da fastidio, perché se possiamo fare delle gare nei nostri fiumi è grazie alla ottimizzazione di quel poco che abbiamo a disposizione e soprattutto grazie a chi si da daffare per farci trovare qualcosa di quanto più accettabile possibile.
Capisco bene che i fiumi non siano comodi come il carpodromo sotto casa, ma noi non abbiamo di meglio e siccome le gare di pesca sono questo, credo che si debba accettare quello che ci troviamo di fronte e magari, perché no, rendendosi utili per cercare di migliorare qualcosa, anche solo portando via lo sporco lasciato da altri o portato dalla corrente.
Sono anni che nel circuito del feeder si sentono sempre le stesse lamentele: quando sul campo poco pescoso, quando sul periodo poco adatto, quando sulla troppa distanza e addirittura anche sulle cinque ore di gara. Ebbene, io sono certo che tutto questo “ribbollir di tini” privo di dialogo e senza proposte non serva assolutamente a niente.
Un saluto a tutti gli amici di Match Fishing da
Marcello Corbelli
2 pr Classifica di giornata a Squadre
2 pr Classifica Indiv di Giornata
2 pr classifica Indiv Progressiva
2 pr Classifica Progressiva a squadre