Matthieu Amato Campione Italiano di Pesca in mare da natante: ho vinto grazie alle mie lenze
Il titolo di Campione Italiano più ambito e forse “il più difficile” è stato vinto dal pescatore ligure Matthieu Amato. Il 15 e 16 giugno è andata in scena a Gallipoli il campionato Italiano di pesca con canna da natante, vinto da un garista da anni nelle parti alte delle classifiche ma noto a molti pescatori per essere un giornalista delle riviste di pesca, oltre che, come vedremo, un insospettabile youtuber.
Abbiamo contattato il Campione d’Italia di pesca 2018 Matthieu Amato per sapere di più sulla gara, le attrezzature usate, se ha uno sponsor, sull’emozione di vestire la Maglia Azzurra e qualche curiosità sulle sue esperienze da agonista. Ecco qualche parola scambiata insieme:
Inizia qui la chiacchierata con Matthieu, al quale rinnoviamo ancora i complimenti per il successo ottenuto e lo ringraziamo per averci risposto.
“Ciao Alessandro e grazie per avermi dato la possibilità per scrivere su Matchfishing, il sito italiano più seguito sull’agonismo. Cerco di rispondere in ordine sparso alle tue domande e ti ringrazio per i complimenti.
Vedrò di non scordarmi qualche tua domanda “per strada”. Vincere il Titolo di Campione d’Italia di pesca è una soddisfazione grande per chi come me è appassionato da sempre. È sport. Nello sport di alto livello le cose non succedono per caso ma ci vogliono dei sacrifici notevoli e non parlo di soldi, banalmente.
Se ripenso a quante ore posso aver passato nella mia vita a costruire montature e legare ami penso si misurerebbero in tanti mesi e non in giorni. Sono sacrifici miei e delle persone che mi sono state intorno e che mi stanno intorno e che ho ringraziato sul mio sito web Matthieu Amato (c’è anche il video su youtube https://matthieuamato.it/campione-italiano-pesca-in-mare/ ).
Credo proprio che sia stato il mio grande studio sulle montature (che presto catalogherò in una tabella numerata sul mio sito) a farmi vincere.
Le mie montature sono quelle che mi fanno ottenere buoni risultati anche nelle mie pescate di tutti i giorni a bolentino, light drifting, morto manovrato, traina, drifting che pratico a Camogli, in Liguria. Nella pesca tutto parte dall’innesco sull’amo giusto, e da come proporlo al pesce. Tanto della pesca sta lì, in ogni tecnica.
Uno sponsor non ce l’ho ma sinceramente neanche lo cerco, nel senso che non ho ambizione di ricevere gratis attrezzature da pesca (devi sapere che ho ricevuto proposte in merito anche di recente ma non me la sono sentita di “andare contro” una collaborazione che ho con una grande azienda del settore in qualità di Social Media Manager, quello è il mio lavoro oggi.
Non collaboro in quanto Campione ma in quanto competente in marketing – comunicazione – sistemi e altre cose che oggi hanno tutte dei nomi inglesi.
Il mio sponsor sono stati i miei genitori quando avevo tra 12-20 anni e mi sarei venduto anche le medagliette della Prima Comunione (ok ma non l’ho fatto) per comprarmi una nuova bolognese.
Se uno si rende conto di questa passione, e di sacrifici così, allora può immaginare la gioia di vincere proprio quel Titolo che secondo me è il più difficile di tutti.
Perché il più difficile? Perché l’Italia degli ultimi 20 anni è la Nazione più forte nella pesca mediterranea nella pesca da natante.
I garisti italiani del natante sono bravissimi e potrebbero formare non una ma quattro squadre Nazionali capaci di vincere i Campionati del Mondo. Sono convinto di questo.
Ho sentito parlare di sponsorizzazioni faraoniche per pescatori in mare quando ero ragazzino – le ho sognate, come tutti -ma se questo oggi esiste, forse si limita al settore delle acque interne che io comunque non conosco (ma tu Alessandro sì).
Le società di pesca in mare che conosco (e ne conosco molte) fanno fatica a ricevere abbigliamento gratis a fronte di acquisto di merce in sconto a fine anno, e capisco le stesse aziende che attuano queste politiche per non andare velocemente in perdita.
Nello specifico caso del natante c’è sicuramente qualche persona che riceve tutto gratis per pescare ma si tratta di un apporto in materiale che è utile solo se l’attrezzatura è di prim’ordine. Altrimenti ci si trova limitati a dover usare canne o mulinelli che non siano al top (ecco perché non mi interessa molto).
Tornando ai risultati delle gare, nel settore della pesca da natante ci sono due cose molto importanti che tanti non sanno: la fortuna è limitata dal numero di pesci che si prendono (e dal limite per regolamento al peso massimo per singolo pesce), e poi il campo gara incide meno che nella “riva” e nel “surf casting” perché in barca si è tutti vicini e ci si scambiano le posizioni ad ogni turno.
La prima gara di Gallipoli, nel Campionato 2018, è stata disputata pescando a fondo e a boghe, più o meno con pari tempistica di pesca.
La seconda annullata per maltempo. Per la pesca a fondo ho usato una Tubertini F1 Medium, abbinata a Ryobi Honor 6500.
Per la pesca delle boghe ho usato quello che amo chiamare “il mio prototipo” abbinato a Viral 6000, ovvero una canna che ho assemblato con pezzi di carbonio smontate da canne bolognesi.
Dopo i 20 anni mi sono divertito nel comporre le canne da pesca, cosa più difficile che farsele costruire da una fabbrica. Non ho sempre fatto dei “gran lavori” ma in questo caso ho tirato fuori una canna che mi ha permesso di fare gran bei risultati per esempio alle secche di Tor Paterno a Roma, a Rosignano Solvay, e a Porto Cesareo, negli scorsi anni.
La pesca sportiva mi ha fatto viaggiare molto e per questo, oltre ai miei genitori, devo ringraziare la Lega Navale Italiana Genova che in alcune trasferte del circuito Fipsas (In Italia per il CONI) e Fips-Mer (Internazionale) sostiene il nostro gruppo sportivo, piuttosto nutrito.
Qui mi riallaccio a una delle tue domande, Alessandro, quando mi hai chiesto dei precedenti risultati. I più prestigiosi sono stati inizialmente il Titolo Mondiale da natante con l’Under 21 (e altre medaglie), poi, negli adulti, la conquista della serie B da riva (da ragazzo è stata una bella vittoria); da lì in poi mi sono concentrato sul natante con buoni risultati, una decina di Club Azzurro (per la formazione della Nazionale); sono stato Vice-Campione Europeo individuale (a pari merito col primo) nell’Europeo da natante in Irlanda nel 2008 e poi di nuovo Vice-Campione a squadre in Inghilterra e in Norvegia.
Quarto nel mondiale portoghese per Club Fips-Mer e poi Vice-Campione del Mondo in Croazia nel 2015 in un’edizione che, per una volta, avremmo davvero meritato di vincere perché scartammo un primo di barca (mentre i concorrenti scartarono un risultato peggiore) ma perdemmo per differenza peso.
Lì avevamo davvero fatto l’en-plein. Ci scontriamo però con garisti fortissimi e con una corazzata che non è una “società locale”, con garisti del posto come lo siamo noi, ma un “dream team” che raccoglie i migliori in giro per l’Italia e li sovvenziona come dovrebbe proprio fare una società ambiziosa, pagando tutto, comprese prove private in barca, con persone che aiutano nel trasporto sul posto delle attrezzature per tutti.
La mia non è una critica ma il complimento a chi attua questa politica incontrastato da anni e, credo, ne raccolga i frutti oggi, in tutta Europa. Credo che l’agonismo sia importante in ogni sport e, anzi, mi è sempre sembrato strano che nella pesca in mare le aziende maggiori avessero pochissimo interesse e non investissero. Così è nel natante.
Con quel tipo di programma, della “corazzata” di cui dicevo, si vince nel lungo periodo. Qualche vittoria così, a spot, di altri atleti come me però è sempre possibile.
Il mio titolo 2018 in particolare mi ripaga della delusione dello scorso anno quando dopo la vittoria in gara uno, il comandante del peschereccio livornese di gara due ha deliberatamente portato la barca a profondità maggiori, dove non si voleva andare, anche dopo la metà gara, quando i concorrenti avevano votato di andare su minore profondità (dove c’erano le altre barche in gara e dove si sono naturalmente fatti i pesi necessari per vincere).
Questi sono episodi che farebbero passar la voglia di far le gare.
Oggi mi diverto ancora a fare le gare e penso di continuare per qualche anno, così magari si verrà a sapere che non sono solo un social media manager, appassionato di video, ma anche un garista 😉
Scherzi a parte, ho tanti programmi per il futuro legati alla pesca e per questo invito tutti a registrarvi sul mio sito web e sui miei account social. Se vi registrate vi regalo qualcosa, uno sticker o altro, ci sto ancora pensando.
La cosa più importante però e che fra qualche settimana lancerò il gruppo privato a pagamento per il miglioramento nella pesca in mare.
Di cosa si tratta? Di un gruppo di persone selezionate da me e dai miei collaboratori per restare in contatto diretto e condividere consigli per migliorare i risultati di chi si avvicina alla pesca in mare o comunque pesca da qualche tempo e vuole catturare pesci più belli.
Credo sia una cosa innovativa e realmente utile. Sarebbe stata una cosa a cui io avrei partecipato quando ero ragazzo se fosse esistita, ma allora a malapena c’erano i cellulari.
Grazie per avermi chiesto l’intervista.
Grazie per la pazienza nell’attenderla.
E, soprattutto, complimenti a chi l’avrà letta tutta arrivando fino a qui. Vi aspetto sul mio sito e social, passate a registrarvi lì.”