Caster: un’esca micidiale!
Con l’arrivo dell’autunno e il calo delle temperature i nostri amici pinnuti mostrano una particolare attività con i pesci di taglia che attaccano le esche senza tanti complimenti.
Nei canali della bassa padana sono soprattutto le breme a mostrare per prime questa aggressività che di fatto non è altro che la necessità di nutrirsi in previsione dell’inverno che bussa alle porte.
Una delle esche preferite per le breme è il caster che altro non è che il classico cagnotto in un avanzato stato di maturazione. In questo articolo parleremo proprio di questa esca particolare che non manca mai sul piatto dei più esperti agonisti anglosassoni.
Meglio fai da te
Il caster può diventare un’arma micidiale per risolvere positivamente una giornata nata male. Il colore della larva indica il grado della maturazione della stessa, più è scuro più siamo vicini a veder svolazzare un moscone.
L’innesco necessita di un minimo di delicatezza e precisione e la manovra è facilitata da un amo con caratteristiche particolari. Il filo è scelto in relazione alla valutazione se pescare sul fondo o a galla, nel secondo caso ne avremo bisogno di uno non troppo grosso per bilanciare perfettamente il bozzolo galleggiante.
Fino a qualche anno fa i caster non si trovavano in commercio e quindi occorreva produrseli da soli, ma oggi tutto è più facile tanto che sono diversi i negozi o commercianti di esche ad averli sempre disponibili.
In ogni caso è bene saper produrre i caster in proprio perché, oltre a rappresentare una grande soddisfazione, permette di controllare lo stato d’avanzamento della maturazione di questa particolare larva ed avere quindi sempre le esche migliori.
I pescatori inglesi conoscono molto bene quest’esca tanto da avere compreso che le grosse breme adorano i caster che tendono al colore arancio perché sono quelli più pesanti, mentre quelli di colore marrone scuro sono più leggeri e quindi attirano il pesce più piccolo.
Preparare i caster non implica nessuna complicazione particolare, basta seguire un paio di semplici regole. Prima di tutto bisogna essere sicuri della freschezza dei bigattini dai quali partiremo per fare i caster.
Una volta comprati i bigattini, li riporremo in una vaschetta con all’interno abbondante segatura che avremo inumidito con un vaporizzatore in modo da distribuire in modo uniforme l’acqua.
Bisogna riporre il contenitore in un luogo fresco e senza sbalzi di temperatura. Un vecchio frigo da usare solo per le esche sarebbe l’ideale. Dopo circa 3/4 giorni, ma a volte anche prima, comincia la metamorfosi che da bigattino porta allo stadio di crisalide, e una o due volte al giorno dobbiamo separare i bigattini dai caster.
Per fare questa cernita si mette il tutto in un setaccio e con il loro movimento i bigattini cadranno sul fondo, lasciando i caster sopra la rete.
Una volta effettuato questo passaggio, si raccolgono i caster e si mettono in sacchetti per alimenti in cortene, cioè quella plastica che scricchiola, avendo l’accortezza di fare uscire tutta l’aria.
Se usassimo sacchetti di plastica normali, i gusci dei caster si brucerebbero facendo marcire anzitempo le esche.
Una volta al giorno, e per circa 15 minuti, bisogna aprire il sacchetto e fare respirare le crisalidi, dopodiché richiuderlo facendo uscire tutta l’aria. Se prendiamo il giro di fare spesso i caster, cerchiamo di non buttare la segatura dato che più invecchia, più diventa buona.
Volendo, e questo è un trucchetto che non tutti sanno, si possono fare i caster giganti partendo dagli orsetti, che altro non sono che larve di tafano invece che di mosche.
Facendo così otterremo delle esche grosse e dure, in modo da resistere anche a lanci ripetuti. Importante è almeno una volta al giorno levare i caster dalla vaschetta e farli respirare per 15 minuti. Se si ha la pazienza e la costanza di farlo, otterremo delle esche di garantita efficacia che spesso rappresentano l’arma in più per fare una bella pescata.
I migliori bigattini da utilizzare per creare i caster sono bianchi. I bigattini colorati non fanno buone larve probabilmente perché contengono impurità, come coloranti che ne facilitano la morte e quindi non aiuta la metamorfosi della mosca.
Per conservare i caster pronti per la nostra sessione di pesca li rovesceremo in una scatola di plastica pulita e asciutta coperta con fogli piegati di giornali umidi, con il coperchio posizionato sulla scatola.
Non utilizzate giornali gocciolanti perché l’acqua potrebbe accumularsi alla base della scatola e soffocare alcuni dei caster situati nella parte inferiore. Il posto migliore dove riporre la scatola con all’interno i casters appena prodotti è in frigorifero.
Colorazione e cosa significa
In una scatola piena di caster appena raccolti dalla bacinella troveremo bozzoli di diverse tonalità di colore.
I più freschi saranno di colore bianco o crema, mentre i più vecchi saranno quasi neri. In ragione della maturazione veloce dei caster, è opportuno raccoglierli il più possibile di colore crema o leggermente arancio perché dureranno più a lungo e daranno al pesce una varietà di scelta diversa.
A volte è sorprendente che un caster color crema porti al morso del pesce molto più velocemente di uno scuro e viceversa.
Una cosa da tenere a mente quando acquisti o conservi i tuoi caster è il fatto che, più scuro è, e più diventa leggero e quindi galleggiante, mentre quelli più chiari affondano molto rapidamente. I bozzoli scuri e semigalleggianti possono essere utilizzati con grande efficacia in alcune occasioni, in particolare durante l’estate.
Quale amo?
La maggior parte delle esche si utilizza al meglio con un amo che corrisponde alla sua dimensione, ma i bozzoli sono meglio utilizzati con un gancio che si adatta all’interno dell’esca.
Un amo del 20 o 18 si posiziona perfettamente all’interno di un unico caster, ma ciò non vuol dire che non si possa innescare un caster anche di traverso o appena puntato. Il punto più importante da osservare quando s’agganciano i caster è di farlo con delicatezza e attenzione perché, se il bozzolo scoppia, diventerà quasi inutile, e ricordate di usare un amo molto affilato! Il gambo deve essere corto, la punta barbless o con micro ardiglione e la curva ampia e morbida per consentire un appoggio ottimale della larva. La misura è scelta in base alla necessità di presentare un innesco singolo o doppio. Nei casi più difficili è sempre meglio optare per la crisalide singola.
Per insidiare i cavedani, da sempre ritenuti uno tra i più furbi di tutto il panorama delle specie ittiche d’acqua dolce, l’innesco “in punta” del caster, praticamente a penzoloni su un amo del 22, ha prodotto numerosi lisci e ferrate a vuoto.
Quando invece abbiamo modificato l’innesco presentando un caster di traverso con punta dell’amo ben libera su un amo del 24, la percentuale di strike è balzata molto vicino al 100%.
Una volta sul Circondariale di Ostellato ho vinto una gara innescando su un amo del 14 ben 5 casters.
Le grosse breme quel giorno gradivano particolarmente quest’esca cremosa.
Caster e pasture
I casters sono una delle migliori esche da aggiungere alla pastura perché forniscono una massa di cibo ricco di proteine della quale il pesce si nutrirà allegramente una volta trovato le briciole di pastura aromatizzata. Ma un’altra grande ragione per cui i casters sono così efficaci in pastura è perché non si dimenano, quindi non rompono la pastura quando vola o quando atterra sul fondo del lago o del fiume.
Caster schiacciati
Molti pescatori pensano che l’aggiunta di casters schiacciati a un mix di pastura la renderà molto più attraente per il pesce. Anche se il profumo dei casters schiacciati lo attirerà, facendo questa operazione si farà più male che bene.
I gusci o le bucce dei caster schiacciati galleggiano e quindi, non appena la palla di pastura si rompe o un pesce la disturba, i gusci inizieranno a salire. Questo attirerà il pesce che seguirà i gusci in risalita verso la superficie allontanandolo dalla pastura.
Matrimonio perfetto
Nella pesca con il feeder in particolare il binomio caster e vermi non ha eguali, mettere nella pastura qualche caster e qualche pezzo di verme tagliato sarà il menù preferito dei grossi calibri di breme.
E’ come voler mangiare un hamburger senza patatine fritte. Il caster è un’esca micidiale per qualsiasi pesce perché lungo gli argini di fiumi, laghi o canali molti pescatori disperdono bachi vivi che pian piano si trasformano in caster e i pesci sono quindi abituati a mangiarli.