Selettive Campionato Italiano Individuale zona Centro: Ancora una gara difficile nello Scolmatore di Vicarello

Sono ormai due mesi che piove senza tregua, gonfiando con fiumi e canali fino all’inverosimile; le bizzarrie di questo meteo estremo ci hanno fatto assistere all’annullamento di alcune gare importanti, mentre altre si sono svolte oltre i limiti della sicurezza, ma tutte accumunate da l’unica costante delle feroci polemiche e sempre con il dito dei più saccenti puntato contro Giudici, organizzatori, campi di gara poco graditi, poco pescosi o scelti in periodi sbagliati, facendo finta (spero) di non ricordare che il nostro sport si pratica in ambienti naturali e per questo talvolta ostili e soggetti a eventi correlati.

Chi va a pesca conosce il pericolo della sponda bagnata di un fiume, così come sa bene che quando piove ci si infanga, ci si bagna e chi capisce qualcosa del mondo dei pesci sa pure che se calano improvvisamente le temperature il pesce si blocca e queste sono tutte cause che possono trasformare una gara in una vera sofferenza, ma senza che qualcuno ne abbia colpa.

Poi c’è chi va a pesca e fa agonismo e in questo caso è inaccettabile non capire che un rinvio, un annullamento o un cambio di campo è sempre un grave disagio per i pescatori, ma soprattutto i Giudici e le organizzazioni, perché le nostre gare sono regolate dal calendario agonistico incernierato su organigramma preciso e complesso che nessuno ha interesse a rivoluzionare.

È un’introduzione un po’ severa la mia, ma l’ho trovata utile sia per stigmatizzare le sterili polemiche che infettano il nostro sport, sia perché calza a pennello come apertura per il report della seconda prova delle Selettive Centro del Campionato Italiano Individuale, anch’esso improvvisamente spostato nel canale Scolmatore, a causa dell’impraticabilità dell’Arno pisano. Una decisione incontestabile, ma foriera di aspre critiche (giuste) per il poco spazio a disposizione fra i concorrenti, in un canale noto per il vigore dei suoi pesci, che reagiscono alla ferrata come fossero cavalli imbizzarriti.

Tuttavia, nonostante il palese disagio, grazie alla maturità agonistica e al profondo spirito sportivo dei concorrenti, la gara si è svolta regolarmente sull’impronta di una spontanea collaborazione e nel reciproco rispetto, anche quando (tranne in un caso subito risolto) qualche reale sconfinamento c’è stato, ma senza nessuna conseguenza per quella che è stata una gara molto tesa e difficile, basata più che altro sulla capacità dei concorrenti di mantenere i nervi saldi per non farsi trovare impreparati in occasione di quel raro evento in cui l’abboccata del pesce si concretizzava più come un colpo d’ariete che non con la semplice flessione di un vettino.

Ritardare di un attimo la ferrata equivaleva a vedere scuotere furiosamente il canneto di fronte e con questo acquisire coscienza di aver perso ogni possibilità di estrarre il pesce dal folto dedalo di vegetazione acquatica presente sulle sponde dello Scolmatore.

C’è un solo modo per avere la meglio sulle insidie di questo canale e sulla potenza dei suoi abitanti ed è quello di usare attrezzature sovradimensionate, capaci di contrastare la forza esplosiva di pesci che quando sentono la puntura dell’amo, si gettano a capofitto fra le radici delle canne che si trovano su due lati del canale. Chi non ha mai avuto a che fare con i pesci dello Scolmatore, non ha idea di cosa sia il combattimento con un clarios o con una carpa di 3-4 o più chili nel metro di fondo di questo canale.

Canne molto potenti, Lenze madri da 0,35 mm. e finali da 0,30 mm., armati con ami da carp fishing, sono la normale dotazione di chi vuole avere qualche possibilità di successo su questi pesci e nonostante tutto, sono state tante le imprecazioni di chi si è visto strappare lenze del genere come fossero di burro e purtroppo ci sono state anche molte bestemmie di chi, peggio ancora, non ha nemmeno visto muovere la cima della sua canna.

Stiamo parlando di una gara decisamente sofferta, con pochi pesci nelle nasse e troppi cappotti che hanno vanificato gli sforzi di chi anche con poco poteva salvarsi e non ha potuto farlo, esattamente come per la prima selettiva di Umbertide dove, in molti settori, con un’alborella si poteva fare il quarto o il quinto.

Alla fine però quello che conta è sempre l’impietoso verdetto di una classifica che si basa solo sulla freddezza di quei numeri che promuovono i primi e cioè quelli che comunque sia, hanno saputo gestire al meglio due gare davvero molto stressanti.

Delle migliori prestazioni di Umbertide ne abbiamo parlato a suo tempo, fra quelle dello Scolmatore invece, spicca senza dubbio la prova eccellente del bravissimo Enrico Pelosi della Pellicano (Colmic), una vera garanzia per il futuro del Feeder, che da un picchetto centrale di un settore centrale, stravince l’assoluto di giornata con 26,260 kg. di peso, lasciandosi alle spalle un altrettanto bravo Celestino Antinori della Delfini (Maver), capace di portare alla bilancia ben 24,400 kg. di pescato, seguito a sua volta da un coriaceo Riccardo Baccelloni della P.F.P. il quale, grazie alla grinta che lo contraddistingue, frutta al meglio il suo posto gara con 14.900 kg. di pesce in nassa.

Tralascio un attimo l’argomento sui punteggi per parlare di quello (mi brucia ancora) che è stato l’evento del giorno e che vede protagonista Pierpaolo Marini, forte agonista della Pellicano (Colmic) il quale, dopo aver strappato due pescioni che avrebbero messo al sicuro la sua qualificazione, quando tutto sembrava ormai perduto, ha agganciato un siluro di nove chili e con la determinazione e la rabbia di chi vuole vincere, l’ha tirato fuori in men che non si dica fregando il primo di settore al sottoscritto. Uno sgarbo questo che meriterebbe una tremenda vendetta, se solo il buon Pierpaolo non fosse una vetta troppo alta da scalare.

Ora però passiamo al podio della classifica generale che vede sul gradino più alto un personaggio di grande rilievo come Federico Laspesa dell’Oltrarno (Colmic), seguito dal bravo e simpatico Antonello Ercolanelli della Quintana San Marco (Tubertini-Sagip), che supera per la sola differenza peso Emanuele Montana, il “bello” dell’Oltrarno Feeder (Colmic), terzo classificato.

Una piccola cosa, che per puro orgoglio di parte e senso di appartenenza ci tengo a sottolineare, è il risultato complessivo dell’Oltrarno Colmic che piazza ben cinque dei suoi agonisti nelle prime otto posizioni della classifica generale, frutto questo di un lavoro di gruppo condiviso e che valorizza l’opera di un eclettico e generoso trainer com’è Sauro Morelli.

Dal Girone Centro Italia è tutto, arrivederci fra qualche settimana in quel del Fissero Tartaro.

Un saluto agli amici di Match Fishing da

Marcello Corbelli

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