LE ALBORELLE GIGANTI DEL WORTHERSEE

Ad inizio luglio siamo stati in Carinzia dove erano in programma due gare di feeder fishing sul fiume Drava organizzate da Gargantini in collaborazione con Match Fishing Italia.

Complice il bel tempo abbiamo voluto rilassarci sulle rive del famoso Worthersee il più grande lago di questa suggestiva regione della Carinzia.

Il Worthersee si estende per 16,5 km tra Villaco e Klagenfurt, con una larghezza massima di 1,5 km. A metà del lago si trovano alcune penisole che in sostanza dividono il lago in due ampi bacini, alle spalle il pittoresco paese di Maria Worth, che da il nome al lago, eccolo in tutta la sua bellezza con una panoramica suggestiva.

Il lago si presenta con le sue rinomate acque cristalline e trasparenti e, avendo le canne appresso, si decide di fare una pescata delle famose alborelle jurassiche alcune delle quali davvero incredibili.

Il lago con quelle acque induce a tuffarci dentro e qualcuno della comitiva infatti non tarda ad immergersi piuttosto che dedicarsi alla pescata.

La pesca tradizionale in questo lago non risulta facile per via di un fondale che degrada in modo repentino, passando da una profondità di dieci metri a circa quindici metri da riva, agli oltre venti metri ad appena trenta metri dalla nostra postazione di pesca.

Per questi motivi non è un lago molto frequentato dai pescatori, la bellezza dei luoghi, però c’impone di provarci comunque e cosi insieme con Luca Rosso, Walter Lorenzon e Stefano Grandi (marito di Sabrina di Match Fishing), compagni in questa trasferta in terra austriaca, si decide di immergere le lenze, nel tentativo di catturare qualche bel pesce.

Dalle notizie in nostro possesso in questo invaso vi sono tantissime bremone, cavedani, gardon e poi delle alborelle mai viste prima , pesci da 100 a 400 grammi.

Decidiamo di pescare sulla linea dei 30 metri, e grazie a pasturatori leggeri da 20 grammi si riesce a fare una bella pescata al tocco in calata.

Per la pescata utilizziamo pasturatori leggeri da 20 grammi tipo cage per far scoppiare subito la pastura in calata e cerare così una nuvola capace di attirare il pesce.

Sulla canna cima molto sensibile da mezza oncia con terminale filo dello 0,12 da 70 cm e un amo del 16 a curva larga per innescare tre bigattini rossi.

Dopo aver lanciato si accompagna con la canna la discesa del pasturatore giusto per trattenere sempre in tensione il filo in punta e vedere così subito le tocche delle abboccate.

Il segreto per prendere le alborelle più grosse è quello di dare subito una ferrata al pasturatore mentre scende per spostare l’esca due metri fuori dalla nuvola lasciando così il pesce più piccolo quello famelico sulla candela di pastura.

Come pastura abbiamo utilizzato la Record della Van Den Eynde di granulkometria media visto la dimensione delle alborelle e chiara di colore per attirare meglio il pesce sulla linea di pesca.

Con questa pastura, molto utilizzata dagli austriaci nei laghi della Carinzia si possono insidiare anche breme e gardon e infatti questi ultimi sono stati catturati in numero considerevole.

La sfida ovviamente non poteva mancare, della serie chi arriva prima a dieci vince, ma l’alta frenesia alimentare che costringe lanci frequenti e recuperi anche a vuoto si è preferito rimanere sulla pescata tranquilla e poi tutti in lago per un bel bagno refrigerante in compagnia anche di un amico quattrozampe.

E’ stata una esperienza unica, pesci mai visti prima, lago stupendo e acque cristalline.

Per dirla con una parola soltanto, SPETTACOLARE!!

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