AGONISMO: 50 ANNI FA ACCADDE ….
Cari amici a grandi passi ci stiamo avvicinando alla fine di questo 2019. Quello che è accaduto quest’anno tutti lo sanno ma probabilmente in tanti non sanno cosa accadde 50 anni fa nello sport e nella pesca in particolare.
Niente di meglio allora che fare un tuffo nel passato, come ogni tanto ci piace fare, per scoprire cosa accadde in quel lontano 1969?
Ecco a voi dunque un breve resoconto, …..Correva l’anno 1969.
La pesca al colpo non aveva ancora conosciuto attrezzature come la roubaisienne o la canna inglese e la pesca che dominava era quella dell’alborella a senso unico fatta con le canne fisse (cannini).
Le squadre di pesca al colpo più forti provenivano tutte dal nord Italia e su tutte dominavano le emiliane e le lombarde.
Il Mincio era decisamente il campo gara più bello d’Italia e proprio sul fiume veronese si disputavano, non a caso, le finali dei più importanti campionati nazionali di pesca al colpo.
L’Italia della lenza quell’anno disputò il campionato del mondo in Germania e l’Olanda inaspettatamente si laureò campione del mondo mentre il titolo individuale andò all’inglese HARRIS ROBIN.
L’Italia si piazzò al 7° posto con la nazionale formata da CEPPI, CARPANA, FUMAGALLI, TAMPELLONI, ROASIO. C.T. SILLA.
Il campo di gara era il canale Trave ed i pesci catturati furono gardons e goujons.
Un episodio scosse quel mondiale: La squadra belga per innervosire l’inglese Harris fece reclamo sostenendo che esso pescava con lenza e due ami e una pastura non regolamentare. Ma alla fine ritirarono il reclamo perchè non potevano esibire alcuna prova delle presunte scorrettezze dell’inglese.
La società che vinse lo scudetto nella pesca al colpo si chiamava Cannisti Club Milano, mentre il titolo di campione d’Italia individuale lo vinse un certo Umberto Vallio che pescava con la società il Delfino di Brescia.
Il trofeo di Eccellenza nel 1969 invece veniva vinto da una squadra che in quegli anni, grazie ad una magica pastura da alborella, riusciva a vincere proprio tutto parliamo della PASQUINO OFMER di Brescello.
La cronaca tratta da “PESCARE” sul Campionato Italiano per Società 1969
Peschiera del Garda 8 giugno 1969: 220 squadre sul Mincio al campionato italiano per società.
CANNISTI SUPER
La squadra era formata da Ciresa, Restelli, Visconti, Selva i quali con una gara regolare portano alla Cannisti Club Milano il secondo scudetto tricolore.
La Cannisti Club Milano ha vinto brillantemente i campionati nazionali italiani di pesca al colpo per società, svoltisi sul Mincio a Peschiera.
Erano presenti 220 squadre composte da 4 elementi cadauna, per un totale di 880 concorrenti suddivisi in quattro settori e venti segmenti. Il campo di gara era il Mincio, in sponda destra e sinistra e si estendeva dal ponte dell’autostrada Milano- Venezia fino alla Centrale idroelettrica. L’organizzazione è stata affidata alla FIPS di Bologna , coadiuvata da alcuni commissari della sezione di Verona.
I concorrenti si sono radunati alle 5,30 davanti all’albergo MIlano, dove sono stati consegnati gli abbinamenti di settore. Alle ore 7 è stato dato il segnale di partenza; la gara è terminata alle ore 11.
Sul Mincio vincono sempre i più forti quindi viva la Cannisti club Milano. E’ bene dirlo subito, dato che per vincere domenica bisognava davvero saper pescare. Non era il solito Mincio dall’alborella facile, ma un Mincio con l’acqua alta e fredda, battuto dal vento, con il pesce in frega e lontano dalla riva.
Era necessario quindi impostare una gara ragionata e perciò molto difficile in quanto dissimile dalle tradizionali gare che si fanno sul fiume veronese.
Mi sembra che sia stato un bene in definitiva , perchè un campionato italiano deve necessariamente esprimere il livello dell’agonismo nazionale , e con le solite alborelle non credo avrebbe tenuto fede ai suoi compiti.
Sarebbe stata una conferma che l’agonismo nazionale è fatto solo di alborelle: forse è anche vero, ma ogni tanto è bene allontanarsi da questa idea. del resto se le alborelle servono nelle nostre gare, appena mettiamo il naso fuori dai confini nazionali non ci servono più, ma questa è storia vecchia.
La sera prima della gara, parlavamo proprio della nazionale con uno dei due allenatori federali, commentando i risultati dell’ultima manifestazione che aveva visto i nostri colori impegnati in Francia.
Silla ci diceva che era impossibile per ora sperare di battere i francesi , troppo il divario di classe ed anche di tecnica esistente tra le due nazionali.
“bisognerà spiarli – ci diceva – rubare piano piano tutto quello che sanno , pescarci insieme, andarli a vedere , stargli alle spalle senza lasciarci sfuggire un movimento.
Quest’anno ci è già andata meglio ; a parte il risultato , almeno in finale ci siamo andati “. Parlando dei campionati nazionali , convenivamo come sarebbe stata una gara di impostazione particolare con una ricerca del pesce lontano da riva e soprattutto di pesce vario dato che non sarebbero bastate le alborelle per vincere. Avrebbe probabilmente vinto una formazione di regolaristi, pescatori cioè che si trovano a loro agio su qualsiasi campo di gara ma che vengono fuori specialmente quando non si debba fare una gara di sola velocità.
Da escludere quindi un risultato a sorpresa , ed infatti penso che la Cannisti Club sia abbastanza titolata da non poter essere considerata come una sorpresa.
E così pure la Ortofrutticolo e la SPS Padovani che che l’hanno seguita di stretta misura.
E’ stata una vittoria meritata, la formazione milanese è venuta su liscia quasi stesse disputando una gara ad handicap, in continuo recupero.
Niente exploits individuali ma una prestazione corale veramente notevole. A fine gara parlavamo con dei garisti sull’opportunità di arrivare ad una modifica della formula dei campionati nazionali per società.
Mi sembra che effettivamente una sola gara non sia sufficiente a poter qualificare campione una squadra, anche e soprattutto perchè si tratta di un campionato che al 90% viene svolto tra società lombarde, venete, emiliane, e piemontesi. Se scorriamo infatti l’elenco delle squadre partecipanti , notiamo come dopo queste provincie ci sia il buio assoluto.
Qualche squadra toscana, una squadra umbra, non una squadra della Liguria, e neppure una squadra meridionale.
Questo può essere causato effettivamente dalla paura di perdere, dalla constatazione di inferiorità accentuato da un campo gara sconosciuto, dalla lontananza del campo gara stesso.
Tuttavia si tratta sempre di un campionato nazionale, e bene hanno fatto a parteciparvi anche quelle squadre che sapevano di essere battute in partenza: sono esperienze in più che verranno buone nel prosieguo dell’annata agonistica.
Abbiamo però visto partecipare anche squadre alla terza, quarta esperienza agonistica e quindi insufficientemente preparate ad una gara a simile livello, e per loro non riteniamo possa essere stata una esperienza di rilievo.
Quale nuova formula varare?
Sappiamo che la CSF si sta interessando da tempo al problema. Bisognerà piano piano arrivare ad eseguire delle selezioni, formando delle categorie a seconda dell’importanza e della bravura delle squadre: di questa operazione l’agonismo non potrà altro che riceverne un beneficio. Io non dico di arrivare all’istituzione di tante categorie come avviene in Francia, da noi sarebbe forse prematuro, ma si potrebbe istituire una categoria di eccellenza.
E questo vale anche per le gare a classifica individuale. Del resto quando i concorrenti scorrono i nomi dei loro colleghi di segmento 99 volte su 100 sanno già chi fa il primo, il secondo, il terzo. Conviene allora togliere questi garisti dalle competizioni normali e dedicare a loro delle gare e dei campionati a parte.
Sarà un vantaggio anche per gli altri, dato che si allargherebbe la possibilità di vincere a più concorrenti.
Tra l’altro una stessa gara potrebbe ospitare pescatori normali e prima categoria, mediante l’adozione di un settore in più, con diversa classifica e premiazioni a parte. Ma questa è solo un’idea.
1^ Cannisti Club Milano Sq. B Mi 17 (Ciresa Adriano, Visconti Cesare, Restelli renato, Selva Ettore)
2^ Ortofrutticolo Sq. A Bo 19 ( Casadio Luciano, Franchini Fiorenzo, Benassi Dante, Sassoni Graziano)
3^ Pescatori Padovani Sq. A Pd 20 (Marcellan Ruggero, Bettella Giuseppe, Cesare Ido, Salion Bernardo)
4^ La Torrillese Sq. A Pr 22 (Ferpozzi Sergio, Fanfani Giovanni, Grisenti Amedeo, Volpi Ildebrando)
5^ Cannisti Mandellesi Sq. B Co 22 (Lanfranconi Antonio, Micheli Manlio, Torno Mario, Mascarella Alfonso)
6^ Lenza Casalecchiese Sq. A Bo 25
7^ Comense Sq. A Co 30
8^ Amo Club Bicocca Sq. A Mi 30
9^ Gino Nasi Sq. B Mo 31
10^ Cannisti Del Cormorano Sq. A Bo 32
13^ La Campodarsego Sq. A Pd 33
Era l’anno in cui la FIPS poteva fregiarsi con Enzo Maiorca di un record mondiale quello di immersione subacquea,
mentre nel calcio lo scudetto lo vinse per la prima volta nella sua storia il Cagliari di Gigi Riva.
“Lo scudetto del Cagliari rappresentò il vero ingresso della Sardegna in Italia. Fu l’evento che sancì l’inserimento definitivo della Sardegna nella storia del costume italiano. Questa regione rappresentava fino agli anni Sessanta un’altra galassia. Per venirci, bisognava prendere l’aereo e gli italiani avevano una paura atavica di questo mezzo di trasporto. La Sardegna aveva bisogno di una grande affermazione e l’ha avuta con il calcio, battendo gli squadroni di Milano e Torino, tradizionalmente le capitali del football italiano. Lo scudetto ha permesso alla Sardegna di liberarsi da antichi complessi di inferiorità ed è stata un’impresa positiva, un evento gioioso. La Sardegna era fino ad allora nota per la brigata “Sassari”, ma le sue vicende furono un massacro”
Gianni Brera
Jackie Stewart, il nome normale sarebbe John Young Stewart, correndo in formula 1 con la Matra vinse tre titoli mondiali ed il primo proprio nel 1969. La Matra è esistita solo cinque anni nella Formula 1, Jakie ha vinto il suo primo mondiale con questa scuderia e grazie a lui è stato l’unico mondiale che la scuderia è riuscita a portarsi a casa.
Il Giro d’Italia 1969, cinquantaduesima edizione della “Corsa Rosa”, si svolse in ventitré tappe dal 16 maggio all’8 giugno 1969, per un percorso totale di 3851 km, impegnativo e ricco di salite. Fu vinto da Felice Gimondi.
Il 19º Festival della canzone italiana si tenne al salone delle feste del casinò di Sanremo dal 30 gennaio al 1º febbraio 1969 e fu condotto da Nuccio Costa affiancato da Gabriella Farinon.
Vincitori del Festival furono Bobby Solo ed Iva Zanicchi con la canzone Zingara, divenuta poi un’evergreen della musica italiana, specialmente nella versione di quest’ultima.