PASTURE DA PESCA: NUOVA NORMATIVA SU SICUREZZA E QUALITA’

Una nota recente del ministero della salute sancisce che le esche impiegate durante l’azione di pesca atte ad attirare i pesci, in sostanza le pasture, sono da ritenersi a tutti gli effetti equiparate al mangime.

In questa logica, quindi, i produttori sono tenuti a rispettare le normative in merito ai sensi del regolamento sull’igiene di questi alimenti.

Ovviamente questo comporta che tutte le confezioni dovranno, oltre che delle istruzioni per l’uso, essere dotate di un’adeguata etichetta, munita di marchio CEE, che ne certifichi la regolare immissione sul mercato, al pari di qualsiasi alimento per animali.

Tuttavia, è bene precisare che questo obbligo riguarda unicamente i produttori e non i rivenditori al dettaglio che servono direttamente i propri clienti.

Inoltre va sottolineato che tale norma riguarda unicamente la pastura e non le esche vive utilizzate sull’amo, che notoriamente non vengono impiegate per sfamare i pesci.

Che dire, una norma che a prima vista può sembrare esagerata ma che invece, se applicata con ragionevolezza, potrebbe essere utile.

Spesso, infatti, vengono immesse in acqua grandi quantità di pasture, non sempre di buona qualità, con il rischio in alcuni casi di creare problemi ai pesci che se ne nutrono oltre che alle acque e ai fondali.

Ebbene, poter contare su prodotti controllati ed adeguati è sicuramente una scelta di buon senso che tutti tutti dovremmo salutare favorevolmente.

Alfonso Vastano (Direttore Editoriale Pesca In)

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