AMARCORD: UN AMO AL GIORNO… E LA STORIA CONTINUA.
Con l’amico Roberto Generali riprendiamo il cammino di questa splendioda rubrica Amarcord…ovvero la storia della pesca agonistica in Italia.
Come avevo detto precedentemente il fatto di aver avuto la possibilità di conoscere la pesca al colpo in Francia alla fine degli anni 60 mi apri la visione su un mondo, quello appunto della pesca al colpo ai massimi livelli di allora e a me sconosciuto.
Un mondo affascinante e che in Italia pochissimi conoscevano essendoci venuti in contatto attraverso gare internazionali.
Ricordo che il mio presidente, Felice Maldotti, me ne parlò sul pullman mentre ritornavamo a casa da una gara sociale fatta in Adda a Pizzegettone mentre mi parlava con i suoi racconti la mia mente cominciò a volare …ogni sua parola per me era una parte di una poesia.
Mi ricordo che mi svegliai di soprassalto quando mi chiese se andavo con lui in Francia a gareggiare con i migliori d’Europa.
Io? Io in Francia a Parigi?
A gareggiare con l’elite della pesca? Era come chiedere a quei tempi (ma anche ora) ad un ragazzo che gioca a calcio negli allievi della squadra del quartiere di andare in Brasile a giocare con Pelé.
Accettai e dopo pochi giorni partimmo, 1200 km in auto, quella del Presidente, una vecchia Simca 1300 che per quei tempi era una sorta di ammiraglia.
Eravamo i 4, io e Felice Maldotti, Mongiusti Pio e Nannetti Quinto tutti tranvieri di Bologna.
Allora l’attrezzatura era ridotta all’essenziale, ognuno aveva un bauletto con dentro ami, piombi e galleggianti, gli stivali, un secchio per impastare la pastura e un “fascio “ di 4/5 canne fisse (Lerc) di cui la più lunga era di 7 mt (non ne esistevano in commercio allora di più lunghe).
Ricordo che lasciammo a casa le nostre armi migliori …le bolognesi perché il regolamento in Francia non ne permetteva l’uso.
Continuerò’ il racconto la prossima volta …spiegando le foto che ho allegato …
A presto.
Il 313 di Mustad un ottimo amo a gambo lungo, antesignano del 5713 che arriverà qualche anno dopo.
I microscopici, ed introvabili per quei tempi, Mustad del 26 con ancora dietro nella scatolina il prezzo in Franchi Francesi.
Allora ricordo che per noi erano carissimi.
I performanti VMC rouge.
Madame Jasmine mentre con la sua grand-mere stanno preparando il Pic nic.
Al termine delle gare un bel pic nic !! Con le prelibatezze preparateci da madame Jasmine moglie di Rifaut .
La rituale ed immancabile sfilata delle majorettes il giorno prima delle gare
In quella gara, ma in genere in tutte, in Francia la distanza fra i concorrenti era minima, circa 3 mt () 6 mt per ogni coppia.
Questo per aumentare le difficoltà, già non ve ne fossero abbastanza !
Il sottoscritto mentre aprivo la 7 mt. Sullo sfondo la Senna .
Da sinistra Maldotti, Mongiusti, Nannetti e Generali
Il famoso logo della Garbolino
Per fissare la lenza bastava fare un nodo doppio al termine dell’elastico, poi sulla linea realizzare due cappiole una grande ed una piccola, con la grande realizzare un cappio da serrare contro al nodo e così la linea era fissata. Per liberarla era sufficiente tirare la cappiola piccola .
Le due Roubaisienne Garbolino anni 60. In fibra di vetro e fenolico rispettivamente di circa mt.5 e mt.7 il cui peso rispetto alle attuali è di circa 4 volte (a parità di lunghezza )
L’elastico ammortizzatore veniva “brillato” nel primo tratto per avere una maggior riserva di potenza per contrastare eventuali pesci di taglia. Con pesci minori lavorava solo il tratto sottostante.
I 5 pezzi della 5 mt.
Complimenti signor Generali,
si va indietro nei bei ricordi
Grazie
Grande Generali persona straordinaria.
Volevo chiedere alla redazione di parlare di due grandi campioni del mondo di pesca
trattasi di Dino Bassi e Franchini Fiorenzo
Grazie