AMARCORD: LA PESCA AL COLPO IN PIEMONTE
…..in ricordo del Po a Torino, fiume maestoso ricco di pesce e pescatori…
Penso alla pesca agonistica nel Piemonte adesso, io ho iniziato a gareggiare nella specialità pesca al colpo ad Asti, la mia città natale, nelle file della Saclà, una società agli albori nata come centro ricreativo aziendale.
Mio papà lavorava per quella fabbrica, nel 1978 avevo 14 anni ho partecipato al campionato Provinciale e Sociale e già sentivo parlare del grande fiume Po, della città di Torino, di gare da 250 persone, del Trofeo Piemonte, di tantissime società che facevano Campionati Italiani, Eccellenza, Trofei Internazionali.
Sognando di poter partecipare anch’io a quelle gare, mi ricordo quando per la prima volta ho partecipato ad una prova del Trofeo Regionale Piemontese, in Torino, sostituendo un agonista della mia società che non poteva esserci per quella gara, mi avevano prestato la 7, la 8 e la 9 metri fissa con la preghiera di non romperle, la 9 metri non l’ho usata proprio per paura che succedesse, sorteggiato al campo Barauda, piazzamento 4°, tante alborelle e sul finire tre o quattro cavedani per un totale di 3583 punti, totale perché, allora si dava un punto al pesce e un punto al grammo, (come faccio a ricordarlo, da quel giorno tengo un diario annuale di tutte le gare che faccio o che vedo da spettatore) da li è esplosa la passione per le competizioni, il raduno, tantissimi pescatori, la frenesia dopo il sorteggio, l’adrenalina che cresceva, si mi sono detto “questo fa per me”.
Dopo esperienze in società Astigiane come I Cormorani, il Bar Gloria, la S.A.C.L.A’. Tubertini Nord, Albatros 92, società Torinesi come Barriera Nizza e Team Torino, Alessandrine La Porta Marengo, Novaresi Lenza Novarese, Lombarde Pescaluna Ballabeni alla fine tutto è sfociato con la partecipare attiva con altri 11 amici alla creazione di una società di pescatori dilettanti la Lenza Astigiana nel 2018 40°Anni dopo la mia prima gara.
Da quella prima esperienza di gara in Po, il pescare nel Grande Fiume è stato un appuntamento settimanale al quale non si poteva mancare, le prove del sabato, la garetta del giovedì pomeriggio, le nuove tecniche, i cavedani i “Quaiass”, le alborelle “ le melighe”e i varioni, le scardole, le “scavarde” e i barbi, le carpe e i carassi, i pighi e le lasche, gli “strei”, le trote Marmorate , i lucci i pesci gatto le tinche e le anguille , i persici sole e persici trota, gli “orologi” e i “Black” insomma una fauna ittica incredibilmente varia , questo era il Po tra gli anni 70 e 90, tantissime gare e tantissimi agonisti, che hanno fatto parte anche di Nazionali vincenti in campo Europeo e Mondiale , il Piemonte era un bel bacino di promettenti garisti, anche adesso, ma di questo n’è parleremo magari un’altra volta.
Mi chiedo , a chi posso fare due domande sulla pesca Agonistica Piemontese che si svolgeva in quei anni?
Mi sono risposto , Franco Bisi , uomo di Pesca , di Federazione, dei I Diavoli Torino , con il fratello Riccardo fortissimo agonista di quei anni , già titolari del negozio Bisi Pesca , vicinissimo al campo gara di Lungo PO Antonelli , Lui mi saprà dare tante risposte .
Ciao Franco , vorrei fare con te un articolo Amarcord sulla pesca in Piemonte , sulle società storiche , sui campi gara tra gli anni 60 e 90 in Piemonte e a Torino in particolare , ricordando agonisti Piemontesi che hanno vestito la maglia della Nazionale italiana e che si sono distinti in campionati Assoluti Individuali , ti va di fare una salto nel passato ?
Si certo Massimo con grande piacere , da cosa vuoi iniziare?
Dimmi Franco quali sono i tuoi ricordi , da pescatore e da che anni inizia la tua avventura in questo mondo ?
I miei ricordi legati alla pesca agonistica risalgono agli anni 60 , quando con una cassetta per le attrezzature e un fascio di canne formato da qualche canna fissa e qualche “recupero” , così abbiamo sempre chiamato le canne con il mulinello , la bolognese, si affrontavano le ore di competizione.
Un mio ricordo storico ? E’ il campo nel fiume Po a Carignano dove Bertola Piero organizzava la coppa S. Stefano ovviamente il 26 Dicembre.
Negli anni 60 e precisamente sino al 1967 venivano effettuati due Campionati Provinciali , uno cosiddetto di Pesca al Colpo e l’altro di Pesca Pratica, col passare degli anni prevarrà la Pesca al Colpo, definita da regole più precise quali ad esempio il posto obbligato per tutta la durata della gara.
Il numero dei componenti del settore passa da 20 a 10 , il punteggio da assegnare per la classifica individuale di settore era determinato assegnando un punto al pesce e un punto al grammo ( di conseguenza i pesci venivano contati in appositi telai con rete ) .
Negli anni 80 finalmente si passa all’uso obbligatorio della Nassa dove il pesce viene tenuto vivo e il punteggio per determinare la classifica è il solo peso.
Altri spunti per un dolce Amarcord è il lago della Cassinetta a Ivrea , teatro di tante competizioni dove si pescavano triotti, alborelle, persici sole, scardole e qualche tinca con canne fisse da 2 a 6 metri; in questo impianto per la pesca sportiva, Dassetto Mario organizzò la Coppa delle Alpi gara ad invito, che vide la partecipazione di squadre Francesi , Svizzere, Emiliane, Lombarde e Piemontesi.
Io come già detto , ho partecipato a parecchie edizioni del glorioso Trofeo che vedeva misurarsi i migliori pescatori piemontesi , lo storico Trofeo Piemonte, dimmi come e da chi è stato creato?
Il Trofeo Piemonte nasce nel 1971 per soddisfare le esigenze del crescente numero di agonisti. Competizione individuale e a squadre di Società anche questo ideato da Dassetto Mario agonista e grande dirigente FIPS.
Le gare si svolgevano in 2 turni di 2 ore ciascuno. Il Trofeo Piemonte nei suoi primi anni raggiunge un numero di partecipanti superiore ai 400. A vincere, nella prima edizione la prima classifica individuale , dopo una lotta avvincente, è stato Baiotti Angelo dei Chieresi, seguito a ruota da due suoi compagni di Società Burzio Giovanni e Ricci Gabriele, il titolo a squadre vedeva trionfare La River Club seguito da I Chieresi e i Diavoli.
Questo Trofeo Piemonte sarà un appuntamento fisso per tutte le società e gli agonisti Piemontesi per oltre 20 anni.
Per soddisfare un numero di partecipanti che supera i 400 agonisti si aveva bisogno di campi gara con requisiti particolari e la ricerca di località , fiumi e laghi idonei a tale scopo era un grande lavoro, questo diventerà una delle maggiori preoccupazioni degli organizzatori , per il sempre crescente numero di agonisti che si iscrivevano.
Requisiti che in generale dovevano essere: facile raggiungibilità, ampiezza adeguata per la distribuzione dei concorrenti, buona pescosità e nel limite uniformità della stessa.
Data la conformazione dei fiumi e le caratteristiche richieste , vengono individuati tratti di sponda con capienza che varia da 20 a 60 concorrenti creando così un grande impegno per chi organizza in quanto è gioco forza ricorrere alla dispersione di concorrenti in più settori distanti tra loro parecchi chilometri.
A questo punto citerò alcuni campi gara , che andavano per la maggiore in questa competizione .
Nel fiume Po , il grande Fiume nasce dal Monviso , campi gara come Belvedere, Barauda, Bauducchi, Campo Nuovo, CTO, Tennis, Molinette, Marinai, Vigili, Esperia, Pesci Vivi, Lungo Po Antonelli, San Mauro Giardini e Balconata, Mezzi Po, Motocross, Galeani, Isola S. Antonio;
nel fiume Sesia , dove ricordo che la specie più presente erano le Lasche e le Savette, argentei pesci che costituivano il passatempo per i pescatori che frequentavano il fiume che nasce ad Alagna nella omonima Valle , ospitava campi gara come: Bertagnetta, Villino, Prismata dei Quaranta, Caresana, Prismata di Ronfavalle, Gattoni, Badiotti;
il fiume Tanaro che nasce a Ormea , campi gara come Pietre Blu , Cascina Salici ,Isola d’ Asti ,Capannina, da Gino, tra i Due Ponti, Depuratore, Masio, Bassignana;
fiume Bormida che nasce a Rocca Barbena: campi gara come Cascinona, Ponte Romano, Avio Supervice, Visone,Castelnuovo Bormida.
Lago Maggiore :campi gara come Ferilli, Pallanza, Intra, S.Giovanni
Il fiume Ticino che nasce in Svizzera al passo della Novena , ma che per noi italiani nasce dal Lago maggiore , campi gara come Sesto Calende, il Voltino, la Trota Vagabonda,
e poi ancora lago Bellone di Asti con i suoi pesci rossi, Canale Mussolino, Cairo Montenotte, Lago Sirio, Lago d’Orta .
Tutti campi dove la pescosità era buona , le specie che si catturavano erano in prevalenza Cavedani, Alborelle,Triotti, Lasche e Savette, in questi campi era possibile organizzare l’attività agonistica per quasi l’intero arco dell’anno.
Franco , ho sentito parlare di altri trofei e manifestazioni sportive che si organizzavano in Piemonte , che non conosco me ne rammenti qualcuna?
Da ricordare il famoso Trofeo dei Partiti organizzato sui campi gara Vercellesi in pieno Inverno e qui il mio ricordo va a Monformoso Emilio e Malandrino Antonio;
Trofeo del 1 Maggio che si organizzava nel lago Maggiore sui campi di Suna , Intra , Pallanza;
Trofei Invernali nella Lanca del Po a Carignano dove era consentito anche l’uso del Fuilles surgelato , un tuo concittadino Giuliano Ivaldi uno dei pochi Astigiani che hanno militato nella società I Diavoli riusciva a raccoglierlo e distribuirlo , gare Invernali sul fiume Po sia nel tratto Cittadino che a Valle in località Orti, Sant’Anna, Gatti, Sassi e altri ;
la Coppa d’Oro Città di Alessandria trofeo triennale non consecutivo , che si svolgeva nei fiumi Tanaro e Bormida , che ha visto trionfare anche la Società alla quale sono più legato I Diavoli.
Comunque Torino e il Po nel tratto cittadino è stato anche scenario di gare di interesse nazionale e internazionale , vero?
Torino grazie alla maggior disponibilità di campi gara organizzava gare del trofeo di Eccellenza, finali di campionati Italiani Seniores, ricordo quello vinto da Guerra alle Molinette e finali di campionato italiano di Società, vinto dalla Lenza Emiliana Tubertini nel 1986.
Nel 1995 vengono organizzati i Campionati del Mondo Giovanile usando come campi gara Pesci Vivi e Lungo Po Antonelli per la categoria Juniores e il Canale di San Mauro per la categoria Ragazzi.
L’Italia vince nella categoria Juniores sia il titolo a squadre che individuale con Ramini Fabio agonista Torinese , con Francia e Portogallo rispettivamente seconda e terza, nella categoria Ragazzi l’ Italia si classifica al terzo posto preceduta da Portogallo e Francia.
Un’altro dato che rende l’idea della validità dei nostri campi gara, negli anni 90, e’ l’assegnazione alla Società I Diavoli l’organizzazione delle due prove di Finale del Club Azzurro Seniores per la composizione della squadra Nazionale.
I 25 concorrenti nelle due giornate di pesca totalizzarono un peso di 975 kg. Nel campo Pesci Vivi catturando in prevalenza Cavedani , pescati prevalentemente a bolognese, ma purtroppo , dopo pochi anni causa eventi alluvionali e la presenza massiccia dei cormorani che si sono stanziati in questo tratto di regione , il fiume Po agonisticamente cessava di esistere.
Peccato sicuramente che un così importante tratto di acque libere , un fiume, non sia più nelle rotte dei campionati di interesse nazionale per la pesca al Colpo; ma sempre per pensare al glorioso passato agonistico Piemontese , vuoi ricordare qualche agonista di livello e qualche società che hanno fatto la storia della pesca in Piemonte in Italia e anche nel Mondo?
Tanti sono gli agonisti che hanno dato un forte apporto all’agonismo Torinese e Piemontese e nel volerli ricordare dimenticherei senz’altro qualcuno, quindi mi limito, lasciando a Voi che leggete di incrementare il ricordo, prenderei in considerazione i personaggi di Torino che hanno ottenuto risultati rilevanti a livello provinciale , nazionale e internazionale dal 1964 al 1974 , abbinando anche la società di appartenenza; Elameti Euro-Albano Rocco, Giovannini Leandro-Fiat, Castagneris Giovanni-Albano Rocco, Pessinis Natale-Pesce D’oro, Regis S.-Chieresi, Moriondo Piero-Quaias, Serra Ubaldo-Albano Rocco, Girone Renato-Chieresi, Pastore Giacomo-Dora Riparia, Novarese Daniele-River Club, Nizza Michele-Cannisti 2000, Pinto Franco-I Diavoli, Agostino Gennaro-River Club, Gillio Giovanni-I Diavoli.
In quegli anni nei campionati a squadre primeggiano Albano Rocco, Chieresi, Lucento, River Club, I Diavoli, Barriera di Nizza, Barriera di Milano, Cambiati 2000.
In questo decennio i nostri agonisti ben figurano sia al Campionato Italiano Individuale con Gillio, Agostino,Baia,Tomiato, Lissone, Baiotti , Brunelli, Roasio (campione italiano 1968), e anche al Campionato del Mondo per Nazioni con Giovannini Leandro nazionale negli anni 64/65/66/68, Baiotti nazionale nel 74, Rosaio nazionale negli anni 66/68/72, Mirabella, Baia componente della squadra che vince il titolo di Campione del Mondo per Nazioni a Pozzolo sul derivatore del Mincio nel 1971.
Sicuramente il Piemonte ha dato altri campioni in questa specialità , vorrei ricordare che la pesca in Piemonte vede anche tanti campioni in diverse categorie di tecniche di pesca , come Trota Torrente , Trota Lago , Pesca alla Mosca e Spinnig , ma tutto quello che mi hai raccontato è stato possibile sicuramente grazie alla passione di tanti uomini ,mi puoi fare qualche nome che ricordi di fautori di questo Sport in Piemonte e che “aria” si respirava allora nelle riunioni di federazione?
Erano tempi dove il rapporto tra agonisti, Società e dirigenti FIPS era molto collaborativo, ci si riuniva per discutere nuove impostazioni , nuovi regolamenti, l’organizzazione delle gare, ecc.
Tutto ciò si è perso e a questo proposito non posso non ricordare persone come: Girzelli, Salvestrini, Guerci, Burzio, Torchio, Germano, Veratelli, Mugni, Perosino, Gibellini, Bergamini, Bullano, Lanfranchini, Chiabotto, Simonini……..
Allo stato attuale delle cose le differenze più evidenti , a parte l’evoluzione della attrezzatura, sono il ridotto numero di Società esistenti sul territorio e i campi gara disponibili. ( a questo proposito allego foto classifica Trofeo Piemonte 1990 ).
Nel constatare la situazione in cui si trova l’ attività agonistica piemontese provo una certa tristezza non solo dovuta all’impoverimento delle capacità tecniche in generale , ma dallo stato di abbandono a cui e’ relegato il nostro sport, i nostri campi gara, le Società. Le cause sono tante e non casuali.
Ti ringrazio Franco per averci riportato indietro a quegli anni , anni di una storia gloriosa per il nostro territorio e del nostro Sport , quasi agli albori dell’agonismo, speriamo che si realizzi il sogno di chi si sta rimboccando le maniche e sta creando nuovi campi gara nel territorio , che si riesca a interessare la Federazione, che possa cosi pensare, di portare la pesca di livello nazionale ad riaffacciarsi in Piemonte.
Per M F, Massimo Testa
Franco Bisi
nato il 23/05/1947 a Villanova d’ Asti
- Campione provinciale
- Componente squadra campione regionale
- Componente squadra vincitrice trofeo di Eccellenza terza serie 1975
- Finalista campionato italiano di Società
- Finalista campionato italiano individuale
- Nominato dal Comitato di Settore Acque Interne Colpo , Capitano Nazionale Ragazzi, Diversamente Abili, vice Capitano Nazionale Femminile dal 1996 al 2016
- Consigliere Nazionale FIPSAS nel quadriennio 1992/1995
- Presidente Sezione Provinciale FIPSAS di Torino dal 2002 al 2016
- Presidente SPSD I Diavoli
Quando si parla di Torino e del fiume Po mi ritorna in mente un libro che lessi da ragazzino, che mi rimarrà per sempre nel cuore.
Si chiamava L’amo e la Lenza e lo scrisse un famoso giornalista noto a tutti i pescatori, Mario Albertarelli.
Albertarelli ha vissuto fra Torino, Cesena (la mia città) e la Valle d’Aosta, fino a quando negli anni Sessanta si trasferì a Milano.
A vent’anni intraprese la carriera di giornalista e inseguito, le sue passioni per le scienze naturali lo spinsero verso i periodici nei quali poteva meglio condurre grandi inchieste sul dissesto ambientale, che egli stesso illustrava con le proprie fotografie.
Cominciò a pescare da giovane insieme a un gruppo capeggiato da un suo zio, barba Giacu, che per primo gli insegnò a maneggiare una canna da pesca. Ha scritto numerosi volumi sulla pesca sportiva tra i quali il libro L’amo e la lenza un’autobiografia in riva ai fiumi italiani.
Il libro “L’amo e la lenza” che scrisse nel lontano 1975, mi fu regalato proprio in quegli anni da mia madre e dal quale partì e si consolidò la mia passione per la pesca.
Mario Albertarelli, ricordando i suoi primi passi sul fiume Po a Torino in compagnia dello zio racconta:
«Io ero ansioso di possedere un mulinello e una canna da lancio ma lui, che non avrebbe avuto difficoltà a regalarmi quegli oggetti allora riservati a pochi pescatori, mi ripeteva continuamente:
“Ricordati che prima di lanciare bisogna fare molti anni di canna fissa. Verrà un giorno in cui questa canna non la vorrà più nessuno. Il progresso è progresso e ci sarà anche nella pesca, e così la gente si dimenticherà che la canna fissa è la grande maestra di tutti i pescatori. È con la canna fissa che s’impara a pescare”.
Aveva ragione anche in questo. Oggi, con la canna fissa non pesca quasi più nessuno. Vogliono tutti la bolognese telescopica. E così vanno a pesca di pesci difficili da prendere prima di aver fatto il lungo praticantato delle alborelle e dei vaironi, delle scardole e dei triotti.
Ma soprattutto vanno a pescare senza aver trascorso alcuni anni solo con la canna fissa, non distratti da alcuna complicazione tecnica, liberi di dedicarsi allo studio dei pesci e delle loro abitudini, allo studio degli ambienti in cui i pesci vivono. È così che si forma il “senso dell’acqua”. È questo che “barba Giacu” intendeva quando non voleva che avessi un mulinello.»
Alessandro Scarponi
foto storiche da Mepiemonte.net
Bel articolo. Potresti informare che il libro di Albertarelli, ormai introvabile in edizione cartacea, si può trovare gratuitamente su internet. Non so quanti giovani d’oggi possano apprezzarlo, per me è il più bel libro che abbia mai letto.
hai ragione Sergio proprio settimana scorsa vista la situazione covi ho riletto alcuni passaggi dei libri di Mario che essendo io un po datato ho ancora conservato L’AMO E LA LENZA A PESCA CON IL PROFESSORE E STORIE DI PESCA bei ricordi……