LO SPETTACOLO DEL FIUME AZZURRO
Assolutamente no, non stiamo parlando dello Chang Jiang e non siamo andati fino in Cina (tra l’altro le recenti notizie lo sconsiglierebbero) per un servizio di pesca.
Lo spettacolo del fiume azzurro è molto più vicino a casa, parliamo del Ticino, un fiume molto importante che nasce dalle Alpi Svizzere ed arriva fino ad essere il principale affluente del Po.
Un fiume chiamato così anche per la limpidezza delle sue acque che inevitabilmente rende anche più difficile la pesca. I pesci presenti in questo fiume sono innumerevoli; nel tratto interno alla cittadina di Pavia, luogo della nostra pescata, sono presenti breme, pighi, barbi e cavedani, tutti di dimensioni generose e capaci di regalare divertimento allo stato puro.
Appena ricevuto il via libera eccoci con un paio di amici ad affrontare queste acque dopo aver visto tanti amici postare foto di pesci spettacolari.
Il luogo prescelto è il tratto cittadino interno all’abitato di Pavia, quello subito a monte del Ponte Coperto. Un posto spettacolare anche per via del ponte stesso, costruito nel 1300 e chiamato anche Ponte Vecchio o Ponte del Diavolo, per via delle leggenda che narra fosse stato il diavolo in persona a costruire il ponte in cambio di un’anima.
La linea di pesca prescelta è, come spesso accade in questi fiumi, sulla linea della corrente che in questo caso abbiamo tra i 15 ed i 20 metri da riva. Stiamo pescando in un fiume e, pur essendo vicini, i picchetti non sono tutti uguali. L’amico Maurizio che si è piazzato “a monte”ha la linea della corrente più corta ma anche un flusso più sostenuto che lo costringe ad utilizzare una lenza da 5 grammi. Il mio papà Valerio che si è messo a valle ha utilizzato una lenza da 3 grammi, più che sufficiente nella sua zona visto il rallentamento della corrente. Io mi sono piazzato in mezzo ai due e, per par condicio, ho montato un bel galleggiante da 4 grammi…. in medio stat virtus!
Inizialmente abbiamo optato per una pasturazione con delle retine (preferibilmente meglio usare quelle ecologiche in cotone biodegradabile) ripiene di pastura e bigattini. Le catture non si sono fatte attendere. Nelle prime passate subito diversi pighi hanno risposto agli inviti dei pescatori, poi è arrivato il momento delle breme, tutte di ottima taglia.
Ad onor del vero l’arrivo delle breme può essere stato anche per causa mia: infatti per “risparmiare” i bigattini ho iniziato a lanciare in acqua una palla di pastura ad ogni passata. Nonostante la pastura fosse la classica al formaggio indicata per barbi e cavedani le catture sono rimaste indirizzate quasi esclusivamente sulle breme.
Dopo alcuni strike vincenti su questi pesci transalpini e su consiglio di un amico che ci è passato a salutare abbiamo smesso di pasturare con gli sfarinati ed abbiamo ripreso a lanciare in acqua (con minore frequenza inevitabilmente) delle belle retine farcite di bigattini e… magicamente diversi barbi e cavedani, tutti di ottima taglia, sono passati a trovarci regalandoci una mattinata fantastica.
Abbiamo proseguito con un ottimo ritmo di catture fino alle 10 e 30 circa quando il sole si è alzato bene nel cielo facendoci apprezzare la trasparenza di quate acque. Questa trasparenza probabilmente non l’abbiamo notata solo noi ma anche gli amici pinnuti e per vedere le ultime mangiate (molto rare ad onor del vero) siamo stati costretti a diminuire drasticamente la misura dell’amo e del terminale.
Per le foto di rito abbiamo messo in nassa solo qualche breme per rispettare i regolamenti sia sulla quantità del pescato sia sui periodi di chiusura e divieto.
Bene, i cinesi non si offendano… il loro si chiama fiume azzurro e in nostro lo è solo come soprannome, ma credo che l’originale sia quello che attraversa Pavia.