BREME FERRARESI INVERNALI
Il Circondariale di Ostellato non finisce mai di stupirci, è capace di alternare anni di scarsa pescosità ad altri davvero generosi.
Quali possano essere le cause di questi alti e bassi è difficile immaginarlo ma sicuramente quest’anno ci sono diversi fattori che hanno favorito questa situazione.
Su tutti ne elenchiamo tre, quelli che abbiamo imparato ascoltando i più esperti di questo canale.
Il primo è la minore pressione agonistica dovuta alla riduzione di gare. Tradotto significa meno pasture e terre in acqua, meno esche e meno pesci forati;
Il secondo è legato alla qualità dell’acqua che risulta essere decisamente migliore rispetto a quella vista nella stagione passata. Ci ricordiamo ancora l’acqua color vetro vista in occasione dell’Italian Master del 2019 con i tanti cappotti. Si dice che la causa fosse il tasso di salinità presente con conseguente migrazione del pesce in zone più idonee.
Il terzo elemento positivo potrebbe, usiamo il condizionale, essere favorito dalla minore azione predatoria dei bracconieri, peraltro non ancora debellata, e al grande lavoro di raccolta pesce nei canali in secca e rilascio nel Circondariale da parte di gruppi di volontari.
Quindi acqua migliore, più pesce e meno gare. Queste, secondo vox populi, sarebbero le ragioni di questa stagione fortunata in fatto di pescosità.
Ho testato il canale in queste ore e nonostante le basse temperature, siamo ormai a metà dicembre, il pesce ha risposto molto bene.
Certamente il fatto che fossi solo con tutto il canale a mia disposizione ha aiutato molto ma credetemi che altre volte sempre da solo ho avuto serie difficoltà a vedere il segno di una mangiata.
In altri momenti, anche con temperature sotto lo zero termico mi sono regalato delle divertite da incorniciare, e quindi mi viene da dire che questo canale, per la tipologia di popolazione ittica presente, sia competitivo tutto l’anno.
Sono attive carpe, che spesso si vedono saltare, carassi anche di piccole dimensioni, e breme da quelle di due etti a quelle da tre chili.
Il meteo di questo fine settimana non promette nulla di buono ma nulla può fermare la mia voglia di fare quattro lanci dopo una mesata di astinenza causa blocco legato ai DPCM.
Come faccio sempre sfrutto le ore centrali della giornata, qualche grado in più aiuta molto, e mi cerco un posto nel tratto di Ostellato vecchio all’altezza del km 5,5 circa.
Il livello dell’acqua in canale è molto basso, mancano almeno 60 cm, e noto una corrente che muove leggermente verso valle, il suo colore ancora verde denso ma non trasparente è un valido indicatore per sperare in qualche mangiata.
Mi saltano alcune carpe, o forse era sempre la stessa, sulla linea dei 15 metri, così decido a differenza di tante altre volte di pescare corto.
Non servono tante esche e nemmeno tanta pastura, tre etti di bigattini bianchi, un etto di colorato arancio, un etto di raparini rossi e alcune pinte di pastura che miscelo tra tre tipologie, una specifica da breme, una da carassio e una un pò speziata. Di questo mix faccio un terzo per ogni tipologia.
Il mio approccio è con una canna da feeder da dodici piedi alla quale applico un pasturatore tipo cage abbastanza capiente, all’inizio parto sempre così per cercare di fare un pò di fondo per poi passare dopo alcuni lanci ad un pasturatore più piccolo. L’importante è fare meno rumore possibile in fase di lancio e per questo cerco sempre di utilizzare un cage con il cestello di plastica.
Terminale lungo 70 cm dello 0,12 e amo del 16 leggero (il mio preferito in inverno è il 1090 della Katana) che sappia contenere bene e tre bigattini innescati che possano muoversi senza difficoltà.
Il pesce in inverno tende a non muoversi troppo e quindi per stimolare l’abboccata non disdegno anche qualche invito dopo qualche minuto di posa.
Le mangiate delle breme di taglia quando arrivano sono lente ma decise mentre quelle di carpe e carassi sono più violente con la canna che spesso vola dal feeder arm.
Beh vi ho detto tutto, ah dimenticavo che in tre ore dalle 11 alle 14 ho fatto 8 pesci e che pesci!