LE ACQUE LIBERE DEL PO DI VOLANO, REGNO INVERNALE DI CARPE E BREME
Con l’amico Luca Caslini mi sono recato sul fiume Po di Volano a Medelana con l’impegno di realizzare dei video. Abbiamo avuto il tempo di fare anche una pescata, io a feeder e lui a roubaisienne.
Ci serviva uno spot naturale e abbiamo scelto questo perchè anche in pieno inverno qualche pesce ha sempre risposto.
Arriviamo di buona mattina con l’aria ancora molto fredda carica di umidità. In mezz’ora abbiamo la postazione pronta con le esche e la pastura profumata a rendere più gradevoli gli odori. E’ la prima uscita del 2021 in acque libere e il nostro obiettivo è quello di scapottare.
Il posto l’ho scelto io e come altre volte ho optato per la postazione a sinistra di un grande albero di noce, davanti sull’altra sponda ho una boscaglia di rovi secchi con qualche ramo che ha trovato la forza di allungarsi fino a penetrare in acqua, immagino che le carpe scelgano questa zona per facilità di reperire cibo e immagino che in questi mesi di vacche magre le mie esche che gli andrò ad offrire possono diventare una sorta di manna che cade dal cielo.
Altre volte ho fatto delle stupende catture di carpe regina, altre volte solo qualche breme.
In questa occasione chissà cosa mi potrà riservare la sorte.
Alle 10 si parte, lancio a qualche metro di distanza dai rovi, sul fondale trovo una piana liscia, ottima situazione per insidiare qualche pesce.
La corrente dell’acqua viaggia da quattro grammi, così mi ha detto il Luca che ancora era alla ricerca del miglior assetto di lenza.
Per l’occasione ho preparato una pastura dal colore tendente al rossastro, carica di essenze speziate e con l’aggiunta di krill.
Ho preparato anche due manciate di pellet al pesce che alla fine ho usato pochissimo. Metto un pasturatore di misura media da 30 grammi, terminale dello 0,13 e amo del 18 con due bigattini rossi come innesco.
I pesci li ho sempre presi così e così mi ripeto perchè approccio che vince non si cambia mai. Anzi a dire il vero alcuni correttivi li ho introdotti, ho solo insaporito l’innesco con un concentrato di aglio per rendere più attirante il boccone.
Per farla breve: il primo pesce è stata una bella breme, la seconda mangiata mi ha fumato la lenza tanto da costringermi a montare poi un terminale dello 0,16 ma per un buon tre quarti d’ora non vedo più il tocco. Così decido di scendere di filo e di amo fermandomi allo 0,14 con amo del 18.
La canna si agita, la cima è sollecitata da una nuova abboccata, abbandono il cellulare con il quale si smanetta spesso in attesa di vedere una mangiata, e mi concentro come farebbe un pistolero in un duello nel vecchio far west.
La canna adesso parte decisa e la ferrata è conseguente e al termine della battaglia una bella carpotta finisce nel guadino.
Mi aspettavo la bisnonna, ma anche questa ha fatto la sua parte e quindi mi sento di non sputare sul piatto di lenticchie perchè a volte in assenza dell’arrosto vanno bene anche queste.
Prendo altre breme della quali una sul chilo, poi un’altra carpa fotocopia della precedente e alla fine della pescata arriva la mangiata della regina madre ma non faccio in tempo ad alzare la canna per la ferrata che tutto è già finito. Fumata anche questa lenza. Peccato.
Chiudo la giornata di pesca contento lo stesso perchè alla fine chi si accontenta gode e anche oggi ho goduto di una bella giornata in compagnia del mio miglior amico Luca, nella pace delle campagne delle terre di mezzo, nel silenzio e la serenità che solo la pesca sa regalare e chi non pesca non sa cosa si perde.