ITINERARI DI PESCA: IL FIUME VOLTURNO A CAPUA
Il fiume Volturno, con i suoi 175 km di lunghezza, è il fiume più lungo del Sud Italia. Nasce in Molise, nei pressi di Rocchetta a Volturno, in provincia di Isernia, per sfociare nel mar Tirreno, presso Castel Volturno.
Nel suo percorso attraversa anche Capua, cittadina in provincia di Caserta, a pochi km dalla celeberrima Reggia. Tuttavia, anche Capua, se non famosa come Caserta, è una città ricca di storia e costituisce un sicuro centro di interesse, essendo stata la capitale del Principato di Capua, durante il X secolo, che si estendeva fino al fiume Garigliano per estendere maggiormente, durante la dominazione normanna, la sua importanza strategica, sia dal punto di vista militare che commerciale, divenendo, in poco tempo, floporto fluvirido ale, racchiuso all’interno di una forte cinta muraria.
I suoi palazzi storici ed il meraviglioso ponte sul fiume Volturno, costituiscono sicura attrattiva per i turisti.
Negli anni passati questa località è stata meta degli agonisti di tutta Italia, che si recavano nella cittadina campana per disputare numerose ed importanti manifestazioni agonistiche, tra tutte, le fina unli del campionato Italiano individuale, dell’Eccellenza Centro Sud e di numerosissime altre manifestazioni.
Stiamo parlando degli anni 80/90, allorquando il Volturno era ricchissimo di cavedani, pescati con le canne fisse, sui campi gara di Paperino, Campo Sportivo, Riviera Casilina, Limmata e Brezza.
Negli ultimi anni il fiume Volturno a Capua ha perso un po’ della sua importanza, venendo, purtroppo, abbandonato dalle competizioni più importanti a causa della sua scarsa pescosità. Per fortuna, gli ottimi lavori, svolti dalla locale sezione Fipsas, che ha reso praticabili e facilmente accessibili a tutti le sponde del Volturno e la comparsa di numerosissime breme, oltre alle immancabili carpe e specie ittiche di ogni genere, hanno riportato molti agonisti sulle sponde del Campo Sportivo, seppur limitato a soli 50 picchetti.
Certo, non si faranno più i quintali di cavedani dei tempi passati, ma, specialmente se si è in pochi ad affollare la sponda, il divertimento è assicurato. Vi garantisco che dopo 4 ore di pesca, abbiamo riposto le canne perché eravamo stanchi di prendere un pesce a giro!
Al fine di verificare di persona le condizioni del campo gara e fare, finalmente, una pescata in acqua corrente, ci siamo recati sulle sponde di Campo Sportivo. La prima impressione è stata proprio quella relativa all’ottimo lavoro svolto: sponde pulite e ben tenute, ideali per farci una buona competizione, ma soprattutto, una bella pescata in un fiume sorprendente.
Il Volturno è un fiume a corrente variabile, anche nell’arco della stessa giornata. Capita spesso, infatti, di iniziare con una vela di pochi grammi per terminare con una da 30! Dipende tutto dall’apertura delle idrovore poste a monte che ne regolano il flusso.
In altri casi, invece, il fiume scorre abbastanza uniforme e si può pescare anche con galleggianti tradizionali, come nel caso della nostra pescata.
AZIONE DI PESCA
L’azione di pesca, in questo caso a roubasienne, è quella tipica dei fiumi, fatta di trattenute e rilasci ma anche di trattenute estreme. Dopo la pasturazione iniziale, fatta di sfarinati per carpe e bigattini incollati, abbiamo cominciato a prendere delle piccole breme praticamente subito ma, una volta aumentato il ritmo di pasturazione, hanno cominciato a far capolino le carpe che, qui, oltre ad essere di buone dimensioni, sprigionano una vera forza che metterà a dura prova la nostra attrezzatura.
Successivamente, carpe, breme, scardole, cavedani, barbi e persino qualche anguilla, hanno riempito la nostra nassa, per cui possiamo dire che il Volturno sia veramente rinato. Conoscere il Volturno è fondamentale per riuscire a portare a casa un buon risultato, tuttavia, chi voglia cimentarsi solo per una bella pescata fra amici ed ha dimestichezza della pesca a roubasienne in fiume, riuscirà sicuramente a divertirsi, facendo ottimi bottini.
Il consiglio che mi sento di dare, comunque, è di usare più bigattini incollati con una buona dose di ghiaia, che pastura. Diciamo che per ogni chilo di bigattini andranno aggiunti 2 chili di ghiaia, ben incollati.
LENZE
Per questa sessione abbiamo utilizzato galleggianti ad ovetto con deriva in acciaio, da 3 a 6 grammi, per far fronte alla corrente e tenere ben stabili le nostre lenze. Le vele, seppur montate su un paio di punte, sono servite solo per una mezz’ora, quando l’acqua ha cominciato ad aumentare di velocità ed i galleggianti tradizionali non consentivano un’azione di pesca corretta. Le lenze da utilizzare al Voltuno si dividono, chiaramente, tra quelle per i galleggianti fissi tradizionali e quelle per le vele.
Un elemento imprescindibile, comunque, è quello di utilizzare lenze quanto più leggere possibile, in alcuni casi anche al di sotto di quelle necessarie, specialmente se vogliamo insidiare i cavedani.
Per i galleggianti fissi si può usare una spallinata a decrescere di circa 50 cm su una lenza madre dello 0,16 ed un finale di 30 cm. Il filo da usare come terminale non è determinante. Va benissimo uno 0,12. Le lenze per le vele, invece, possono avere una geometria simile a quella per i galleggianti fissi, oppure essere costruite in maniera molto più semplice, se si vogliono insidiare le carpe attaccati al fondo.
In questo caso basta mettere un pallino, di dimensioni proporzionate al peso del galleggiante, sull’asola, due pallini dello stesso numero a 25 cm ed un bel pallettone, fermato da qualche pallino, ad altri 25 cm.
In entrambi i casi, comunque, vale la regola di appoggiare almeno tutto il finale, specialmente se la corrente è abbastanza sostenuta. Per quanto riguarda gli elastici, dovremo trovare un compromesso tra la pesca delle carpe e quella delle breme. Ho trovato decisamente utili i cavi da 1,8 o 2,1, ma anche un ibrido di pari misura fa alla bisogna.
In caso di competizione, è bene non dimenticare di portare almeno una bolognese, per andare a cercare qualche pesce nei pressi della sponda di fronte, quando, specialmente a fine gara, non vedremo più mangiate. Si tratta di pesci molto sospettosi, che non amano il rumore e che quando avvertono la presenza dei pescatori, vanno a rintanarsi nella sponda opposta. Armeremo le nostre bolognesi con galleggianti da 8 a 12 grammi con una lenza fatta da una torpille e qualche pallino, nella maniera più semplice possibile.
PASTURAZIONE
Trattandosi di una pesca mista, si deve usare una pastura polivalente, possibilmente di colore scuro, abbastanza collosa, per evitare che scivoli a valle con troppa facilità e che possa attirare sia le carpe che le breme. Quindi, una pastura da fondo tipo carpe-carassi farà al caso nostro. Tuttavia, come dicevo prima, saranno i bigattini ad interessare maggiormente le carpe, perché al Volturno, se si vuol vincere la gara, bisogna mettere in nassa proprio loro e, soprattutto, quelle più grosse che qui, di certo, non mancano.
LA PESCA A FEEDER
Se siete amanti della pesca con il pasturatore, il Volturno sarà un posto indimenticabile. Le gare che abitualmente vi si svolgono fanno registrare pesi notevoli, bel superiori a quelli della pesca al colpo.
Lanciando nei pressi della sponda opposta, troveremo numerosissime carpe, che dimorano abitualmente in quelle zone, a riparo degli alberi che offrono riparo ed anche una bella ombra nei mesi estivi. Per questo, è meglio portarsi dietro qualche pasturatore in più, di grammatura variabile, in modo da far fronte ad eventuali rotture dovute ad incagli o, semplicemente, alla forza dei pesci che corrono a rintanarsi nella vegetazione.
COME RAGGIUNGERLO
Raggiungere la nostra meta è semplicissimo. Da dovunque si provenga, bisognerà entrare nella cittadina di Capua e proseguire verso il centro. Una volta arrivati al ponte che sovrasta il fiume Volturno, bisognerà decidere se andare a pesca al campo gara di Paperino o di Campo Sportivo. Nel primo caso occorrerà scendere sulla destra, prima di attraversare il ponte; nel secondo, bisognerà proseguire seguendo le indicazioni per il campo sportivo comunale. Una volta giunti, non sarà difficile trovare il cancello, sempre aperto, che dà accesso al fiume.