LA POSTA DEI LETTORI: SEMPRE PIU’ DIFFICILE PESCARE NEL FIUME PO
Salve, volevo porre attenzione sulla pesca in Po da riva per i liberi pescatori. Noi paghiamo una licenza e un tesserino e non possiamo andare liberamente a pescare sulle rive del Po scendendo con la macchina giù dall’argine dove è possibile.
C’è una zona a Crespino dove è stato fatto un tratto con sbarra dove con permesso si può. Mi chiedo perché non fare varie zone come queste lungo tutto il tratto del fiume?
Altrimenti così com’è adesso sta diventando una pesca di èlite .. cioè chi è socio di un imbarcadero o ha la barca va a pesca gli altri vengono talmente messi in difficoltà che rinunciano ad andare e non parliamo dei vigili che non perdono l’occasione di fare multe.
Si sta facendo qualcosa in tal senso? grazie.
Io abito nella zona di Castelmassa. (Ro)
Bertesina Ernesto
Risponde MF:
Caro Ernesto ti ringrazio di questo tuo intervento e lo pubblico per socializzarlo con la grande platea di seguaci di questo portale affinchè tutti possano poi dire la loro con le proprie ragioni o sensibilità.
Noi di Match Fishing qualche battaglia l’abbiamo anche fatta in passato, penso a quella contro la diffusione dei cormorani che abbiamo definito la peste nera con una grande raccolta firme a livello nazionale per supportare la presentazione di un disegno di legge in Parlamento. La campagna di sensibilizzazione in collaborazione con la rivista Pesca In si chiamava SAVE THE FISH.
Come andò a finire? ve lo dico subito, raccolto oltre 5000 firme a livello nazionale, disegno di legge presentato da due parlamentari , una senatrice diForza Italia e un deputato del Partito Democratico, ma poi non andò a buon fine perchè si misero di mezzo alcuni parlamentari che avevano più a cuore la tutela di questo uccello ittiofago di un settore, quello della pesca, che muove milioni di euro di fatturato e da lavoro a migliaia di addetti.
Purtroppo in Italia le cose vanno così e mi chiedo come si possano soddisfare le tue legittime aspettative.
Come sai in Italia le acque sono divise in die categorie: pubbliche e private, le acque pubbliche sono di proprietà dello Stato (Demanio, Consorzi di bonifica, etc) le acque private, quindi i laghi commerciali sono di proprietà e gestiti da ditte individuali o società.
Le acque libere di fatto sono impossibili da valorizzare per le finalità della pesca sportiva, salvo quelle acque date in concessione alle associazioni di pesca private o alla federazione per essere adibite a campi di gara ma anche qui le cose non è che vadano meglio in fatto di manutenzioni, ripopolamenti o difesa del patrimonio ittico, perchè per farlo servono uomini, mezzi e risorse e soprattutto chi si accolla le responsabilità della gestione e conduzione di luoghi e accessi.
Mi sa tanto che se vuoi pescare in Po dovrai aspettare qualche lustro non tanto per le cose che chiedi tu ma per uniformare le regole tra chi abita in sponda Veneta e chi i sponda Emilia Romagna che da quello che mi risulta sono attive normative diverse.
Alessandro Scarponi
In gran parte dei fiumi del nord Italia esiste il problema delle sbarre che bloccano l’accesso all argine del fiume basterebbe poco a chi ha la licenza dovrebbe essere libero di entrare con l auto visto che le bici passano e non pagano nessuna licenza
Pressappoco negli anni novanta esisteva un certo ” città di Torino ” che si svolgeva in po della città medesima e poi c’erano sociali provincali promozionali e regionali tutte competizioni da centinaia di persone .se volete vedere adesso con tanta tristezza Prego accomodatevi .
Ragazzi il problema è reale.
Scrivo nel 2024.
L’unica possibilità è studiare bene le sponde, e con l’aiuto di google maps raggiungere lo spot attraverso
le classiche stradine in mezzo ai campi che sono già tracciate.
Con questa tecnica spesso si riesce a raggiungere anche i classici “spiaggioni” per chi magari vuole fare anche la notte.
Certo, in alcuni casi sarebbe meglio utilizzare un fuoristrada o almeno una macchina 4×4, però
non nego che con una macchina normalissima, una lancia y ovviamente a trazione anteriore, riesco spesso a raggiungere gli spot senza rottura di scatole lasciando la macchina a qualche decina di metri dal posto in cui pesco, il tutto godendo della natura che mi circonda e dando sempre il massimo rispetto all’ambiente raccogliendo i rifiuti.