AMI AD OCCHIELLO PARTE II

Come anticipato dal testo precedente prendiamo ora in esame tecnicamente ami ad occhiello mutuati dalla pesca a mosca secca, adatti alla pesca alla passata di fino, visto che per quella un po più “grezza” taglie dal size 20 in su, non mancano ami ad occhiello di più marche in nessun negozio di Caccia & Pesca, vedi Drennan Speciman-Kamasan Animal- oppure i Parker forma Grub etc. etc.

Come evito di descrivere I VAVIRAS 2210 nelle sue misure min tipo size 30 perchè presentano fili costruttivi (0,22) e foratura occhiello che per me li rendono non sicuri e difficili da montare in lenze anche da 0,08.

Nel primo ordine che arrivò dall’America nel 2002/3 circa si presero tutti ami marca Daiichi la marca americana per eccellenza come qualità per la pesca a mosca.

La mira erano essenzialmente cavedani e barbi, perciò le misure furono scelte fra le più minute e performanti disponibili

NOTE TECNICHE

Misure Fisiche Reali:

Si veda le foto allegate dove appaiono le varie marche e serie fotografate su carta millimetrata nella loro taglia più piccola prodotta (sia in commercio che non)

Spessori e Pesi:

Si trovano nelle descrizioni solo per alcuni fra i più leggeri, per confronto con i mini a paletta.

I DAIICHI

Per il cavedano si scelsero: 1180-1480-1110- in ordine di grandezza dal più peso al più leggero

Per il Barbo in specifico si scelse anche ami a forma grub che si prestavano bene per un appoggio e il collegamento con klk rovescio: 1130

Vediamoli nel dettaglio

1480 (in produzione)

Amo perfetto per la pesca al cavedano vista la sua forma “Cristal” solo con due limiti:

1) Non scende sotto size 24

2) Con nylon sopra lo 0,10 diviene a rischio apertura

Approfitto per spiegare un particolare tecnico relativo a questa forma di ami e similari, quando si dice che la “Cristal” è la forma principe per la pesca di ricerca con ami al minimo costruttivo con cui si innescano i bachi – nonostante quelli a gambo un po più lungo lascino presagire una leva “svantaggiosa” in fase di trazione ed una loro possibile deformazione- è perchè al momento della ferrata quando entra in trazione, l’angolo che si viene a creare fra filo e punta, è il migliore ottenibile, cioè più acuto rispetto a quello che si creerebbe usando un amo a gambo corto, e perciò con più probabilità di penetrare bene a fondo e di conseguenza meno possibilità di perdere la presa in un tempo sufficiente a salpare il pesce.

Come ho già accennato nella prima parte questa non è l’unica soluzione per una buna presa, perchè il disassamento fra punta e gambo ottiene ulteriori benefici in qualità di presa.

P.s. l’analisi tecnica sulla forma Cristal è ripresa da un testo del 1933 perciò diciamo che è “assodata”.

1110 ( in produzione)

Amo Must per la pesca al cavedano specie nella taglia 26 leggero quanto basta, con buona presa e resistente fino allo 0,11 occhio in asse e mini-ardiglione

1180 (in produzione)

Amo molto resistente visto lo spessore la taglia minima è il n°24 occhio rivolto verso la punta e mini-ardiglione, ma esiste anche la versione “barbless”(1190) sempre con taglia minima size 24

l’ 1180 è un amo per pesca a radere sia al cavedano che al barbo tiene anche uno 0,14

Visto il suo spessore questo è un’amo che si presta sia ad essere disassato che anche ad essere riaffilato con una limetta se necessario.

Quella della affilatura “al volo” è una cosa che con alcuni ami ad occhiello si può fare, basta avere una piccola limetta di ferro, o una di quelle pietre adatte per la riaffilatura ami, questo perchè un amo di questo spessore quando si spunta se non sostituito o riaffilato, non penetra più il baco con correttezza.

I due mini Daiichi a gambo lungo nominati, sono importanti non solo per le caratteristiche tecniche fra l’altro opposte come peso (1110 leggero 1180 peso) ma perchè sono comunque ami piccoli anche se a gambo lungo massimo poco oltre i 5 mm e cosa importantissima sono due mini commerciali, cioè che si trovano benissimo sia in negozio che in Internet.

Entriamo ancora più nello specifico

Il primo a sinistra è un size 24 della serie 1180 ovviamente il più piccolo della serie, è un amo martellato in curva dove presenta un filo da 0,32 e tondo al gambo dove il diametro arriva a 0,36 con occhiello reclinato verso la punta che può accogliere anche uno 0,135.

E’ un piccolo amo sicuramente resistente all’apertura, anzi molto resistente all’apertura, ma ovviamente anche peso a braccio penso si sia sui 6 milligrammi perciò il più peso taglia 24 che abbia mai usato, amo che si sposa bene con la pesca a radere quando i terminali prendono a salire sopra lo 0,11.

Il Secondo è invece un size 26 della serie 1110 qui siamo davanti ad un mini da pesca in calata o a sfiorare, occhio in asse filo tondo con un diametro costante da 0,29 perciò leggerezza e resistenza ben modulate che fanno stare in sicurezza entro ambiti di terminali da 0,10 peso stimato 3,5 milligrammi

1130 (in produzione)

Amo Grub ( specie nella taglia minore amo poco arcuato ed è leggero rispetto ad altri taglia simile forma Grub) prodotto fino alla taglia minima di 24

Il più piccolo appunto il 24 non è amo da grosse sollecitazioni, max 0,11 il rimanente sono invece ami che vanno bene anche con 0,12 a salire via via che sale la taglia

Con il trascorrer degli anni cercammo ami anche in altre marche, nel 2010 un negoziante di pesca a mosca di Firenze che distribuiva Daiichi mi fece vedere dei Partridge che erano andati da poco fuori produzione, e fu amore per sempre.

I PARTRIDGE

Partridge Vincent Marinaro serie K1a

la serie si componeva di taglie dal 28 al 20 per esattezza ( 28-26-24-22-20)

Presi le prime 3 che erano quelle adatte per la pesca alla passata, questo piccolo amo ha il 90% di quello che serve per pescare alla passata ai massimi livelli:

1) Il size 28 specialmente, risulta piccolo – leggero e resistente oltre ad avere 2 caratteristiche uniche:

Occhio abbondante valido fino ad uno 0,14 in massima scioltezza e sicurezza

Forma disassata che in un size 28 come presa corrisponde senza problemi ad un classico amo due taglie sopra, questa è un’altra di quelle soluzioni tecniche (oltre la forma “Cristal”) che consentono una buona presa anche con ami al minimo di costruzione.

Di questo amo per pura curiosità storica ( visto che scrivo articoli sulla pesca storica) vi scriverò anche chi lo ha studiato per la pesca a mosca, visto che è un personaggio interessante.

Vincent Carmen Marinaro nasce nella Pennsylvania Occidentale nel 1911 si trasferisce presto ad Mechanicsburg una cittadina della parte Orientale vicino a numerosi corsi d’acqua, e li praticamente staziona per tutti i suoi 75 anni di vita fino alla morte sopraggiunta del 1986.

Vincent è un pescatore naturalista scrive il suo primo libretto sulla costruzione delle mosche secche nel 1950, volumetto che conosce fama e gloria 20 anni dopo nel 1970, quando viene ristampato e a leggerlo c’è una generazione di pescatori a mosca americani già più evoluti, questo volumetto è un po l’apripista della moderna pesca a mosca;

Vincent descrive e insegna a costruire Midge (Moscerini termine generico di molti piccoli insetti) piccolissime, diverse come impostazione da quelle che solitamente copiavano i metodi costruttivi dei maestri Inglesi che per le loro Chalk-Streams eseguivano imitazioni di Midge più generose, la C.S. sono delle particolari risorgive con acqua costante sia come volume che come temperatura ricche di vegetazione sia riparia che acquatica, l’acqua è chiarissima e con una ridotta profondità.

Vincent porterà invece le sue imitazioni a dettare legge sui suoi corsi il Letort e il Big Spring

Vincent non ha un bel carattere, è descritto da molti come un autodidatta supponente, è irascibile e non da l’idea di aver avuto molti amici, tranne un gruppo ristretto di pescatori con i quali divideva il fiume.

Va anche detto che Vincent è stato uno dei primi pescatori naturalisti, ed anche uno dei primi fotografi naturalisti della sua epoca, avvocato di professione era pure violinista e un buon cuoco, famosa la sua pasta e il suo sugo che cucinava nelle capanne vicino al fiume con i suoi amici, forse questa abitudine e il cognome potrebbero far pensare anche ad una discendenza Italiana…ad onore del suo genio e della sua mente va pure detto che parlava correttamente 11 lingue, insomma un autodidatta sui generis …

A questo signore si devono i gioiellini k1a partoriti (1978)in collaborazione con la Partridge (Pernice) Inglese(la più prestigiosa casa costruttrice di ami per pesca a mosca) in quel di Redditch ridente paesino Anglosassone del Worcestershire dove ha sede anche il kingfischer Shopping Center che dalle foto su internet pare proprio da visitare!

In Pennsylvania precisamente al Pennsylvania Fly Fishing Association Museum gli hanno dedicato una sala con tanto di teca per le sue canne e le sue mosche secche

Sarebbero stati ami da non mandare sicuramente fuori produzione, proprio ora che la taglia media dei pesci insidiabili alla passata è decisamente aumentata; ma così è, io ci pesco dal 2010 e ne ho ancora qualcuno, tanto mi son piaciuti che al size 28 rifaccio le punte e li riutilizzo!

Successivamente nel giro di qualche anno integrammo questi ami con delle serie della Tiemco, che al momento è la casa costruttrice di ami da mosca, di riferimento per il mercato.

I TIEMCO

518 Serie mini (fuori produzione)

Misure 32-30-28

Ami per una presentazione ineccepibile per pesche in calata, al cavedano.
Note negative, occhio piccolo utile fino a nylon da 0,08
Presa minima, ma d’altronde anche i mini a paletta non è che abbondino…
Gambo corto che accoglie pochi avvolgimenti.

100

Iniziava ( ora non più) dalla taglia 28 a salire

Amo perfetto per il cavedano, proporzioni da baco singolo a salire doppio nella taglia 26 e 24, ( in produzione) con filo costruttivo buono fino allo 0,12 di terminale e occhiello reclinato verso la punta-

2488

questa serie sono ami a forma simil Grub ( ma con gambo diritto) di buon spessore che iniziavano (ora non più da un saize 30 e 28) ora sono in commercio dal size 26

Buoni per tutte le pesche di ricerca anche per pesci di taglia.

2487

Amo a forma Grub puro ed ancora più spesso peso e resistente del 2488 e del daiichi 1130 – la serie 2487 (in commercio) parte dal size 24 a salire, questo è un amo che si presta particolarmente bene alla “disassatura” e si può benissimo usare con uno 0,14 anche nella taglia minima.

A tutti gli ami menzionati meno i pochi barbles di suo, va schiacciato l’ardiglione, anche se mini, perchè visto gli spessori consistenti con cui sono costruiti, la manovra oltre a salvaguardare il pesce e “trafficare” meno nelle slamature aiuta la penetrazione sia delle larve di mosca carnaria, che della bocca del pesce.

Spesso i piccoli ami ad occhiello vedi Partridge/Tiemco e le serie Grub hanno l’occhio rivolto verso la punta, soluzione che I costruttori adottano per favorire il confezionamento delle sedge, in questi casi le 2 legature principali che si possono eseguire sono le due varianti del klk in asse e non in asse, che NON sono dei nodi, ma solo spire avvolte, volendo eseguire nodi si possono realizzare tutte le varianti dei paletta, fra cui anche il famoso Snelling che da tanta sicurezza a chi riesce a confezionarlo con oculatezza, in foto un occhiello con spira finale che passa sotto gli avvolgimenti per una maggior protezione da abrasioni, tenuta non verificata.

Riepilogando vediamo i migliori requisiti tecnici delle due tipologie di ami

OCCHIELLO:

“Pregi” le virgolette sono ad indicare che vanno comunque considerati sempre i contesti.

Maggior tenuta come carico massimo a parità di sezione di nylon collegato
Migliore presa ( se disassato) e perciò minor rischio slamature nelle misure mini
Maggior variabilità nelle connessioni
Migliore costanza nel realizzare connessioni ottimali
Possibilità di disassamento
Possibilità di riaffilatura
Impossibilità delle spire di sormontare l’occhiello in fase di trazione

“Difetti”…

Maggiori dimensioni a parità di taglia
Maggior peso a parità di dimensioni
Minor precisione nell’innesco

Per l’innesco parliamo comunque di spilli, che anche se non a livello dei paletta, possono consentire inneschi e penetrazioni ( vedesi polpastrello pollice…) discrete.

PALETTA

“Pregi”…

Maggiore disponibilità e varietà di forme in commercio, adatte alla pesca leggera leggi “Cristal” od altra tipologia
Minor peso per ridotto filo costruttivo
Miglior innesco ( sempre per il filo costruttivo minore)

“Difetti”

Minor resistenza meccanica ( visto il filo costruttivo minore)
Minore tenuta al nodo, vedi il “rischio paletta”
Minore sicurezza nella costanza di tenuta dei nodi più complessi

QUANDO L’UNO

QUANDO L’ALTRO

Rimane evidente però che un mini-paletta in caso di acque lente, basse e chiare o nella ricerca del cavedano in calata od a “pelare” il fondo, rappresenta un arma migliore in virtù della sua leggerezza e quindi capacita di presentare meglio l’esca (baco).

Nelle altre situazioni acque più profonde e non vitree o presenza di una buona corrente anche in acque non profonde, la tipologia ad occhio ha (per me) tutte le caratteristiche per primeggiare.

CONSIDERAZIONI PERSONALI FINALI

Personalmente per la pesca alla passata ho scelto di dare la priorità alla migliore tenuta massima raggiungibile con buona costanza dagli ami ad occhiello rispetto ad i paletta ed in base a questa scelta primaria ho escluso, tranne situazioni limite, la tipologia a paletta dal mio “arsenale”; convinto che la miglior presentazione possibile NON la si ottiene SOLO affidandosi ad un amo leggero e ad un nylon dal diametro più risicato possibile – scelte che per me (specie in Inverno) spesso penalizzano la buona riuscita del combattimento con prede di grandi dimensioni – ma concentrandosi sugli equilibri che la nostra lenza deve mantenere con il fluire della corrente.

Nella prossima analisi tecnica vedremo un oggetto adatto a collegare il terminale alla lenza madre

A.Z.

Un pensiero riguardo “AMI AD OCCHIELLO PARTE II

  • 8 Febbraio 2022 in 09:20
    Permalink

    Bellissimo e appassionante. Aspetto con ansia il prossimo articolo. Complimenti!

    Risposta

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