I “NOSTRI” AMICI PESCI: LA LASCA di Zaccaria Australi
PRESENTAZIONE
Dei nostri pesci di acqua dolce ormai sappiamo molto, sia dal lato pesca ( tecnico) che da quello scientifico ( Ittiologia)
Io mi sono riproposto con i lavori che Match Fishing pubblicherà di farveli conoscere dal lato storico/curioso lasciando a margine le note classiche che già tutti conosciamo.
Sperando sia gradito
A.Z.
LA LASCA
Quando si ha a che fare con un pesce piccolo, e per giunta di acqua dolce e “ciprinicolo” difficile farlo emergere dal contesto generale, non lo nominano i naturalisti greci, e di conseguenza nemmeno gli antichi romani, per quel che ne so io…
Le prime notizie che la riguardano arrivano dallo studio dei pesci Italiani da parte del Luigi Bonaparte che la classifica nel 1839 dedicando la seconda parte binomiale del pesce ( Genere) al Prof. Genè direttore del Real Museo Torinese d’Istoria Naturale succeduto in quell’incarico al Prof. Bonelli a cui il medesimo Bonaparte dedicherà poi nel 1846 il Ghiozzo Padano…
Il Bonaparte si lamenta che nonostante le ricerche non sia riuscito a pervenire al nome comune che veniva dato a questo pesce nei suoi luoghi di origine ( Piemonte).E pensare che specie a quell’epoca con LASCA si idintificavano molti nomi comuni di tanti Luciscidi : Lasca cavedo-Lasca Albo – Lasca del Fucino – Lasca del Trasimeno – Lasca Mozzella -Lasca Rovella – Lasca Scardafa – Lasca Rosata …insomma erano tutti LASCA!
Lei appunto nel 1839 diventa come nome comune( non trovandone altri) la LASCA del GENE’
Ittiologicamente dopo tanti anni di appartenenza alla classificazione come Chondrostoma, la Lasca dal 2006 dopo indagini DNA da parte di Robalo ha un suo Genere nuovo Protochondrostoma.
Il Michele Lessona nel 1891 gli dedica un solo rigo dicendo che diventa 16-17 cm massimo e che vive sia in Italia Settentrionale che centrale… ad esempio Gatti M. A. la descrive nel 1896 nella Prov. Di Teramo.( Vomano)
Si potrebbe pensare ad una sua precoce transfaunazione, in realtà almeno per i tributari adriatici
delle Marche , è nativa perchè ricadenti nel paleobacino del Po’.
Luigi Scotti nel 1908 scrive solo due righe tanto per rimarcarne le differenze con la Savetta
Nel 1915 Felice Supino ne porta la misura massima a 25 cm( il Porcellotti poi nel 2005 la portera fino a 30 cm riprendendo probabilmente fisch base che ne certifica il più grosso esemplare puro mai pescato a cm30 appunto) ed è l’unico a darne menzione anche con nomi locali:
Lombardia: strett-strigg-stria
Veneto: strillo – fregata-marcandola
Questo pesce però è stato tanto amato dai pescasportivi, perchè spesso per molti pescatori sportivi del Nord ha rappresentato il primo pesce preso a canna ( magari fissa) con una buona continuità, e per la sua indiscutibile valenza sotto il profilo alieutico rappresentato dai suoi sciami che muovevano all’inizio di Primavera facendo in pratica iniziare la stagione alla maggior fetta di praticanti…il loro balenare di fianchi che si accendevano come flesh nelle correntine era come un semaforo verde: il via alla pesca alla passata!
PS.
Viste le dimensioni, buona fritta.
Non ci rimane che ammirare le foto, di qualche esemplare di questo bellissimo pesce, e dei pescatori che le insidiavano, si parla purtroppo al passato, perchè come sempre i tempi cambiano, e quasi mai in meglio, e tranne qualche caso isolato ( pochissimi fiumi torrentizi) anche per lei la strada della sopravvivenza si è fatta con i decenni sempre più impervia.
A.Z.
però secondo me è una savetta non una lasca
Sono un fautore da sempre che per i pescatori andrebbe istituita una patente di pesca previo esame, e quello sulla identificazione delle specie dovrebbe essere il più duro, questo perchè riconoscere un pesce ( visto che ci sono leggi, su rilasci e misure minime) è molto importante.
Quella in foto è una Lasca, l’ingrandimento del muso in apertura, è del solito soggetto della fotografia dove la sostengo nel palmo della mano; visto che è una cattura mia, fatta nel 2019 sul fiume Sieve presso Dicomano. Lasca – Savetta . e Nasen non sono semplici da riconoscersi fra loro, le differenze spesso sono solo sul profilo della bocca, ma la Lasca a differenza delle altre due specie, ha il pregio di avere quell’alone rosso alla base delle pettorali che la rende inconfondibile. A.Z.
Aggiungo, grazie di aver letto il mio lavoro.
Savetta tutta la vita quella in foto
Leggere la risposta al commento precedente.
A.Z.
Quella era, è e sarà sempre una lasca, detto da uno che in gioventù di lasche e di savette ne ha prese più di qualcuna……