IL CAVEDANO (Squalius squalus)

La foto di apertura con il particolare dell’occhio l’ho scelta perchè da qualche anno, ormai fra i passatisti per diletto i cavedani son stati battezzati con il nuovo nomignolo di “Occhi gialli”.

“Riconosciamolo francamente: se non ci fossero i cavedani, una buona metà dei pescatori per diletto riporrebbe le canne in soffitta e il boom della pesca non si sarebbe mai verificato”

Diamogli una classificazione anche se visti i continui cambiamenti della tassonomia sicuramente momentanea…

Superclasse: PESCI ( pisces)
Classe: OSTEITTI
Ordine: CIPRINIFORMI ( Cypriniformes )
Famiglia: LUCISCIDI ( Leuciscidae)
Genere: SQUALIUS
Specie: SQUALIUS squalus

Per prima cosa parlando del cavedano, ci tengo (viste le continue sfide sul fiume che si rinnovano, con me, da 60 anni) a mettere un punto fisso sulla sua “storia”:

Se affrontato in modo sportivo e sottolineo SPORTIVO E’ IL PESCE PIU’ DIFFIDENTE E DIFFICILE da PESCARE DELLE NOSTRE ACQUE DOLCI.

Rispondendo ad un amico su Facebook ho espresso al riguardo il mio pensiero/riflessione su questa convinzione:

“Ritengo un dato certo ( la diffidenza del cavedano come tratto distintivo) quando un pesce ( tutti) è messo sotto pressione diventa guardingo è la legge della sopravvivenza, e chi arriva per primo sull’esca, perchè ha lo specchio alimentare più vario e vasto di tutte le specie ittiche delle nostre acque dolci, (il cavedano … ) diventa quello che ha più pressione nell’arco dell’esistenza e si comporta di conseguenza, divenendo il più diffidente.

Ma lo si è sempre pensato?

Certo che quando dagli anni 50 agli anni 80 si sono seminati nei fiumi cavedani come si semina il grano, e il loro numero eccessivo per le potenzialità nutritive dei fiumi che li ospitavano, generava fra loro, una competizione alimentare forte; in molti pescatori dell’epoca può aver fatto credere che fosse un pesce “stupido” o che comunque se ne potessero prendere a decine di kg senza impegno, ma era una “falsificazione umana della realtà” cioè dell’istinto naturale di questo pesce.

Vediamo quando nasce questa nomea popolare di essere un pesce “FURBO”:

1541 Benedetto Giovio: in una famosa “Cicalata”, componimento poetico medioevale, nel presentare il Cavedano, mette in bocca all’antico studioso romano Plinio il giovane la seguente frase: “Il Cavèdine, astuto e irrequieto” …

1863 Maurizio Monti nel suo lavoro sui pesci del lago di Como, timbra in modo ancora più profondo la questione:

“Difficilissimo peraltro che si colga all’amo.
Aggirarsi ansioso d’intorno all’esca, a poco a poco la decima, quasi mai l’inghiotte ad un tratto…questo ha fatto nascere il proverbio “i caveden ghe veden” cioè sono astuti!

Se ci aggiungete che nel 1800 si reputava che dal “vederci bene”: cioè “essere accorto”, derivasse proprio il suo nome comune: “Ca – vedine” ossia: “Ci – vede”… siamo a dama!

Ma potrei, anzi, voglio continuare e scorrere quello che se ne scriveva anche il secolo successivo:

1909 Il Luigi Scotti nel tradurre un libro di Ittiologia del 1901 del tedesco Kurt Lampert sul cavedano aggiunge di suo pugno:
( nota del traduttore)
“Esso è molto timido e difficile da prendere”

1933 Eugenio Barisoni nel suo libro “La Lenza” ( che insieme al Libro di Angelo Bruni è stato il primo libro sulla pesca per diletto in italia ) sul cavedano chiosa:

“Tranquillo, ma sempre vigilante!”

1967 Lo dicevano anche in TV

1971 Mario Allbertarelli nel suo libro “A pesca coi campioni” Da voce a Pietro Pertusati ( Piper):

“Ripeto, chi sa prendere molti cavedani grossi per me è un signor pescatore”

1974 Rodolfo Pagnini-Giorgio Mistretta Libro sui pesci:

“Riconosciamolo francamente: se non ci fossero i cavedani, una buona metà dei pescatori riporrebbe le canne in soffitta e il boom della pesca non si sarebbe mai verificato”

Il Papillon delle acque dolci

Visto che ci siamo voglio riportare anche un particolare dei Pescatori Professionisti dei laghi Insubrici

Nel 1800 era risaputo fra di loro che per prendere il cavedano con le reti, si dovevano adottare almeno 2 reti concentriche, di cui la seconda alta almeno 1 mt. dalla superficie…probabilmente inventate in quel secolo o giù di lì…questo perchè, scrive il M. Monti nel 1863.

Il cavedano quando si vede chiuso dalla rete spicca salti che spesso gli ridonano la libertà ( vorrei quì aprire un’inciso: chi di noi pescatori con canna non si è ritrovato almeno una volta nella vita- prima di imparare a chiuderla bene- a veder saltare fuori dalla nassa un bel cavedano appena catturato…)

Insomma i “detrattori” che a più riprese, – fruttando il suo maggiore tallone d’Achille: la voracità, in competizione, magari con pasturazioni e quat’altro – ne cercano di smontare la fama si mettano l’animo in pace, la storia da sempre dice altro!

Ma vediamo come si sono comportati gli “Ittiologi “ o meglio i Naturalisti antichi nel distinguere la specie:

dal 170 al 180 d.c. circa
Galeno di Pergamo:
Nel descrivercelo,( in una delle poche scritture pervenuteci di lui, visto che nel 191 d.C. bruciarono moltissimi suoi scritti in un incendio della biblioteca del Tempio della Pace in Roma ) lo nomina: Leuciscus e lo “vede” molto simile ai Muggini
D’altronde nel Nord Italia veniva chiamato “Cefalo di Lago”

350 d.C. circa
Decimo magno Ausonio nel suo poema la Mosella:

Descrive un Alburnus Europeo a cui molti natralisti successivi diedero fede fosse il Leuciscus cavedanus ( europeo) e di conseguenza il nostro Leuciscus squalus

1554 Ippolito Salviani :
Aquatilium animalium historia, :
Identifica lo Squalus “romano” con il nome volgare dato a questo pesce dai pescivendoli romani: Squale-Squalo-Squaglio

1600 Ulisse Aldrovrandi ( o Aldovrandi) naturalista di Bologna in De piscibus

Lo nomina col nome di Cavedanus ( Cavedo)

1724 Peter Artedi naturalista Svedese amico ed ispiratore di Linneo

Lo annovera fra i sinonimi del suo “Decimo Ciprinio” sempre l’europeo ovviamente…

1735 Linneo (Systema naturae ):

Cyprinus cephalus ( siamo ancora alla maggior specie europea)

Entreambi però ( Artedi e Linneo) mai visiteranno la fauna ittica Italiana per quella bisognerà attendere il:

1837 Luigi Bonaparte che studiando in specifico i nostri pesci arriverà alla conclusione di censire almeno due specie importanti sui “cavedani italiani” ,(ne censirà poi anche altri endemici di altre zone d’Italia):

1) Leuciscus squalus = Squalus Tyberinus
2) Leuciscus cavedanus = Squalus cavedanus

Il buon Luigi B. spiega anche come è giunto a questa conclusione biniomiale: per non far torto alle due più antiche tesi: Galeno ( Leuciscus) e Salviani ( Squalus) salomonicamente ha scelto entrambe.

Bonaparte traccia anche un confine fra le due specie italiane:

L. cavedanus da Bologna in su., versante Adriatico e laghi
L. squalus in Toscana e versante Tirrenico

Il Bonaparte asserisce di trovare differenze sostanziali fra le due specie quando indica nel Leuciscus squalus Toscano 2 vertebre in più del Leuciscus cavedanus Bolognese.

Ed asserisce che questo ultimo( Leuciscus cavedanus) somiglia fortemente al Cyprinus cephalus di Linneo (1735 ) ed al Dobula tedesco del Block ( 1782)

1891 – Michele Lessona lo chiama Cavedano od anche “Squaglio”

Fra i vari nomi nazionali la specie maggiore europea ha i seguenti fra i più famosi:

Inghilterra- Chub

Su cui apro un inciso: ( fa impressione ed andrebbe analizzato a fondo il fatto che lo studioso Yarell ( uno dei maggiori e più accreditati della sua epoca, perchè fece indagini direttamente ) nei primi decenni del 1800 ( 1820-30) in Inghilterra ne rilevò in una sua ricerca sui pesci nazionali, solo UNO! Quando invece in Europa centrale era conosciuto come assai abbondante in tutte le nazioni!!

Torniamo ai nomi nazionali europei :

Francia – Chevaine

Danimarca – Hes – Hesling – Sele

Germania – Dobel ma veniva anche nominato Weissdobel lo stadio giovanile e Rothdobel lo stadio adulto

nell’800
Prussia – Diabel
Slesia – Weisfisch

Nell’elencare invece ancora i nostri nomi “ regionali” nel 1900 si chiamavano:

Nel Reatino: “ Fiassaro”
Nel Viterbese : “Cavenoro” ( e già questa similitudine con il Cavedanus Bolognese da da pensare)
Toscana: “Lasca”
Veneto: “Cavian” – “Cavezzale”
Piemonte: “Quajastr” “Scajass”
Lombardia: “Cavèdan” “ Capsal” “ Cavazzuìin” “ Caèden” “Caèdin”( a Udine)
“Convèzzal”( a Monate) “Caissi” ( a Idro)
Veneto: “Squal” “ Cavazzin”
Liguria: “Caviello”
Emilia: “Cavedel” “Cavedo”
Toscana: “Gavedano” “Squalo”
Marche-Umbria-Lazio: “Squalo” “<scovale” “Fiassero” “Canevoro”

Provincie Meridionali: “Squamo” “Cavetale” “Vario”

Nella sua suddivisione fra le due specie, almeno a livello di nomi volgari, il L. Bonaparte oltre a quell’assonanza del Viterbese, deve anche ingoiare un “autogol” in casa…eh si perchè proprio nella sua terra di adozione ha un “inciampo “ dove lui è Principe di “Canino e Musignano”, nella terra di Tuscia proprio li, il suo Leuciscus squalus in volgare vien chiamato: GAVEDO! Nome che si ritrova anche in un lavoro del Michele Lessona (1891) sui pesci Italiani come nome volgare in Toscana: GAVEDO!

Anche un naturalista Francese del 1700 ( Belon) non lo risparmia asserendo che : Gavedo è il nome giovanile di Squalus Altra cosa curiosa che è stata tramandata fino ai nostri giorni è il nome volgare di “Cavedanessa” dato alla sua femmina nel Nord Italia in specifico si scrive nel 1800 che con il termine “Cavedanessa” si indica la femmina del cavedano quando ha ovaie mature, cioè è in fase riproduttiva.

Con gli Ittiologi antichi ho finito, per fortuna, vista la confusione di quelle epoche dove razzolando fra i testi antichi in latino, ed i lavori dei naturalisti stranieri ( spesso in lingua tedesca o francese) invece di andare sul campo a conoscere i pesci dal vero, si è rischiato spesso che ogni autore battezzasse col solito nome specie diverse. Insomma per identificare correttamente i pesci, il pre DNA è stato un periodo storico molto tribolato dove le specie si sono spesso confuse fra di loro ed i nomi dialettali non hanno certo dato una mano.

Agli ittiologi moderni faccio invece un’appunto da non studioso, ma da frequentatore attento della vita dei fiumi, nella quasi totalità dei testi, anche redatti da persone di alta capacità, parlando del cavedano (ma anche di altri leuciscidi o Ciprinidi) si scrive: “Nettamente socievole in età giovanile, sino a farsi decisamente solitario nei soggetti di maggior dimensione” Io contesto questa riflessione, per ciò che ho visto, in 60 anni, mi viene logico osservare quello che ritengo un dato di fatto: I pesci rimangono tendenzialmete “legati”al gruppo di nascita, lo si vede nella formazione dei branchi anche in quelli dove ci sono taglie miste, i raggruppamenti nei medesimi, tendono ad essere fra taglie similari…con il trascorrere degli anni su un gruppo di nascita poniamo di 100 individui, le file si assottigliano ogni anno che passa, ci sono quelli che vengono predati, quelli che muoiono di malattia etc. etc. …ora mi pare ovvio che in natura, cioè se non ci sono immissioni continue di varie taglie, di quei 100 individui dopo 10 anni rimanghino 5 pesci, a 15 anni presumibile età limite per il nostro cavedano ( anche se i testi parlano di 9 anni come vita massima io ho prelevato scaglie da cavedani anche con più di 10 circoli ( anelli)…) si presume ne rimangano magari un paio oppure uno solo, non credo che a quel punto si possa dire che con il crescere dell’età quel pesce sia diventato un solitario, si può magari dire che è rimasto il solo della sua generazione!

IN CUCINA Il cavedano nel 1800/ 1900 non ha goduto di una grande popolarità, le sue carni non lo facevano essere nelle prime posizioni come qualità, anche se comunque a volte era seccato e salato per essere mangiato in tempo di Quaresima.

Cibo e Esche La sua versalitilità alimentare di cui ho già accennato lo ha esposto alla “gogna popolare” nel 1800 lo si è anche chiamato :“ mangia sorci” E vista la sua diffidenza nei confronti “dell’amo” nell’arco del 1800 e del 1900 l’ingegno umano non gli ha rsparmiato le peggiori cattiverie: E’ stato spesso usato come pesce foraggio nelle peschiere dove si allevavano i Salmonidi od i Lucci , anche se c’era la credenza che non vi andava messo nel tempo della fioritura del Sambuco, perchè in quel periodo si sarebbe potuto ammalare impestando anche gli altri pregiati pesci!

Dopo aver notato la sua predilizione estiva per gli insetti che cadono sulla superficie dell’acqua si è provveduto a servigli bocconi avvelenati subdoli; In pratica si prendevano le cavallette, o altri grossi insetti, gli si toglieva loro la testa, e la si sostituiva con uno “gnocchetto” morbido di pasta di semi di cumino o di coccole di levante …poi si buttavano in acqua, il cavedano li mangiava e si avvelenava venendo a galla morto, dove veniva facilmente recuperato con i retini dalle barche.

Non ho trovato scritto niente rispetto alla edibilità di questi soggetti avvelenati, ma visto che lo si faceva, sicuramente, “in un modo o nell’altro” venivano mangiati.

In altre situazioni si passava direttamente ai mezzi forti: Come racconta il Monti a Lèzzeno sul lago di Como nel 1844 con lo Schioppo caricato a mitragnola se ne uccisero 25 in un colpo solo!

Ma anche con le reti : Sempre nel 1844 si racconta che nella darsena davanti a Como con un sol tiro di “Tremaggio” se ne presero 50 Libbre!! Insomma l’essere diffidente verso l’esca, gli è spesso servito a poco.

A nostra piccola discolpa va anche però rilevato che finchè son state presenti le “Grida” medioevali il cavedano (sui Laghi del nord ) aveva la frega protetta per tutto Giugno e Luglio!

LA TAGLIA MASSIMA Per la taglia massima, mia “Fissa Major” partiamo da lontano, senza sapere dove andremo a finire…:

1569 Tommaso Porcacchi afferma che i pesi massimi da lui conosciuti sul lago di Como arrivano in casi rarissimi alle 9 libbre, è difficile, per me anzi impossibile, risalire all’esatto valore che aveva la lIbbra a quel tempo e in quelle zone, siamo nel rinascimento e spesso ancora le unità di misura erano “cosa” locale, comunque da un’indagine sommaria si può pensare a qualcosa intorno ai 400 grammi perciò probabilmente si sta parlando di animali poco sopra i 3 kg.

1837 Il Luigi Bonaparte parlando del Leuciscus squalus ( Toscano) dice di conservarne un individuo di eccezionali 7 Libbre. Anche quì sul reale peso della libbra per quell’epoca, (ancora non era stato introdotto il sistema metrico/decimale che sarebbe giunto nel 1877) la più papabile è 1 Libbra gr.339,40 perciò pesce da 2,378 Kg.

Io sulla taglia massima mai pescata in Italia di questo pesce ho fatto e postato nel 2019 sul Facebook una ricerca approfondita condotta personalmente nella Biblioteca fiorentina Marucelliana nata nel 1750 (con il supporto via messanger anche dell’amico Bolognese Andrea Monari ) dove mi sono guardato tutte le pagine delle catture della rivista Pescare cioè dal 1962 (1 rivista) al 2012 considerate che nel periodo migliore questa rivista mensile è stata pure quindicinale…perciò vi lascio immaginare cosa vuol poter dire sfogliare qualcosa più di 600 riviste!!

Ho teneuto conto ovviamente che i pesi dichiarati potessero essere stati “alterati in eccesso” il protagonismo è sempre una bella molla…ma la ricerca a così vasto raggio ha comunque un buon valore medio.

A dire il vero non contento ho iniziato prima del 1962 cioè dal Luglio del 1960 cercando catture sul mensile di pesca: IL NUOVO TEMPO DI PESCA

Infatti su quel numero ho trovato per la prima volta riportata questa frase: “ Si dice che il cavedano cresca fino a 60 Cm. in realtà fino al giorno d’oggi (Luglio 1960) non ci risulta che sia mai stato pescato un cavedano di oltre 45 Cm.”(ovviamente si parla della Toscana, perchè quel mensile nasce nel 1951 a Firenze)

Dovete tenere presente che i pesci all’epoca venivano mangiati non fotografati, e che la grande presenza di taglia media, frutto anche dei pesanti ripopolamenti effettuati già dalla fine del 1800 ponevano le grosse taglie al riparo dai lenzatori…a questo proposito vi voglio raccontare un’aneddoto personale.

Avevo da poco catturato il mio più grande cavedano di sempre (2019) casualmente incontrai in un negozio di Caccia&Pesca di Firenze un ex agonista, (anzi forse lo è ancora… a più di 80 anni )… che quando ero ragazzo era sulla bocca di tutti, perchè a Firenze era considerato: “La Bolognese” il Sign. perchè di tale si tratta, risponde al nome di Fiorini…

Tutto orgoglioso gli feci vedere il filmato del rilascio di quel cavedano e gli chiesi quale fosse stata la sua più grande cattura di taglia di quel pesce, lui mi rispose che il più grosso era stato un cavedano di 1,850 Kg preso a bolognese in Sieve…rimasi male…ma non per la cattura del suo pesce, che oggi è appannaggio come taglia di quasi tutti i passatisti, ma perchè mi accorsi di aver fatto una domanda “stupida”: (alla quale fra l’altro aveva risposto con schiettezza…) questo perchè alla sua epoca era pieno di cavedani di 2 o 3 etti e già al ½ Kg si era sulla taglia grossa; come ho segnalato prima, i grossi si ritrovavano in qualche modo protetti dalla messa in allarme data dalla cattura dei più giovani ed apparivano molto più raramente fra le catture di quell’epoca.

Ma veniamo alla mia ricerca dal 1960 al 2012 oltre 50 anni di riviste di pesca: STATISTICHE CLASSIFICA DEI CAVEDANI da 3Kg >

1) -Kg. 4,440 Paglia 1994
2) -Kg 3,600 Tevere 1995
3) -Kg 3,400 Fiora 1983
4) Kg 3,380 Liri 1986
4) -Kg 3,380 Sile 1990
5) – Kg 3,340 Brenta 1990
6) -Kg 3,260 Sabato 1999
7) – Kg 3,250 Lago Maggiore 1964
8) – Kg 3,220 Magra 2002
9) – Kg 3,200 Tevere 2001
10)- Kg 3,180 Lago Iseo 1984
11) -Kg 3,150 Po 1991
12) -Kg 3,080 Sile 1983
12) -Kg 3,080 Ongina 2000
13)- Kg 3,050 Ticino 1965
13) -Kg 3,050 Lago Maggiore 1989
13) -Kg 3,050 ? 1993
14) -Kg 3 Vomano 2001

Esche con cui sono stati catturati gli Over Kg 2,5

Baco 21
Budellina 5
Artificiali 4
Lombrico 3
Mosca finta 3+1/2
Pane- Grillo-Formicolone-Uva Bianca-Gattos-Melega-More-Bolilers-Granturco- 1
Formaggio -1/2

Tecniche di cattura

Bolognese 36
Spinning 4
Mosca 3
Ledgering 1
Carp Fishing 1

Fiumi in cui sono avvenute le catture

Tevere 5
Sile 3
Ticino 3
Lago Maggiore 3
Lago Iseo 3
Adda 2
Tanaro 2
Tartaro 2

Po-Garda-Sesia-Adige-Arno-Reno-Magra-Fiora-Paglia-Canale Muson-Brenta-Naviglio Brenta-Panaro-Liri-Monticano-Stella-Amaseno-Sabato-Pescara-Vomano-torr Ongina-Torr.Orba (1)

Zone Italiane

NORD 30

CENTRO 7

SUD 9

Lascio a voi le riflessioni, quello che avete avuto la pazienza di leggere è tutto quello che sono riuscito a ricavare dalle riviste di pesca, attenendomi al dichiarato dai lettori, anche se in talune occasioni sono evidenti delle “gonfiature” rimango convinto che nella maggior parte dei casi la pesatura (quasi sempre purtroppo il pesce negli anni presi in esame veniva portato a casa, e perciò pesato) è stata effettuata in modo corretto, ovviamente queste catture sono la punta di un Iceberg perchè sicuramente decine di catture non saranno state rilevate fotograficamente e perciò non inviate alle riviste, diciamo che sono indicative del panorama Italiano di quegli anni.

Successivamente dal 2012 al OGGI (2022) ho ripreso da Facebook e Internet e da foto che mi sono state spedite, spesso su mia richiesta, direttamente dai pescatori, un numero sempre più crescente di Over 3 Kg (anche troppi …) e un paio almeno Over 4 abbondanti che per correttezza non posto in questo lavoro perchè sono cortesie private che mi hanno fatto, e meritano privacy.

Ma la mia ricerca NON si esaurisce quì, perchè successivamente ho indagato quello che sancisce l’Ittiologia ed i libri in genere ( quelli in mio possesso o reperiti in Internet ) su questo argomento da cui vi presento questo estratto un poco più completo:

1) 1569 Tommaso Porcacchi 3 Kg
2) 1837 Luigi Bonaparte 2,378 Kg
3) 1915 Felice Supino Cm.45
4) 1960 riv. Il nuovo Tempo di Pesca (Italia) Cm 45
5) 1961 Federation Francaise des Societes Naturelles Tomo 65 Parigi 8 Kg
6) 1974 Pagnini-Mistretta Kg 3,5 Cm 50
7) 1979 Ladiges/Vogt Cm 60
8) 1990 Forneris & C. 3 Kg Cm 60>
9) 1997 Locatelli 2 Kg>
10) 2001 Grimaldi Cm 60
11) 2005 Stefano Porcellotti 7 Kg Cm 80
12) 2016 Nicola Fortini 3 Kg> Cm55>*(aggiunge)
*notizie dal mondo della pesca sportiva riportano kg 6/7 Cm 70<
Come vedete in poco più di 1 SECOLO dal 1915 al 2016 la taglia del nostro pesce è stata riconsiderata più volte al rialzo.

Ma la certificazione in ITTIOLOGIA cosa dice?

Sul suo sito www.ittiofauna.org Il Dott. Porcellotti non arretra di una virgola sul dichiarato sul suo libro del 2005 e ribadisce anzi specifica le misure massime della specie

CAVEDADANO ITALICO ( Squalius squalus) 6/7 Kg Cm 80
CAVEDANO EUROPEO (Squalius cephalus) 8 kg. La misura massima certificata però è sicuramente ( come vedremo dopo) errata perchè scrive che la misura massima è 60 Cm?

Sul sito www.FishBase.it si legge:

CAVEDANO ITALICO non riportata taglia massima

CAVEDANO EUROPEO

1)-6,250 Kg 80 cm in Ungheria nel Danubio nel 1987 (con canna e mulinello)

Nelle calssifiche mondiali si trova anche un secondo posto

2)- 5,720 Kg 75 cm in Austria nel Gurk nel 1991

Se ne cita addirittura un 10kg aggiungendoci la dicitura “discutibile” preso in Bielorussia non si sa nè in che fiume nè l’anno

Quando misi questo mio lavoro sulle statistiche in rete, ricevetti diversi distinguo ( come era da aspettarsi) e forse accadrà ancora…:

Avevo messo tutte le foto di ogni singola cattura apparsa nelle classifiche di Pescare etc. e furono contestate -come sempre – nella veridicità del peso dichiarato., è il solito costume italico, si dubita del prossimo, perchè spesso siamo noi che allarghiamo troppo e braccia…

Sulle note Ittiologiche idem molti avanzarono dubbi e le ritennero esagerate.

Sulla base di queste risposte ( che mi attendevo) mandai una mail all’Ittiologo Piergiorgio Bianco, mail in cui gli chiedevo lumi su questi pesi e cm dichiarati in Ittiologia, o comunque presenti su siti accreditati.

Ora il Pier Giorgio Bianco non è “un’ittiologo” qualsiasi, mi perdonino gli altri che conosco, anche perchè “ITTIOLOGO” non è comunque un titolo accademico, che in ogni caso è un Biologo o un Dottore in Scienze Naturali che si è specializzato sui pesci…ed in fatti Il P.G. B. è un Biologo che è stato padre fondatore della AIIAD Associazione Italiana Ittiologi acque Dolci, dopo di che ne è uscito sbattendo la porta ( ha un suo caratterino…) ed ha proseguito la sua ricerca sui pesci con altri Ittiologi mondiali, fino a divenire PRESIDENTE dell’Associazione Ittiologi EUROPEI perciò a bocce ferme stiamo parlando ( all’epoca ora è in pensione) della massima autorità scientifica continentale!

La sua risposta relativa in specifico al Kg 6,3 di Squalius squalus rilevato da Fish base :

Fu esaustiva : Fish base ( almeno a livello tassonomico) è attendibile inquanto si rifà al Catalog of Fish della California Academy of Sciences Gestita da R. Frike e E. Eschmeyer Due colossi e Pionieri dell’Ittioologia storica attuale.

Nei fiumi del Nord Europa d’altronde i pesci raggiungono pesi e dimensioni a noi sconosciuti, ti cito ad esempio un Siluro di circa 500 Kg che mi stato appena comunicato. ( non ho altri riferimenti ne ne chiesi perciò non chiedetemi voi foto di questo alloctono invasivo)

La chiudo quì, la mia non vuol essere una rivendicazione, diciamo solo che non mi meraviglierò se un giorno certificheranno anche in Italia ( sperando che lo certifichino a modo…magari con tanto di video e misurazioni a supporto del vero) cavedani anche di 5 kg

Ma Andiamo avanti:

NOTE PARTICOLARI

Nel leggere delle tecniche e delle esche infinite, naturali e non con cui lo si può insidiare ( quelle permesse ovviamente) mi sono salvato un poker di quelle più particolari :

1) La zecca di cane che era uscata dal Nonno( ora 95 enne) dell’amico Jacopo Benedetti. Di Montelupo che le faceva mettere via da un negozio di toilette per cani… mi è sembrata una cosa unica, le zecche con il sangue che contenevano erano altamente adescanti per il cavedano, anzi per tutti I pesci immagino.

2) “La Manna” o meglio il “ Mannone” di cui avevo già sentito parlare dall’agonista Fiorini e che ho poi ritrovato nelle riviste degli anni ‘50

Si tratta in pratica, non della “manna” della Bibbia ovviamente, ma di una schiusa di insetti che avveniva ahimè quando le cose erano più naturali…quando questa Effimera del genere palingenia(quelle scavatrici) sciamava cadendo poi in acqua i pesci non vedevano altro…per il pescatore era però consigliabile usare lo stato larvale il popolare “mannone” cioè l’insetto prima che prendesse il volo, proprio per anticipare il “botto” quando altrimenti l’insetto all’amo sarebbe stato solo uno dei milioni che il pesce poteva trovare in acqua.

3) Il pezzetto di cervello di Bue lo si ritrova nel 1800 come boccone adeguato

4) Anche il Sangue prima che venisse proibito era un esca principe, al patto di usare quello di bue e non di maiale, e dipasturare e innescare con quello coagulato, ma non di frigo, che si sarebbe sciolto troppo velocemente nello scongelarsi.

Sulle esche lascio una nota anche sul “formicolone” formica alata, perchè dai testi è risultata l’unica esca naturale che quando sciama mette talmente in eccitazione il cavedano che diversamente da altre “pasturazioni naturali” gli azzera quasi la diffidenza anche se pescate con altre esche!

Fra le particolarità vi metto la foto di un “Cavedano Specchio”( dell’amico Gabriele Noris) una mutazione delle scaglie come si ritrovano nelle Carpe di Galizia (conosciute come Carpe Specchi) mutazione che può avvenire (come quella della colorazione della livrea: nera-gialla-rossa-bianca…totale o parziale) in molte specie di pesci

Una nota anche per la sua identificazione in pesca, quando la trasparenza o la profondità delle acque non ne consentono l’avvistamento, e io essere interessante sapere che anche il cavedano, se il fondale del fiume è ”soffice” quando è in pastura sul fondo, produce in superficie una caratteristica schiumata.

A. Z.

P.s. La foto di chiusura è la scultura in dimensioni originali della mia più bella cattura a Bolognese

Un pensiero riguardo “IL CAVEDANO (Squalius squalus)

  • 7 Novembre 2022 in 12:56
    Permalink

    il mio nonno, appassionato di pesca con la bilancia sul fiume Elsa, lo chiamava Cabedano e la sua passione me l’ha tramandata. Saluti Roberto.

    Risposta

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