COME SI COMBATTE IL PESCE CON LA CANNA
Sin dai primi scritti di pesca del medioevo si è cercato di “insegnare”, o almeno di dare delle basi anche al modo di recuperare un pesce una volta agganciato ad un fine terminale e ad una canna che per secoli è stata una canna fissa.
Eugenio Barisoni autore del libro ( La Lenza -1933 )
Scrive in quel testo, a proposito di come si deve recuperare un pesce, una cosa banale, ma estremamente vera e di base: “ mai tirare in due nello stesso momento”
Lo stesso Barisoni però conosce bene le difficoltà e le complessità del gesto, quando in un’altro scritto ( più o meno) rivela:
“ il mio sogno, nei confronti delle persone che guardano al pescatore come ad uno che ha solo tempo da perdere, e a cui basta aspettare con pazienza per prendere un pesce, è quello un giorno di ferrarne uno bello, e poi dare a costoro la canna in mano e dirgli: “ ecco il più è fatto, tiralo su te ora…”
MANUALE DI TEGERNSEE
Il primo scritto europeo che spiega come impugnare una canna durante un combattimento appare in un manuale tedesco del 1500 “ Il Manuale di Tegernsee”, ed è riferito alla pesca del Temolo o della Trota, comunque ad una lenza che scorre sul fondo senza galleggiante.
Tegernsee è il nome di una Abbazia di frati Benedettini che sorge a 725 metri sul livello del mare sui bordi dell’omonimo lago ai piedi delle Alpi, a circa 50km da Monaco, il lago ha una superficie di 9 kmq. ed ha una profondità massima che supera i 70 metri.
Dunque sono i frati Benedettini ad aver raccolto notizie di pesca pratica, e dopo averle trascritte come si usava al tempo degli Amanuensi, cioè i posteri degli scriba, su manoscritti medioevali, avergli consegnati alla stampa cinquecentesca.
Vi si legge: “se vuoi esser certo di catturare pesci, allora la canna dovrà stare sotto il tuo braccio e lungo di esso sino al gomito, e appoggiata alla tua anca. In tal modo potrai sentire facilmente qualunque cosa tocchi il tuo amo e non ti stancherai. E se lo prendi, allora poni la canna sulla tua gamba su fino alla coscia in modo tale che tu lo tenga su dritto. “
THE COMPLEAT ANGLER
Nel testo del “ The Compleat Angler” – probabilmente il libro antico di pesca più famoso al modo – scritto dall’Inglese Izaak Walton nel 1653
Si ritrova questo passo, dove Izaak impersonando “Pescator” dice a “Venator” ( cacciatore che sta imparando l’arte di pescare), che ha appena strappato un grosso pesce :
“Sissignore proprio un gran bel pesce; se avessi avuto io la fortuna di tirar su quella canna, allora scommetto venti contro uno che esso non avrebbe spezzato la lenza nel precipitarsi verso l’estremità della canna come gli avete permesso di fare. Io lo avrei trattenuto nell’incurvatura della canna …”
In altro passo rincara la dose:
“E dovete ancora sapere che, pur avendo il mio violino, vale a dire, la mia propria canna e l’attrezzatura con cui, come vedete, io prendo dei pesci, tuttavia non avete il mio archetto, cioè, non avete ancora acquisito l’abilità di sapere come tenere la mano …”
Già in questo primo scritto del 1653 che poi in fondo è un manualetto rispetto alle enciclopediche edizioni che seguiranno nei decenni successivi, si dice di usare il retino ( guadino )per portare a compimento l’opera di recupero di un grosso pesce.
Isaak nel testo scriverà anche di un particolare strattagemma per vincere la resistenza di un pesce fuori misura per l’attrezzatura, ma di questa nota ne parleremo in altra occasione…
1996
Il balzo è grande, e non è storico, ma appartiene ad un mio ricordo personale …
L’Alfa 164 fila sull’ A12 che è un piacere, Giuliano guida con il piede peso, la Magra gli ondeggia già negli occhi; è il maestro, in una sessantina di anni, ha accumulato l’esperienza dei vecchi, facendo tutto il percorso, da avere fatto come mestiere anche il costruttore di canne ( canna dolce), ad aver partecipato all’agonismo fiorentino fino all’alluvione del 1966 nel periodo “d’oro” quando vincendo un provinciale, si fece, fresco di matrimonio tutti I componenti della cucina economica gratis!
Io: Giuliano ma la canna bassa si tiene sempre per frenare un grosso pesce?
G: Dipende, dipende dal fondo, dipende dal pesce…
Io: Cioè?
G: Come regola generale sul cavedano si, ha l’effetto inizialmente di calmarlo, poi va alzata per fargli prendere “aria”, anche sulla Carpa in alcune occasioni funziona, sul Barbo, NO!
Io: Perchè NO sul barbo?
G: “ Il barbo cerca il sasso sta con il muso piantato sul fondo è la sua natura, se te gli abbassi l’angolo della lenza gli fai un favore perchè gli permetti di strisciarla su qualche masso e ti saluta…”
P.S.
Non è così matematico, ovviamente dipende anche dal fondo, ma mi è parso carino mettere anche questo ricordo.
Australi Zaccaria
Storia, vita, pesca… i tuoi scritti non sono mai banali.
Grazie di condividerli.
Con affetto. Massimo.
Grazie