MONDIALE PER CLUB BREZICE : APPROFONDIMENTI TECNICI E LE TATTICHE DEI TEAM

Quello che si è appena concluso a Brezice in Slovenia, nelle acque del fiume Sava è stato un mondiale assolutamente a senso unico dedicato alla pesca dell’alborella. Gli argentei pesciolini infatti erano sostanzialmente gli unici presenti e disposti ad abboccare e facevano apparire la gara come “tatticamente semplice”.

Nulla di più sbagliato, pur essendo una pescata a senso unico esistevano mille variabili che alla fine hanno fatto la differenza. I colori italiani erano rappresentati da ben 3 team, La Valdera Pontederese Colmic e l’Amo Santarcangiolese Colmic, rispettivamente prima e seconda nello scorso campionato italiano oltre alla Lenza Emiliana Tubertini quale detentrice del titolo mondiale vinto lo scorso anno in Polonia a Kluczbork. Interessante vedere come i tre team italiani hanno impostato la gara con leggere differenze (in alcuni casi solo apparentemente leggere) , andremo poi a vedere come hanno impostato la gara i francesi del SPP87 che con una strepitosa gara 2 (9 penalità con 5 agonisti in settori da 20) hanno superato la Lenza Emiliana sul rettilineo d’arrivo.

AMO SANTARCANGIOLESE COLMIC

I romagnoli si sono presentati a questo mondiale con una formazione di ragazzi davvero giovani che, nonostante la giovane età, possono già vantare tutti un discreto curriculum ed inoltre il fatto di essere guidati dal CT Rudy Frigieri, uno dei massimi esperti in materia, ha reso il team altamente competitivo. Le gare a questi livelli vivono di differenze talmente sottili e impalpabili che è davvero difficile capire quale piccola variabile può incidere sul risultato finale. Risultato che vede l’Amo Santarcangiolese chiudere con un ottimo decimo posto (ricordiamo che le squadre partecipanti erano ben 39) lasciando dietro formazioni davvero temibili. La squadra era formata da Fabio Negri, Saggioro Edoardo, Fronza Andrea, Manzardo Mattia e Barilari Cesare.

La tattica dei romagnoli era inevitabilmente dedicata alla pesca delle alborelle che però durante la settimana sono andate costantemente calando. Questo ha portato il team a studiare il modo per provare ad avere più continuità possibile di catture, variando quindi la tattica durante le 4 ore di gara. Partenza quindi con la canna fissa da 3 o 3,5 metri con lenze abbastanza leggere (4×12) e fili sottili. Pasturazione costante con pochi raparini in pastura e si continuava così finche le mangiate non iniziavano a calare, solitamente dopo la prima ora/ora e mezza di gara. Quando la canna fissa diventava “lenta” la tattica prevedeva di andare sempre a galla con la roubasienne 6/7 pezzi di canna e cercare di continuare a mettere in nassa il maggior numero di pesci possibile. L’alternativa poi era andare sul fondo a cercare qualche alborella pescando staccato qualche centimetro. Le alborelle sul fondo erano tendenzialmente più grandi ma la pescata era inevitabilmente più lenta e quindi bisognava stare attentissimi a cercare l’equilibrio migliore. I ragazzi in settimana avevano notato che pescando sul fondo a circa 7/8 metri di distanza il fondo creava una specie di gradino, era importante quindi rimanere sulla parte più profonda con lenze da 0,75 fino a 2 grammi in base al vento pasturando con la coppetta per essere più precisi ed avere una meccanica che fosse giusta per il lavoro che doveva svolgere lo sfarinato ovvero quello di lavorare in prossimità del fondo.

Come detto prima squadra capitanata da Rudy Frigieri con Negri Fabio (11 + 4 i suoi punteggi), Saggioro Edoardo (5 + 11), Fronza Andrea (2 + 6), Manzardo Mattia (7,5 +7), Zanetti Mirko (11) e Barilari Cesare (5).

VALDERA PONTEDERESE COLMIC

I toscani della Valdera sono arrivati a questo appuntamento forti non solo del tricolore sul petto ma anche di una grande esperienza internazionale, infatti il team può vantare al suo interno elementi di spicco dell’agonismo internazionale ed aveva inoltre nel suo staff l’appoggio del pluricampione Jacopo Falsini e di Filippo Beltrami. Gli agonisti impegnati erano Bruni Alessandro, Bianchini Gionata, Signorino Gianni, Lazzaretti Gianni, Gelli Andrea e Salvadori Marco.

La tattica di gara dei Campioni d’Italia era per la partenza, come un po’ per tutti, con la canna fissa da 3/3,5 mt per poi passare alla pesca a galla con la punta della roubasienne. La pesca fatta sul fondo, sempre con la canna ad innesti, era stata provata e riprovata in settimana ma sembrava non dare le giuste soddisfazioni così è stata ovviamente preparata e tenuta in considerazione ma come soluzione alternativa dopo aver insistito negli altri modi. La grossa differenza invece è stata fatta nella pesca a galla con la roubasienne. Le alborelle quando si pescano all’estero hanno a volte comportamenti diversi rispetto a quelle nostrane. Nelle nostre acque non ci sogneremmo mai di andare a cercare questi pesciolini con la canna ad innesti, anche perchè storicamente siamo sempre stati abituati a pescarle con le canne fisse. All’estero invece è diverso, Jacopo Falsini con il suo Team Oltrarno ha vinto un mondiale a Novi Sad tre anni fa proprio con questo tipo di pesca e sicuramente ha apportato il suo bagaglio di esperienza anche in questa edizione 2024 del Mondiale per club. Così la pescata è stata sviluppata con lenze molto sottili, dello 0,08 e anche meno con galleggianti molto leggeri , 4 x 10 ed addirittura anche 4 x 8 se necessario. Questa tattica ha permesso ai toscani di riuscire a svolgere una corretta azione di pesca nonostante il vento: le lenze leggere difficilmente manovrabili in caso di brezza sono state agevolate dalla poca resistenza all’attrito dell’aria dei fili sottili  e facilitate dalla gestione con la canna ad innesti. Questo perfetto ma delicatissimo equilibrio tra le varie componenti ha permesso di catturare queste difficilissime alborelle che, tra le altre cose, volevano una pasturazione estremamente precisa (e pescando a 7/8 metri con un vento abbastanza forte la missione era decisamente complessa). La quantità di esche all’interno della pastura era inizialmente più leggera ma con il passare del tempo i ragazzi della Valdera si sono accorti che queste alborelle oltre alla pastura volevano anche i bigattini e ne hanno inserito un discreto quantitativo in pastura.

I risultati degli atleti della Valdera Pontederese Colmic nei due giorni di gara sono stati i seguenti: Signorino Gianni 11 (4 + 7), Gelli Andrea 10 (1 + 9), Lazzaretti Gianni 8 (7 + 1), Bruni Alessandro 10,5 (7,5 + 3) e Bianchini Gionata 11 (3 + 8).

LENZA EMILIANA TUBERTINI

I ragazzi di Bazzano si confermano ancora una volta un team estremamente temibile: dopo un secondo posto in Belgio nel 2022 ed una vittoria in polonia nel 2023 ancora un podio in questo 2024 con medaglia d’argento. La tattica dei gialloneri però in questo caso è stata leggermente diversa rispetto a quella degli avversari.  Sebbene la partenza fosse la stessa con le canne fisse le lenze utilizzate sono state leggermente più pesanti, 4 x 14 ed anche 4 x16, lenze costruite su una madrelenza dello 0,09 con finale da 7/8 cm dello 0,08 al quale era collegato un amo del numero 19. La tattica di gara prevedeva, nel momento in cui la pescata con la canna fissa avesse il suo fisiologico calo, di continuare ad insistere attendendo che il pesce rientrasse sulla linea corta di pasturazione. Gabba Ferruccio, Bruscia Lorenzo, Corradi Marcello, Genovesi Marco, Prandi Giuliano e Giambrone Andrea, capitanati per l’occasione da Matteo Crepaldi, avevano intuito che questi pesci avevano sì delle pause e che in qualche modo “andavano e venivano” nella zona pasturata ma la continuità della pasturazione sulla stessa linea dava maggiori garanzie di successo. La pasturazione veniva effettuata con grande frequenza (questa tattica l’abbiamo notata anche nel team Crazy boys giunti poi terzi nella classifica finale) e non era dettata dal ritmo delle catture (spesso si fa una pallina per ogni pesciolino) ma era fatta sempre alla stessa frequenza. Con il passare del tempo quando le mangiate calavano i ragazzi del coach Crepaldi andavano a cercare continuità di catture aumentando la profondità della lenza. Così facendo (insieme ad un grande numero di esche inserito in pastura) riuscivano ad avere una taglia di catture leggermente superiore alla media. Questi piccoli accorgimenti, che possono sembrare una banalità, sono invece determinati poichè su una pescata di 400 pesci anche un singolo grammo di differenza nella taglia media fa una grande differenza quando si va alla pesata finale. Altro accorgimento (che sicuramente è stato adottato anche dagli altri team esperti di pesca all’alborella) è stato quello di selezionare i bigattini della taglia giusta in base all’amo che si utilizzava. Chi ha i capelli bianchi ed ha fatto tante gare all’alborella sa perfettamente che un innesco commisurato all’amo (con il bigattino che calza perfettamente e che va a battere sulla curvatura dell’amo) non solo permette di agganciare meglio i pesci ed effettuare meno slamature ma permette anche una minore usura dell’esca.

Alternativa a questa pesca era la pesca a galla con la roubasienne o la pesca sul fondo sempre con la canna ad innesti, queste due alternative sono state utilizzate principalmente nella seconda giornata di gara quando il forte vento frontale non permetteva una corretta azione di pesca con la canna fissa.

I risultati della Lenza Emiliana Tubertini sono stati i seguenti : Corradi Marcello 8 (6 + 2), Bruscia Lorenzo 4 (2 + 2), Genovesi Marco 9 (3 + 6), Prandi Giuliano 11 (6 +5) e Gabba Ferruccio 3 (1 + 2).

SPP87 FRANCE

Da tifoso italiano è inevitabile che io faccia il tifo per i team nostrani, ma di fronte alla prova di questi ragazzi francesi devo dire (in onore a loro) “chapeau”. I nomi dei componenti di questo team già all’inizio potevano far tremare i polsi: Stephane Linder, Felix Poche, Stephane Pottelet, Thomas Monsigny e Louis Pierr Renault, per chi ha calcato i campi gara internazionali sa che questi atleti sono di un livello altissimo e in queste due gare lo hanno dimostrato.

Pur non avendo parlato direttamente con i componenti del Team SPP87 guardando la loro azione di pesca una cosa è parsa chiara: la loro tattica prevedeva la priorità nella pesca con la roubasienne. La partenza era anche per loro con la canna fissa ma poi erano tra i primi a cambiare attrezzo ed iniziare la “rumba” con i 6/7 pezzi della canna ad innesti. La pesca l’hanno impostata con circa un metro di profondità con lenze molto leggere e “sicuramente” ami molto piccoli e fili molto sottili. I francesi tenevano la lenza sulla scia della pasturazione che effettuavano con una frequenza non eccessiva ma con una grande precisione. probabilmente all’interno delle palline di pastura avevano anche qualche raparino che creava una scia all’interno della quale i galletti inserivano la loro leggerissima lenza tarata al limite. Le mangiate erano quasi impercettibili viste da dietro ma questa condotta di gara (soprattutto in gara due quando il vento ha reso complicatissima l’azione di pesca) ha dato ragione al team SPP87. Lele Tubertini, presente sulla sponda in supporto al suo team, ha affermato vedendo pescare i francesi che gli è parso di vederli fare la pescata che solitamente fanno alla ricerca dei piccoli gardon e dove i cugini d’oltralpe sono maestri indiscussi. Il buon Lele ha ancora la vista buona, in questi due tipi di pesca c’erano diverse affinità ed i francesi sono stati bravissimi a portarle tutte a proprio favore, sfruttando in particolar modo il forte vento che in gara due ha soffiato nelle due ore centrali di gara rendendo proprio un favore al team SPP87.

I risultati dei francesi: Linder Stephane 5 (3+2), Thomas Monsigny 10 (7+3), Felix Poche 3 (2+1), Louis Pierr Renault 5 (4+1), Stephane Pottelet 4 (2+2)

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