Terza Coppa Colmic Sardegna: Piove, ma non importa, i pescatori sardi non sono solubili in acqua.

Sotto l’attenta direzione del mitico Pierluigi Corrias, rappresentante Colmic per la Sardegna, e di sua moglie Maria Antonietta, il ponte del Primo Maggio ha visto le sponde le lago Omodeo colonizzate da tante maglie con i colori dell’azienda di Reggello: il sabato con lo stage tecnico, al quale hanno partecipato molti interessati alla tecnica del feeder; il lunedì invece con sessanta concorrenti iscritti alla Terza Coppa Colmic, suddivisi in trenta coppie, che per tre ore hanno sfidato spensieratamente il flagello ininterrotto di una pioggia intensa.

Per onor del vero c’è da dire che le iniziative Colmic in terra sarda godono regolarmente di numeri consistenti, sempre superiori alle tre cifre. Purtroppo però questa gara, alla quale avevano dato adesione più di sessanta coppie, è stata fortemente penalizzata da un tempo da lupi, che ha costretto molti concorrenti a ritirare in anticipo la propria iscrizione e proprio in merito a questo vorrei esprimere solidarietà e massimo rispetto per una popolazione che proprio a causa delle forti precipitazioni andate avanti per due giorni e due notti, ha subito tanti gravi danni.

Ciò nonostante, alle sette in punto di un Primo Maggio festoso, ma grigio e piovoso come pochi altri, le trenta coppie che avevano confermato la loro adesione sono tutte presenti al raduno, in attesa del sorteggio, una volta avvenuto il quale tutti ci dirigiamo verso il campo gara di Sedilo, sul Lago Omodeo.

Mentre la fila delle auto percorre lentamente l’impervia strada di campo che conduce ai settori, lo spettacolo che offre l’anfiteatro naturale dell’Omodeo sotto la pioggia è di quelli che tolgono il fiato: con le nuvole che incoronano i monti circostanti, in contrasto ai a prati verdi e lussureggianti di margherite e quella che fra due mesi sarà una terra aspra e ostile, ora sembra il giardino dell’Eden…………..In questo contesto il segnale d’inizio gara arriva quasi come un fastidio, ma siamo qui per pescare e quindi non resta che darci da fare.

C’è da dire che le gare di pesca in Sardegna prevedono tutte o quasi, libertà di tecnica e questo significa che è normale vedere pescatori armati sia di roubasienne che di canne da feeder, canne all’inglese o bolognesi.

Ovviamente io ho con me solo le canne da feeder (le Next Adventure S3 3,60 m. 60 gr. e le Black Queen sono perfette per ogni pesca all’Omodeo), ma sono veramente stuzzicato da questo tipo di gara, che non si pratica altrove.

La picchettatura, com’è normale che sia, segue la sponda del lago e parte da un’ampia ansa del lago, per terminare in un canale stretto fra due lembi di terra; i settori disposti nel canale sono quelli più pescosi, mente quelli nell’ansa si rivelano fin da subito molto più avari di catture e quindi necessiterà una maggiore attenzione e pazienza per far entrare in pesce in pastura.

Sotto la punta della roubasienne c’è un metro o poco più di acqua, tuttavia pare che lavorando bene, prima o dopo le carpette, mediamente 300/400 gr. di taglia e i carassi, entrano anche in così poco fondo.

Io e il mio compagno di coppia, Mirko Pintore, siamo al picchetto n° 5 del primo settore, proprio in quell’ansa tanto temuta che ci farà sudare le storiche sette camice per portare il pesce in pastura e comunque abbiamo deciso di pescare entrambi con le canne da feeder.

Alla nostra sinistra la coppia formata da Pier Paolo Cocco e Marcello Mellino ha scelto di pescare anche con la roubasienne e questo mi preoccupa un po’ perché, se riescono a portare il pesce a tiro di canna, noi con il feeder difficilmente riusciremo a mantenere il loro ritmo, anche perché la nostra distanza ai 40 mt. rallenta l’azione di una pesca comunque molto avara.

L’ideale sarebbe portare in pastura i carassi, in questo lago belli corpulenti e paciocconi, molto utili per la bilancia, ma capaci di mangiare le nostre esche senza pagare il dazio; più probabile invece sarà avere a che fare con delle carpette arcigne e tigliose, violente nella mangiata, quanto rabbiose nella lotta e per questo, sia io che Mirko affidiamo le nostre sorti alle fedeli Colmic Next Adventure S3 da 60 gr, di 3,60 m., con vettini da 1 oz., mentre le nostre lenze sono composte da un semplicissimo quanto efficace running rig e armate con un finale Colmic Stream da 0, 145 mm., al quale abbiamo legato un N500 del n° 16: un amo storico di casa Colmic che non tradisce mai la fiducia di chi lo usa. Un triplo bigattino appuntato, alternato di tanto in tanto a un grano di mais, saranno i nostri inneschi.

Dopo mezzora di gara il mio compagno ha un solo pesce in nassa, mentre io nemmeno quello. Poi una piega fulminea della canna annuncia che dall’altra parte c’è un pesce, ma che romperà subito il finale, senza nemmeno darmi il tempo di aprire l’anti ritorno del mulinello…..alla faccia delle carpette da 400 gr.

Il tempo passa, ma nessuno nei settori dell’ansa sta prendendo pesci, se non qualche sporadica cattura, mentre le notizie circolanti parlano di buoni ritmi di pesca nei settori del canale, dove il pesce pare non sia mai mancato.

Ormai la prima metà gara è passata, ma “nell’ansa dell’oblio”, almeno fino a dove posso vedere, nessuno può contare su non più di due o tre pesci. Poi, quasi all’improvviso le nostre pasture iniziano a fare effetto e le canne si piegano sotto le fughe rabbiose di carpette piccose, che vanno a cercare quartiere fra le pietre sommerse del lago Omodeo.

Ora, anche chi pesca con la roubasienne sta inanellando diverse catture, ma la taglia dei pesci presi sulla linea della canna francese è più piccola rispetto quelli alla lunga distanza, ma alla fine qualche pesce c’è per tutti, benché il divario con quei “fortunelli” dei settori nel canale, sia davvero tanto: 3-4 kg. contro i 13-14 kg.

Al segnale di fine gara, due stoici Commissari bagnati fradici, iniziano le operazioni di pesatura incuranti della pioggia insistente, decretando infine i vincitori dei settori di pertinenza, che saranno nell’ordine: Mirko Casu e Nicola Piredda (due campioni di pesca in mare, amanti anche della pesca a Feeder); Angelo Cantoni e Anastasia Salis (nazionale di canna da riva, anch’essa dedita alla pesca a feeder); Daniel Ticca e Raffaele Guria; Mirko Pintore e Marcello Corbelli; Gonario e Marianna Lai (bellissima coppia formata da nonno e nipote) e per finire, Manuela Secchi e Marco Carta (altra bella coppia di genere misto).

Nella classifica allegata potrete analizzare meglio ogni punteggio.

CLASSIFICA

Purtroppo, come sempre accade quando sono io stesso in gara (e cioè sempre), la cronaca degli eventi si limita a quello che posso vedere dal mio picchetto e a ciò che faccio io stesso, per cui non me ne vogliano tutti quelli che non ho nominato, ma anche volendo non avrei potuto farlo se non per sentito dire.

Terminate le fasi del dopo gara e il cambio delle vesti bagnate, ci siamo ritrovati tutti all’Hotel Funtana e Donne di Ottana, per godere insieme delle lusinghe culinarie sarde e della ricca premiazione offerta dalla ditta Colmic e solo mentre ero seduto al tavolo sono rimasto colpito da ciò a cui prima non avevo fatto mente locale e cioè dalla festosa presenza di ragazze e donne che avevano gareggiato insieme al fidanzato, al marito, al nonno, ma anche più semplicemente insieme a un amico, come nel caso della simpaticissima e brava Anastasia Salis la quale, già del giorno dello stage tecnico, si è impossessata del buon Angelo Cantoni, eleggendolo suo compagno di gara.

Apparentemente tutto questo può sembrare un aspetto secondario, invece io lo leggo come un importante elemento, ormai tristemente perso altrove, capace di trasformare in festa anche una semplice gara e stimolando così la voglia di un agonismo pulito, privo di quel “baco” che rode la mente di chi sa più divertirsi.

Ormai è giunta l’ora di andare, il traghetto per Livorno non può aspettare e sia io che l’amico Angelo Cantoni riprendiamo la strada verso Olbia, mentre ancora piove e pioverà per tante ore ancora, fino a inondare strade e campagne.

Arrivederci amici sardi, la vostra compagnia lascia sempre un segno nell’anima.

Un saluto anche agli amici di Match Fishing da Marcello Corbelli

 

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