MONDIALE FEEDER IN SUD AFRICA: LA PAROLA AL CT MARIO MOLINARI
Il campionato del mondo di feeder fishing, svoltosi in Sudafrica, è già in archivio.
I nostri sono appena tornati dopo un lungo viaggio che ricorderanno per parecchi anni a venire.
Non capita tutti i giorni di andare in un paese così lontano ma non capita tutti gli anni di vestire la maglia della nazionale azzurra di feeder.
Il movimento in Italia sta crescendo in fretta e quindi il gap tecnico esistente tra noi e le nazioni leader di questa specialità piano piano si ridurrà e allora potremo dire la nostra sui campi gara di tutta Europa.
Nel 2010 a Montemolino per noi era il primo mondiale e siamo andati male, ma l’aspetto positivo da li in poi è stata la crescita del movimento, poi in Belgio abbiamo raccolto uno straordinario risultato con il 5° posto per la squadra e il 3° posto per Caruso individuale e poi abbiamo affrontato le carpe di Bloemhof che non sono le carpe che conosciamo in Italia.
Una nuova esperienza che sicuramente arricchisce il bagaglio della crescita e che rimane forse l’unica nota positiva ma sul piano dei risultati dobbiamo registrare un 11° piazzamento che forse non rispecchia il valore della nostra squadra.
Per capire come hanno affrontato, preparato e disputato questo mondiale, abbiamo chiamato il CT della nazionale Mario Molinari, il quale ancor prima di far parlare i suoi ragazzi si offre e ci racconta.
Allora Mario, siete appena tornati…
Buongiorno a tutti,
finalmente siamo a casa!
Il Mondiale 2013 è stato un’ esperienza unica e indimenticabile, tanto che Angelo De Pascalis prima di lasciare il Sudafrica avrebbe voluto tornare sul campo di gara per un’altra giornata di pesca!
Alla luce del risultato ottenuto potremmo avere dei rimpianti, ma onestamente dopo una settimana nella quale i ragazzi hanno “lavorato” duro e con spirito di gruppo encomiabile, personalmente, e credo di interpretare il pensiero di Fulvio Forni, mi sento solo di ringraziarli per come hanno preparato l’evento.
Al rientro alla Malpensa ho chiesto loro il silenzio stampa perché in queste occasioni é il capitano che deve assumersi tutte le responsabilità di rispondere in modo diretto ed eccomi pronto a dare seguito alle domande di Alessandro che credo rappresentino quelle dei nostri tifosi.
Ci racconti come avete preparato questa trasferta visto che vi siete portati appresso anche molto materiale da pesca?
La preparazione al Mondiale 2013 è partita non appena tornati dal Belgio con contatti con i capitani e alcuni componenti delle nostre squadre femminili e di carp fishing che avevano già messo piede in terra Sudafricana. Un grazie in particolare a Silvina Turrini ed al marito Roberto per la disponibilità e la cortesia a relazionarci.
La squadra è stata selezionata dopo lo stage di Monsummano al locale lago Fipsas, e dopo quella occasione si é nuovamente riunita per un altro incontro di preparazione ai laghi Vivinatura di Modena.
Avevo fatto un quadro di base dell’attrezzatura da portare, lasciando ai ragazzi la scelta di arricchirlo a seconda delle loro preferenze, in modo da coprire eventuali lacune derivanti da fattori imponderabili.
Ci siamo portati anche delle pasture già ampiamente testate in Italia, visto che l’organizzazione ne forniva una sola a tutti i partecipanti, chiamata Supercast, e che è stata poi usata dalla stragrande maggioranza dei partecipanti. Ho preparato un test da effettuare nei primi tre giorni di prova in modo che coppie di atleti potessero girare a turno tutte le pasture e le esche disponibili, e concentrarsi poi al giovedì e venerdì su quanto ritenuto più opportuno usare nelle gare di Sabato e Domenica.
Vogliamo parlare dei test?
Si, i test di Lunedì, Martedì e Mercoledì hanno evidenziato l’inutilità delle nostre pasture così come di bigattini e lombrichi, ma solo la resa della pastura Supercast bagnata con l’acqua del lago, dopo un ammollo delle sue parti più voluminose, separandole con setacci fini, per produrre una specie di torteau di mais da aggiungere in seguito. L’unica esca catturante è stato il mais sia naturale sia trattato con un blando aromatizzante al caramello, montato su ami non propriamente usuali per le carpe, tanto da dover scendere a quelli del 16 per l’innesco di chicchi teneri di piccole dimensioni da offrire a pesci non particolarmente aggressivi.
Sulla carta potevamo aspettarci un Mondiale pescosissimo, ma la siccità e la conseguente decisione del cambio del campo gara da parte degli organizzatori a un mese dall’evento, ci ha portati a disputarlo in un tratto bellissimo, ma dove mediamente con 15/20 pesci di buona taglia si faceva bene in tutti i settori.
Raccontaci del viaggio in aereo e della vostra sistemazione logistica e la distanza del campo gara…
Il viaggio per raggiungere Bloemhof è particolarmente lungo, visto che si fa scalo a Dubai dove si deve attendere qualche ora per il cambio d’aereo, in pratica da quando si parte da Milano all’arrivo al Kudaana Lodge, una specie di agriturismo all’africana, serve un giorno intero.
Presentaci il campo di gara…
Il campo di gara è un lago formato da una diga sul fiume Vaal che si estende a perdita d’occhio e che ha un fondale che in molti tratti degrada assai lentamente come una spiaggia dell’Adriatico. É diviso in due parti che distano circa due chilometri, pertanto i settori A-B-C sono contigui, con il D-E nei pressi di un ponte che attraversa l’invaso. La pesca si effettua a seconda della discesa del fondale tra i 25 ed i 50m con Feeder tra i 30 ed i 50grammi, sia open end che del tipo cage con piombo in coda per la più lunga distanza. Il vento è la costante favorevole per mitigare l’elevata temperatura del periodo e mettere i pesci in attività.Quando manca la calura è da ustioni e l’attività dei pesci cala sensibilmente.
Iniziano le prove e sapevate di affrontare delle carpe, come avete impostato la strategia di pesca?
Come ho spiegato prima, i primi tre giorni li abbiamo dedicati a capire cosa utile e cosa superfluo, poi ci siamo concentrati sulla pesca con la pastura Supercast ed il mais che è stato ciò che tutti hanno usato nelle gare del Mondiale. Io e Fulvio, sulla scorta delle prime quattro giornate di prova abbiamo deciso che Il ruolo di riserva se lo giocassero Lombardi e Marchese in una competizione a picchetto che ha visto prevalere Manuel grazie ad una bella pescata, inclusi due Amur del peso complessivo di quasi otto chili. Lombardi pescherà quindi alla Domenica.
Finalmente arriva la prima manche del sabato, soddisfatto dei picchetti avuti in sorte?
Il Sabato Italia e Olanda sono rispettivamente penultima ed ultima a prendere il posto gara e ovviamente resta loro quanto lasciato dalle altre nazioni. Jan van Schendal, capitano degli Orange campioni del Mondo, mi dice che i nostri posti non sono meglio dei loro. Jan è stato in Sudafrica più volte, e la sua formazione è arrivata una settimana prima dell’inizio delle prove ufficiali, pescando per giorni fuori dal campo gara. Quindi non posso che credergli e…non è un caso che alla fine della giornata loro fanno 51 penalità e noi 57!
Al termine della prima manche chiudete in terz’ultima posizione un brutto risultato che avrete analizzato la sera in previsione della manche del giorno dopo…
Alla fine della gara di sabato, nella quale ho diviso il tempo fra Angelo e Massimo nei settori D ed E lunghi 400 metri ciascuno (le pedane erano poste a 25 metri una dall’altra) posso dire che l’unico ad essere in pesca con abboccate per tutto il tempo della competizione è stato De Pascalis. Prende molte piccole carpe pescando con un finale del 19, alternando ami dal 14 al 10, e chiude all’ottavo posto. Per gli altri componenti della nostra squadra le cose vanno peggio e nessuno riesce a stare a mezza classifica che avrebbe equivalso ad un settimo posto, utile per stare in gioco almeno a ripetere il piazzamento del Belgio.
Il Sudafrica si piazza al primo posto dopo la prima manche, ma come hanno pescato i padroni di casa?
I Sudafricani che hanno fatto finta di pescare per tutte le giornate di prove ufficiali, con “Jumbo” Willemse medaglia d’oro individuale, che ha montato addirittura una sola canna per tutti i cinque giorni, hanno deciso di non svelare nulla al prossimo. Nella prima giornata di prove sono all’11, a tre posti da noi con a fianco gli Ungheresi al 12 e gli Olandesi al 10, che fanno quasi cappotto. Ogni volta che io e Fulvio ci alterniamo per osservarli, recuperano, e non lanciano o lo fanno senza esca. E’ ovvio che non vogliono dare alcuna chance di indicazione agli avversari. Uno di loro pesca addirittura a cento metri usando una tecnica da surf casting!
Al controllo esche del sabato presenteranno una pastura di colore nocciola con canapa e tigernuts macinate e un pacchetto di mais, più il solito colorante aromatizzato per quando il vento si ferma. Tutto molto semplice…perché questa è casa loro e conoscono le abitudini delle carpe di Bloemhof dove hanno svolto le qualificazioni due settimane prima. Vinceranno il Mondiale con nove punti di vantaggio su Ungheria e Inghilterra, grazie a ben cinque primi di settore, ma a riprova della poca uniformità della distribuzione dei pesci, in alcuni settori non riusciranno a fare meglio di un ottavo un nono ed un undicesimo.
Qualcuno ci ha riferito che bisognava pescare con lenze da cavedani e non da carpe, con terminali sottili e un solo chicco di mais, nelle prove non avete sbirciato le altre nazioni?
Abbiamo fatto le nostre prove e verificato l’approccio degli altri. Abbiamo pescato sempre con un singolo chicco di mais che andava bilanciato con un amo che non ne appesantisse troppo la presentazione, ma che avesse la necessaria robustezza a portare a guadino dei pesci terribilmente combattivi.
Bisognava pescare con un approccio da “Carp Fishing” a frizione aperta e lasciare che i pesci si portassero via esca e lenza per evitare di slamarli sulla ferrata. Questo è quanto abbiamo affinato per la gara di domenica, ma senza abboccate non aveva alcuna valenza. Ciò che riteniamo, a bocce ferme, fosse determinante, visti i risultati di domenica di Massimo, Angelo ed anche Gianmario che si è giocato quattro posizioni per un pesce slamato, é la quantità di chicchi da inserire nel Feeder ad ogni lancio.
Ovvio che si tratta di una supposizione, perché non sapremo mai quanti ne mettessero i nostri avversari, ma è un dato di fatto che il dare maggior risalto all’esca evitando di mischiarla a troppe altre, inserendo solo tre o quattro chicchi per lancio, ci ha pagato in termini di numero di abboccate e taglia dei pesci. Va altresì ammesso che i picchetti che mi è riuscito di sorteggiare per loro alla domenica avevano al sabato dimostrato un elevato potenziale (quello di Massimo aveva prodotto l’assoluto di giornata).
Il Mondiale ha mietuto anche altre vittime illustri come i campioni del mondo olandesi che sono arrivati fuori dal podio ma c’è una squadra giovane che riesce a salire sul podio spesso sia che si tratti di pesca al colpo sia di feeder, l’Ungheria…
L’Ungheria ripete l’argento del Belgio ed è una formazione composta da affermati campioni che daranno sempre del filo da torcere a tutti, ed ha un capitano che per lavoro e disponibilità può dare un apporto preziosissimo al team. Walter Tamas mi ha detto di esser stato tre volte in Sudafrica nell’ultimo anno e che pensava di poter mettere sotto anche la formazione di casa…la sua sfortuna è stata d’aver preso un dieci ed un tredici alla domenica. La vera rivelazione è stata la Repubblica Ceca, sia a squadre che nell’individuale, un po’ come lo siamo stati noi a Gand.
Poi c’è l’Inghilterra dei vari campioni di feeder fishing che però non va oltre un terzo posto, ma alla vigilia quali erano gli avversari da temere?
Tom Pickering, come Walter Tamas ha preparato il Mondiale visitando il Sudafrica per il lavoro con il distributore di Preston che è lo sponsor del Team Inglese. Nonostante ciò e l’aver portato una squadra di campioni una settimana prima dell’evento a Bloemhof, ha dovuto subire due picchetti difficili la domenica. Il nono di Steve Ringer e il dodicesimo di Mick Vials nonostante l’esterno di campo, la dicono lunga sull’aleatorietà del nostro sport,e sono costati il titolo alla formazione britannica.
Un commento sulla organizzazione e sul campo gara nel suo insieme…
A parte l’autista del Presidente Internazionale Matteoli che se lo è scordato in albergo la mattina del sorteggio di Domenica, tutto perfetto e pensato in ogni dettaglio.
E ora guardiamo avanti e all’orizzonte vediamo l’Irlanda, che ci racconti a tal proposito?
Con Fulvio, a nostre spese, sono stato in Irlanda a Luglio a vedere le qualificazioni degli Irlandesi sul campo gara del Mondiale. Ho fatto un report fotografico a Maurizio Natucci, sia per la logistica che per quanto visto in termini di pesca e pesci. Ho scritto anche un articolo per la rivista Pianeta Pesca con cui collaboro da anni dedicato ai tifosi degli Azzurri, sperando che qualcuno approfitti per una vacanza e per sostenerci. Il mandato mio e di Fulvio scade a Dicembre, quindi non posso andare oltre.
Pensi di modificare qualcosa nella preparazione del prossimo mondiale dove la pesca dovrebbe essere sulle breme, quindi a noi più congegnale…giusto?
I pesci predominanti nel campo gara irlandese sono i gardon. Ci sono ibridi della breme di taglia media da 600g. La profondità è tipica di un lago come il Ceresio con molti metri d’acqua a poca distanza dalla sponda.
Per questo motivo andrò subito a verificarne alcuni tratti dove portare la squadra azzurra, una volta formata, a prendere dimestichezza con i gardon. Può darsi che, se la Federazione lo accetterà, anche lo stage di primavera si svolga in un luogo simile.
I ragazzi hanno dato il massimo in Sudafrica per fare bene,ma con quale spirito sono tornati a casa?
Sono molto contento del loro comportamento e del loro spirito di accettazione delle avversità incontrate. Mi spiace solo di aver dato a Mariotti un picchetto impossibile per riabilitare la sua prestazione di sabato. Gli ho sorteggiato il picchetto di domenica dove uno spagnolo aveva fatto poco più di due chili, e il miracolo non gli è riuscito. Sarebbe bello non disperdere la loro esperienza e che almeno qualcuno di loro potesse continuare a aiutare il gruppo nei prossimi Mondiali.
Vuoi ringraziare qualcuno in particolare?
Come no, voglio ringraziare i componenti dello staff tecnico Domenico BALDI, Riccardo FAVALINI, Stefano LINATI, il DIRIGENTE FEDERALE – Fernando LANDONIO, il FUNZIONARIO DELEGATO – Raffaella BORZI’ per l’assistenza che ci hanno assicurato durante il periodo del mondiale.
Vogliamo dare un voto all’Italia per come ha affrontato questo mondiale?
Per non apparire immodesto, direi ampia sufficienza. Il nostro sport ha bisogno di tempo per crescere con agonisti di qualità all’altezza dei migliori del mondo. Speriamo di non sbagliare le strategie di avvicinamento al Feeder per trovare presto altri Angelo De Pascalis.
Se si potesse riavvolgere il nastro cosa cambieresti?
Porterei, a mie spese, i ragazzi in Sudafrica a vedere le qualificazioni dei Sudafricani, come facemmo in Belgio assistendo al Van den Eynde Cup due mesi prima dell’evento.
Voglio chiudere informandoti che l’articolo aggiornato quotidianamente sul mondiale in Sudafrica ha superato i 15000 contatti con ingressi da diversi paesi esteri e questo sta a dimostrare che il Feeder è molto seguito all’estero così come sta crescendo in Italia.
Questo è il merito da attribuire a Match Fishing per il buon lavoro fatto nel tempo in senso lato, e per il Feeder in particolare. Un grazie di cuore per l’attenzione alla nostra disciplina.
Bene Mario lo sport è fatto di successi e di sconfitte, e per noi questa volta il bottino è stato magro, vedremo di rifarci alla prossima occasione e quindi un grande in bocca al lupo.
Crepi!
I CAMPIONI DEL MONDO DEL SUD AFRICA
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L’Inghilterra-medaglia-di-bronzo
la nazionale feeder dei “sudafricani”