Trofeo Eccellenza feeder Nord: il carassodromo della Lama ha premiato il Lenza Club Riccione

Dopo il Brian è stata la volta del Cavo lama a Novi di Modena ad ospitare la carovana del Trofeo di Eeccellenza feeder Nord.

Tre zone nel centrale e una zona ad Ascona ha lasciato perplessi più di un concorrente e per molti sarebbe stato meglio raggruppare tutti nel tratto centrale lasciando una pedana libera ogni due concorrenti.

Questo fine settimana passerà alla storia per il gran caldo che hanno dovuto patire i concorrenti ed in particolare quelli destinati nel tratto di Ascona dove l’assenza di aria giù nel fosso ha costretto più di uno ad abbandonare il campo gara in largo anticipo.

E poi il problema più grande è stato quello di trovare un picchetto impossibile per praticare la pesca con il feeder per via del corridoio ricavato tra la boscaglia di canne.

Sinceramente quello che si è visto ad Ascona non è proprio la raffigurazione della pesca con il feeder quando si deve lanciare, se così si può dire, ad un metro fuori punta, cioè sbilanciando la lenza fuori punta.

Infatti la pesca in quel tipo di canale è stata fatta da molti a ridosso delle cannelle utilizzando pasturatori leggeri al limite del regolamento.

Nel tratto centrale la pesca è stata fatta prevalentemente su due linee di pesca tra i sei e i 12 metri e sotto al gradino sulla tre quarti.

Una pesca meccanica fatta di velocità e di precisione non permette divagazioni, almeno questo era quello che si evinceva dalle prove, invece in gara le cose sono cambiate costringendo anche chi aveva le certezza in tasca a rimescolare le carte e trovare nuove soluzioni per fare gara.

Ci sono stati settori dove la prima parte di gara è stata da incubo con una cinquina di pesci finiti nella nassa al termine della prima ora quando invece nelle pescate di prova si facevano anche una media di 40 pesci all’ora.

Il carassodromo ha risposto bene, nella media , con settori dove si è preso di più e altri dimeno ma questa è la pesca.

Pesci diffidenti dunque con la pressione agonistica che li ha spinti al largo e la seconda parte di gara per molti è stata orientata tutta sulla tre quarti.

Pastura dolce o pastura salata?

Questo è una domanda che per molti non andrebbe nemmeno fatta visto che i pesci da insidiare sono carassi e qualche carpetta e per questo da sempre nella Lama si preferisce una pastura dolce coloro nocciola.

Ma la pastura dolce e chiara porta il gambero disturbatore oppure i piccoli famelici pesci gatti da un grammo l’uno e per questo occorreva trovare il giusto compromesso con gli sfarinati per evitare gamberi e gatti e portare solo carassi.

Evitare di dare bigattini sfusi o incollati per non attirare i gamberi e al loro posto la canapa che è sembrata molto efficace e in teoria doveva fare anche un pò la taglia ma alla fine così non è stato.

La pastura salata è sembrata una vera incognita e alla fine non ha fatto la differenza che tutti auspicavano.

Pastura dolce tutta la vita in Lama e bigattino bianco o arancio innescato singolarmente su un amo del 14. Ma parlavamo prima di pesce diffidente e così i terminali si sono affinati dal 12 al 11 e ami del 18 con un solo baco innescato.

Il Lama è un canale mai uguale un anno per l’altro e non sono lontani i tempi quando i cappotti erano all’ordine del giorno per cui godiamoci questa lama che oggi sembra tornata agli antichi splendori.

Oggi è stata una giornata difficile sotto l’aspetto organizzativo in quanto la gara è stata ritardata di mezz’ora a causa di un picchetto da bonificare per colpa di un nido di api.

Sono imprevisti e ci stanno ma vogliamo ricordare che una gara che dura cinque ore non può terminare tra gara e premiazioni alle 17 del pomeriggio. Ci sono stati concorrenti che alle 20 di sera erano ancora in autostrada. Così non va bene e sono il preludio allo sfascio delle famiglie.

Tra l’altro a causa di questo inconveniente il controllo esche non è stato svolto.

La gara superati questi inconvenienti si è svolta senza problemi e chi ha saputo indovinare il giusto approccio alla fine è stato ripagato.

In questo canale, dove le catture sono tantissime, non è facile capire l’andamento di marcia nel settore giusto per regolarsi e se perdi qualche decina di minuti per provare a cambiare alla fine la si paga duramente.

E’ successo al sottoscritto a metà gara quando un calo di attività sulla linea corta mi ha invogliato a cercare una carpa di fortuna sotto canna dall’altra parte ma di mangiate a parte un carassio discreto non ne sono arrivate.

A conti fatti se fossi rimasto sulla mia linea una decina di carassi li avrei presi senza problemi e invece di fare un triste ottavo forse sarei rimasto nei cinque che per la squadra sarebbe stato ossigeno.

La Lama non perdona in questo, serve tanta esperienza anche maturata con la pesca al colpo, e diversi sono stati i caduti illustri a pagare dazio.
Non hanno pagato dazio i riccionesi del Lenza Club Riccione Artico di Domenico Salvatori e soci bravi, anzi bravissimi a totalizzare 8 penalità vincendo così la prova.

In questa peschetta di velocità gente come Salvatori, non perdonano e l’esperienza acquisita nelle gare in mare costruita proprio sulla meccanicità delle catture dei piccoli pesci, è stata fondamentale.

Bravo Domenico che grazie a questo successo di tappa fa un bel balzo in avanti in classifica portandosi in 17° posizione ancora fuori dalla 14-15 posizione che potrebbe essere la linea di confine tra i promossi e i bocciati per accedere al CIS Feeder 2017.

Chi non sbaglia gara ancora una volta è il Team Lanza Fishingitalia del campione del mondo Angelo Pizzi e con lui Mattia Battizzocco, l’ex campione italiano Francesco Bonaveri e Luca Pera.

A seguire un trio composto da Alto Panaro Sensas del CT della nazionale feeder campione del mondo Marco Manni che fa sempre bene, Lenza Emiliana Tubertini che vanta nelle sue file un altro campione del mondo come Mario Casale e la sorprendete Medicinese Tubertini di Diego Bruina.

L’ultima prova è fissata a fine luglio in Fissero a Garolda e Ca Vecchia dove oltre alle breme in molti si dedicheranno alla caccia dei siluri.
A. S.

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