I nuovi BULLET FEEDERS distribuiti da WILD FISHING
I campi di gara olandesi, laghi e canali di vaste proporzioni e di inusuali profondità, hanno originato lo sviluppo dei modelli di pasturatori metallici a rete (cage feeders).
Con il passare del tempo sono state sviluppate nuove forme di “Cage” con piombo in coda, meglio conosciuti con l’appellativo di “bullet”, proprio per la forma della zavorra che li fa’ volare senza sbandamenti e dritti alla meta, similmente ad un proiettile a lunga gettata.
La loro tipologia di design, è infatti mirata a conseguire distanze di lancio ben oltre i cinquanta metri, ed a garantire il massimo della precisione possibile in termini di direzione. Inoltre, in acque molto profonde, essi hanno la prerogativa di scendere verticalmente, e molto rapidamente, sul letto del punto di pesca prescelto.
Nell’ampliamento della sua gamma di pasturatori, WILDFISHING ha optato per un perfezionamento di quanto esistente sul mercato, raffinando la componentistica dei suoi nuovi Bullet Feeders, e di conseguenza, predisponendone la costruzione, con migliorie nella loro scelta.
Il piombo in coda dei Bullet di WILDFISHING, ha infatti una forma innovativa costituita da due piramidi contrapposte di uguale base ma diversa lunghezza, che penetra nell’aria con maggior aerodinamicità di quelle tondeggianti, ed una volta giunto a fondo, offre una superficie d’appoggio appiattita che migliora lo stabile assetto del Feeder e la sua aderenza al punto di rilascio del carico del pasturatore.
Il secondo componente che è stato accuratamente selezionato è il bracciolo di collegamento al cestello cilindrico del Bullet Feeder, fatto di monofilo di generoso diametro che non perde mai il suo originale disegno, ma che soprattutto, grazie ad un’ampia dimensione, ne migliora il caricamento, facilitando l’inserimento di esche e pasture, e la loro corretta compressione.
Le dimensioni disponibili dei nuovi Bullet Feeders di WILDFISHING sono Small e Medium, con la prima che configura un telaio di 25×30 millimetri e rete con maglia a quattro fori e la seconda di 25×40 millimetri a cinque fori.
Relativamente alle grammature dei due modelli, esse sono per entrambe di 20-30-40-50 grammi, utili a coprire ogni necessità di utilizzo sia per la pesca a distanza sia per quella di profondità.
Personalmente sono un fan dei modelli Small, che hanno un rumore di caduta per nulla invasivo, e comunque garantiscono una discreta capacità di carico.
Mi piace il loro tempo di rilascio, che è molto rapido, ed è prioritariamente quanto chiedo ad un Bullet Feeders, per la pesca a lunga distanza in acque ferme, non particolarmente profonde.
Un esempio sono quelle di Ostellato che, a mio parere, è il nostro campo gara più adatto per metterne a frutto le peculiarità, con lanci fino a 80 metri.
Nei laghi di Mantova, profondi mediamente circa 5 metri, o in ambienti simili, i Medium sono la scelta indicata per l’approccio alle prime fasi di pesca e pasturazione.
La maggior dimensione del cilindro di rete, permette infatti un carico maggiore di esche, ed in particolare di bigattini incollati, sempre con il vantaggio di un rapido rilascio.
Nell’uso di pastura carica di esche vi consiglio una bagnatura del composto non troppo sull’asciutto, così da poter ottimizzare il caricamento con una moderata compressione, sfruttando la collosità delle farine portate ad una consistenza “spugnosa” con un’accurata dose di acqua aggiunta in più fasi, in modo che ogni particella possa espandersi al massimo della propria volumetria.
Se, in generale, devo proprio trovare un difetto ai Bullet Feeders, devo ammettere che è quello della loro propensione a tenere il fondo durante il recupero.
Pertanto, specie in quelli a vuoto, vi consiglio di alzare sempre la canna in verticale e cercare, con rapidi giri di manovella, di farli aggallare quanto prima possibile, onde evitare il rischio di incagli in ostacoli sommersi.
Mario Molinari per Matchfishing