MONDIALE FEEDER VISTO E RACCONTATO DA MARIO MOLINARI
Dominio Tedesco al 6° Mondiale Feeder in Serbia
Testo e foto di Mario Molinari
La più grande performance della compagine tedesca di tutti i tempi porta alla Germania un oro tanto inaspettato quanto meritato, strappato all’Inghilterra e all’Austria con un perfetto lavoro di squadra. Italia ancora molto lontana dal podio.
La sesta edizione del Mondiale Feeder ha avuto un successo di partecipazione senza precedenti con gli atleti di ben ventotto Paesi allineati nei cinque settori del DTD Canal collegato al maestoso Danubio, alla periferia di Novi Sad.
Prima di iniziare la cronaca della manifestazione iridata, il vostro cronista vuole estendere un plauso a tutti i componenti della Federazione Serba che hanno fatto un lavoro encomiabile perchè l’evento divenisse una settimana da ricordare.
Al punto che alla cerimonia di premiazione si è avuto l’epilogo più toccante, con una foto di gruppo di Serbi, Croati e Bosniaci pronti a cancellare le orrende memorie di anni di guerra etnica, e a testimoniare un nuovo legame di fratellanza sotto la bandiera dei valori dello sport.
L’esperienza degli Azzurri in terra serba è iniziata un mese prima della competizione mondiale con la partecipazione al Feeder Challenge ed un confortante settimo posto e la netta percezione che di pesci di grossa taglia in grado di creare turbative alle classifiche di settore il DTD Canal non fosse in grado di offrirne.
Invece, molto pesciolame per tutti, con grosse alborelle in grado di garantire buoni pesi, e bremette dai dieci ai 300 grammi di peso. Poi tanti pesci gatto, dolorosi per le loro punture, ma ben graditi per rimpinguare le nasse.
Per onestà di cronaca va detto che molte delle nazioni che hanno partecipato al Mondiale e raggiunto posizioni di vertice davanti agli Azzurri non c’erano al Feeder Challenge, in particolare la Germania che si assicurerà l’oro, ma anche, in ordine di risultato finale, Francia, Bielorussia, Repubblica Ceca, Ucraina, Russia, ed Estonia.
Fin dalle prove ufficiali del lunedì, il maggior livello rispetto alle gare del Feeder Challenge di metà Maggio ha permesso di valutare la completa assenza delle grosse alborelle in tutte le zone del campo gara. Maggior presenza, invece, di pescigatti, in grado di offrire una media di quattro chili di pescato con la cattura di cento pesci. Difficile al contrario, la previsione di cattura di breme di taglia media, che poi si sono rivelate i pesci vincenti in tutti i settori.
La tattica di cattura degli “skimmer” è quella che ha messo in croce i nostri Azzurri, mai in grado di sovvertire in modo convincente l’andamento delle loro prestazioni nei rispettivi settori di competenza. Ad eccezione di un Mirko Govi davvero in gran spolvero in entrambe le giornate, ed Angelo De Pascalis, subentrato la domenica a Massimo Vezzalini.
Angelo è stato autore di una bella rimonta dalle zone basse della classifica fino ad un onorevole quinto di settore, prendendo spunto dalla tattica messa in atto il giorno precedente da Mirko, a tre picchetti di distanza dal suo, pur se superato dal campione del Mondo in carica, il portoghese Evangelista e dal moldavo Vladimir Ursu che gli pescavano a fianco.
La pesca nel sottosponda, tra i cinque ed i dieci metri di distanza dal bagnasciuga ha permesso al debuttante Andrea Canaccini un promettente terzo posto in gara uno, non ripetuto purtroppo in gara due. Purtroppo sotto le aspettative le prestazioni di Mazzetti, Capoccia e Vezzalini.
Cosa non abbia girato per gli altri atleti della nostra Nazionale è difficile da ipotizzare, poiché troppo lontani da risultati utili a migliorare almeno il quinto ed il settimo posto conseguiti dall’Italia del Feeder in Belgio ed Irlanda.
Il team è composto da ottimi pescatori, la conduzione tecnica è esperta e motivata, ma il quattordicesimo in Olanda ed il tredicesimo in Belgio, a fine gara, hanno fatto commentare con la giusta dose di ironia il nostro capitano Setti al Presidente Matteoli, che con un po’ di pazienza, di questo passo, tra dieci anni saremo di certo sul podio!
Parlare di correttivi e di nuove strategie in questo momento mi pare indelicato, perchè ho provato sulla mia pelle quanto sia breve il passo per scendere dalle stelle alla stalle, e solo il tempo ed i prossimi Mondiali in Portogallo e Bielorussia sapranno dirci la verità sui destini azzurri del Feeder.
L’importante come sempre, sarà lavorare per perdere o toglierci insieme qualche soddisfazione. Sarebbe già un ottimo viatico.
Quanto la pesca agonistica sia un mistero buffo si è nuovamente acclarato anche in questo mondiale, dove l’Inghilterra che ha vinto sei dei dieci settori del campo gara, dopo un’ eccellente nove penalità della prima giornata con quattro primi ed un quinto, si è vista sfilare l’oro dalla Germania che ha approfittato di tre scivoloni dei “leoni” in gara due.
Vedere Mick Vials, Phil Ringer e Dean Barlow annaspare con la stessa tattica che aveva annichilito il campo dei partecipanti in gara uno, e portare al team la zavorra di ben ventitre penalità è stata la conferma che nel nostro sport le certezze stanno a zero, proprio perchè contemporaneamente a tante difficoltà, Steve Ringer e Adam Wakelin riconfermavano il primo di settore della prima giornata di gara, pescando in fotocopia dei loro compagni meno fortunati.
Solo la Germania, ha saputo ripetersi in entrambe le prove, con due prestazioni di squadra che rimarranno nella storia dei Mondiali del Feeder. Scegliendo una tattica, completamente opposta a quella degli inglesi, i tedeschi hanno dato fiducia a pastura e bigattini, specie come innesco, mirando dritto alle breme ed evitando di attrarre pescigatto con l’uso del fouillis. I pesi consistenti portati alla pesa in entrambe le giornate hanno permesso alla nazionale teutonica una media di ben 6.288 grammi di pescato pro capite, una performance che parla da sola.
Mezz’ora dopo la gara, riparandoci sotto un ombrellone per proteggerci dall’improvviso acquazzone che ha lavato atleti ed attrezzature, ho intervistato Jens Koschnick, che sprizzando gioia da tutti i pori, mi ha raccontato quanto la base del loro successo sia nata dalla consapevolezza di poter ambire ad un risultato di prestigio solo evitando di copiare la tattica di Inglesi e Francesi nell’uso di fouillis e ver de vase.
Da qui la decisione di mirare a venti/trenta pesci di taglia con l’innesco misto di bigattini e di qualche filo di ver de vase, usando una pastura scarica di foullis dopo aver accertato nelle prove che le rosse larvette portavano inevitabilmente i pesci gatto in pastura.
Tattica che unita all’uso di lunghi terminali, ha funzionato oltre le aspettative del loro target, mirato ad entrare nelle “top 10”, regalandogli non solo l’oro per Nazioni, ma anche quello individuale per Jens Dirksen ed il bronzo per Felix Sheuermann, che già in Irlanda aveva mostrato la sua preparazione catturando centinaia di gardon.
Jens ha sfruttato alla grande l’esterno di campo nella prima giornata di gara, portando alla pesa il maggior pescato di oltre quattordici chili in gran parte di carassi, pescati a ridosso dei sassi di protezione della sponda ad una decina di metri da riva. Nello stesso picchetto il portoghese Simoes non farà meglio di sesto con cinque chili in gara due, a riprova della bravura di Dirkens nel capitalizzare al meglio l’occasione propizia.
Quanto Jens abbia meritato il titolo è facilmente intuibile dalla sua performance di gara due all’altro capo del campo gara. Sorteggiato al numero 17 dove in gara uno sempre un altro portoghese aveva conseguito un deludente dodicesimo posto tra un undicesimo ed un quattordicesimo, Dirkens ha seppellito il settore con quasi undici chili di pescato frutto di oltre cento catture.
I suoi compagni del Team Germania hanno collezionato ben cinque vittorie di settore, tre secondi e due quinti.
I feeder utilizzati sono stati in prevalenza degli open end con la prerogativa di portare a fondo le esche senza una dispersione nella calata, in modo di concentrare il richiamo dei pesci in un raggio d’azione molto ristretto. Distanze di lancio non superiori ai venticinque metri. Con l’innesco del ver de vase le abboccate si materializzavano nel breve spazio di trenta secondi, e molti agonisti hanno scelto di pescare a canna in mano, evitando anche l’appoggio al “feeder arm”.
Il ceco Joseph Konopasek ha invece pescato osservando i movimenti del filo per anticipare le abboccate e non far percepire ai pesci la resistenza del vettino e del feeder, posto in deriva su di un corto paternoster scorrevole.
Joseph ha vinto con autorità il suo settore in gara due, ma nella prima prova ha dovuto arrendersi alla taglia dei pesci del bielorusso Maiski e del tedesco Frerichs, pur sopravanzandoli rispettivamente di ben venti e e quaranta catture.
La nazionale Austriaca ha ben capitalizzato l’esperienza del Feeder Challenge,
migliorando il sesto posto, e facendo proprio il bronzo per Nazioni. Alla pari della Germania con undici penalità dopo gara uno, l’Austria ha subito la negativa prestazione di Lockauer che, a fianco di Mirko Govi in gara due, è incappato in un tredicimo posto, affossando le ambizioni del team per raggiungere e superare gli Inglesi. Si ripeteranno con quattro eccellenti prestazioni, due secondi e due quarti, e solo due penalità li separeranno dai bianchi di Tom Pickering per l’argento, ma altrettante gli consentiranno di ottenere il bronzo, lasciando la Francia giù dal podio.
I “galletti” transalpini, dopo l’argento del 2015, si ricorfermano comunque un’ottima equipe, che continuerà a far bene anche in futuro, nonostante il grande Berbard Bodineau abbia annunciato il suo ritiro da capitano. Un Mondiale da dimenticare per le ambizioni di Ungheria ed Olanda, che dopo il podio del Feeder Challenge, erano giunte in Serbia con molte speranze di ripetersi. A loro esperienza e campioni del Feeder non mancano, ma la pesca è ben diversa dai cento metri! Bielorussia, Repubblica Ceca, Ucraina e Russia portano a casa la certezza di un Mondiale dignitoso, di buon auspicio per il futuro.
Arrivederci a tutti a Cabecao, sperando che barbi, carpe e carassi si dimostrino più alla nostra portata.