Regionale Toscano Feeder: A Granaiolo si parla la lingua della P.F.P.
Che dire dell’Elsa a Granaiolo, se non che è un campo gara da fare invidia a tantissimi altri impianti ben più blasonati e conosciuti, purtroppo però ci sono dei momenti (e oggi è uno di quelli) in cui è quasi irriconoscibile: acqua ferma e poco ossigenata; preoccupanti strisce di colore scuro che si muovono lentamente e tanta “ragia” in sospensione che rende difficile perfino affondare il filo.
In queste condizioni di solito si prende poco: i cavedani non rispondono; con i soli carassi si va poco lontano e le sporadiche carpe, tra l’altro piuttosto grosse, non ci sono per tutti.
L’inizio di giornata lascia subito capire che non sarà una gara prodiga di catture e tanto per conferma, dopo oltre un’ora di gara ci sono in giro un buon numero di cappotti. Poi, forse stimolato dalla pasturazione diffusa, oppure anche solo per qualche cambiamento dell’ambiente liquido, il pesce ha iniziato a muoversi e qualche carassino sui cento grammi, insieme con alcuni, più rari, cavedani sono entrati nelle nasse degli ottanta concorrenti.
Perlopiù la pesca si è svolta a ridosso del canneto presente sulla sponda opposta, con lenze molto leggere e pasturatori di piccole dimensioni. Nella stragrande maggioranza dei casi, i finali da 0,12 mm., gli ami del n° 18 o 20 e i pasturatori mini di 15/20 gr. sono stati la costante di questa gara, proprio per non infastidire il pesce, poco avvezzo agli approcci grossolani e rumorosi, ma soprattutto, per come già visto nei giorni di prova, poco propenso a collaborare.
Come spesso accade in certe condizioni, la svolta di gara è stata affidata alla “soluzione” carpa, la quale però, se pescata con un indirizzo preciso, può regalare un bel primo o, con le stesse probabilità, un pesante ultimo di settore.
Avendo ben chiaro questo concetto, c’è chi ha cercato la carpa a testa bassa, ma sono stati di più quelli che hanno rinforzato un po’ gli ormeggi, affidandosi a terminali di lenza leggermente più dimensionati, poco ortodossi per il cavedano, ma abbastanza tollerati dai carassietti. In pratica, un finale da 0,14 mm. e un amo leggermente più robusto, ma sempre di misura minima è stata l’alternativa per cercare la carpa, sperando di reggerla, e nel contempo continuare a prendere anche il restante pesciolame.
Come sempre accade, chi ha saputo meglio interpretare le condizioni di questa difficile gara ha prevalso, ma questa volta c’è stato chi, come la Società P.F.P., non si è accontentato semplicemente di prevalere, ma ha voluto strafare, piazzando ben due delle sue squadre sul podio di giornata. La squadra Bucciarelli-Gautieri e Curcio-Guglielmucci, vince la classifica di giornata con sole 4 penalità, mentre la squadra Ricci-Carmignani e Cipolli-Pampaloni conquistano il secondo gradino del podio, con 5 penalità, davanti alla squadra della Lenza Maremmana (Stonfo-Trabucco), formata da Balestri-Nannini e Santimaria-Terrosi.
Davvero una prestazione di altissimo livello quella dei “ragazzi” della P.F.P., ma non ancora sufficiente a intimorire la fortissima squadra dell’oltrarno Colmic (Pacciani-Morelli-Massatani- Canaccini), solidamente in testa alla classifica provvisoria, davanti alla San Giorgio Maver (Volpi-Montana-Zanobini-Cini) e alla Lenza Senese Colmic (Manganelli-Palei-Panfili-Gabricci).
Fra quindici giorni ci troveremo ancora per la terza prova, in quel dell’Arno pisano e c’è da scommettere che sarà lotta dura e con i “gattoni pisani” tutto può ancora succedere……e intanto la sfida continua.
Un saluto agli amici di Match Fishing da
Marcello Corbelli